A pagina 31 del dorso “Affari e Finanza” si parla di Bipop. Mentre il futuro della banca bresciana è ancora legato alla riunione del 10 luglio della Cassazione, che dovrà pronunciarsi in merito alle nuove norme in materia societaria, tra i soci e Bipop stessa scoppiano improvvise fiammate. L’ultima è quella che oppone alla società Gianfranco Bertoli, ex uomo d’oro delle reti di promotori che detiene ancora il 2,013% del capitale sociale. Il manager è esposto verso il sistema bancario per 300 milioni di euro, di cui un terzo proprio a carico di Bipop. La cifra è rilevante, e tanto è bastato per scatenare un braccio di ferro tra i protagonisti. Sono già iniziate le azioni di pignoramento contro il manager e contro la sua finanziaria, la fin-bertex, dopo che già in febbraio si è sciolto ogni legame collaborativo tra Bertoli e Fineco. Tuttavia la battaglia nasce non solo per una questione “di soldi”. All’interno della banca, infatti, serpeggia molta agitazione sul futuro della rete di promotori. Secondo voci di mercato, infatti, lo stesso Bertoli starebbe pensando a nuove iniziative, e avrebbe già contattato alcuni promotori. Evidente che la paura da parte di Bipop di subire una emorragia di collaboratori, proprio lì –nella rete di raccolta del risparmio- dove si è mostrata più forte nel recente passato ha fatto inasprire non poco i toni del discorso e l’intera vicenda.
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