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Ma Borsa Italiana ha fatto bene a sospendere Algol?

L’articolo pubblicato sul nostro sito la scorsa settimana, relativo alla decisione di Borsa Italiana di sospendere dalle contrattazioni Algol, ha suscitato un vespaio di polemiche tra i nostri lettori. In redazione sono arrivate numerose mail, gran parte da azionisti delle stessa società, che contestavano la scelta di Borsa Italiana. Vediamo di capire quali sono i punti a favore e quelli contro alla sospensione a tempo indeterminato di Algol.

di La redazione di Soldionline 19 set 2005 ore 13:51

Ancora una settimana per il TechStar. Tra il 12 e il 16 di settembre l'indice di riferimento ha guadagnato lo 0,82% a 9598 punti, nuovo massimo del 2005.

L'articolo pubblicato sul nostro sito la scorsa settimana, relativo alla decisione di Borsa Italiana di sospendere dalle contrattazioni Algol, ha suscitato un vespaio di polemiche tra i nostri lettori. In redazione sono arrivate numerose mail, gran parte da azionisti delle stessa società, che contestavano la scelta di Borsa Italiana.

Lasciando da parte qualsiasi polemica gratuita sull'operato dell'istituto guidato da Massimo Capuano, vediamo di capire quali sono i punti a favore e quelli contro alla sospensione a tempo indeterminato di Algol. Il lettore non deve dimenticare che il compito di Borsa Italiana è quello di organizzare e gestire il mercato borsistico italiano, garantendo il regolare svolgimento delle quotazioni. Alla luce dell'attuale situazione finanziaria della società Borsa Italiana ha ritenuto che non ci fossero queste condizioni.

Partiamo dai punti a favore della scelta della sospensione.
La situazione finanziaria e patrimoniale di Algol è decisamente pessima, come dimostrano i dati semestrali comunicati nei giorni scorsi. Non tragga in inganno l'utile di 4,5 milioni di euro, realizzato solo grazie a un provento straordinario di 9 milioni di euro, derivante dalla cessione delle attività di AlgolProducts. Senza questo provento, il semestre si sarebbe chiuso in forte perdita e il patrimonio netto, positivo al 30 giugno per poco più di 2 milioni di euro, sarebbe diventato negativo. Date queste cifre, si sarebbe dovuto procedere immediatamente alla ricapitalizzazione, come stabilito dal Codice Civile. Senza trascurare il fatto che il fatturato è crollato da 81 milioni a 17,8 milioni di euro, mentre il margine operativo lordo è stato negativo per 2,3 milioni di euro.
Ma, anche senza aspettare i risultati semestrali, si potevano intuire le difficoltà finanziarie di Algol. Nelle scorse settimane il titolo è stato inserito nella black list della Consob e la società è obbligata a fornire mensilmente la fotografia della posizione finanziaria netta. Inoltre, la stessa società di revisione nel mese di giugno aveva deciso non esprimere un giudizio sul bilancio del 2004, evidenziando 'la situazione di tensione finanziaria della società e del gruppo e la mancanza di elementi sufficienti per consentire la valutazione della capacità di reperire nel breve-medio periodo adeguate risorse per fronteggiare possibili esborsi finanziari e garantire la continuità operativa' dell'azienda. Come si vede, un investitore con una bassa propensione al rischio, alla luce di queste indicazioni, avrebbe dovuto vendere il titolo, senza farsi abbagliare dai portentosi rialzi messi a segno da Algol in quei giorni.
Inoltre, non va dimenticato che Borsa Italiana arriva dall'esperienza di Parmalat. Alla fine del 2003, prima che le azioni del gruppo di Collecchio venissero sospese definitivamente dalle contrattazioni, il titolo passò in poche sedute da 3 euro a 0,11 euro. Non sembra che questa soluzione sia stata migliore della sospensione temporanea.

Passiamo ora ai punti contro la sospensione.
Il congelamento del titolo non permette di effettuare alcuna operazione. Il piccolo risparmiatore si trova con le mani legate e il titolo in portafoglio diventa un'immobilizzazione che, in caso di fallimento della società, si trasforma in carta straccia. Di esempi di situazioni del genere se ne possono trovare, in particolare nell'ex Nuovo Mercato. Da qui le numerose proteste dei piccoli risparmiatori, timorosi di non rivedere più i propri soldi. Il ragionamento degli investitori è questo: anche se il titolo fosse stato bersagliato dalle vendite e avesse perso gran parte del valore, almeno ci sarebbe stata la possibilità di recuperare parte dei soldi investiti. La paura dei risparmiatori è che la sospensione di Algol, da tempo indeterminato, diventi definitiva. E, su queste basi, tutti i risparmi andrebbero in fumo.

Alla luce di quanto scritto, probabilmente la decisione migliore sarebbe stata un compromesso tra le due scelte. Borsa Italiana avrebbe potuto sospendere in via cautelativa Algol, fissando, tuttavia, un limite temporale preciso (un mese, ad esempio). In questo modo ci sarebbe stato tutto il tempo a disposizione per effettuare le valutazioni necessarie sul titolo, senza lasciare nella totale incertezza i piccoli risparmiatori. Dopo il periodo di sospensione, il titolo avrebbe potuto essere riammesso, con tutte le cautele del caso, come il divieto di inserire ordini senza limite di prezzo (soluzione adottata da Borsa Italiana in caso di ripetute sospensioni per scostamento di prezzo).
Insomma, Borsa Italiana avrebbe potuto usare lo stesso metro adottato con Garboli Conicos, sospesa dalle contrattazioni in maniera cautelare la scorsa settimana, ma fino al 18 ottobre.


- Tabella - I 10 migliori e i 10 peggiori titoli della settimana al TechStar

I migliori 10
della settimana...
...e i peggiori 10
della settimana
Dmail
+14.08%
Buongiorno Vitaminic
-3.05%
Mondo Tv
+10.55%
Tas
-2.66%
Cad It
+7.70%
It Way
-2.29%
FastWeb
+5.65%
Dada
-1.91%
Cdc
+4.10%
Esprinet
-1.78%
Digital Bros
+4.10%
Reply
-1.67%
Datalogic
+2.90%
Fidia
-1.35%
CDB Web Tech
+2.90%
Prima Industrie
-1.24%
BB Biotech
+1.89%
Engineering
-0.78%
Tiscali
+1.79%
Poligrafica S.F.
-0.54%




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