NAVIGA IL SITO

Jp Morgan migliora il target price su Eni

Gli esperti di Jp Morgan, in un’analisi datata 17 luglio, mantengono il giudizio "overweight" sul titolo del cane a sei zampe con un target price che sale da 30 a 32 euro per azione. La banca d’affari, però, si aspetta una contrazione dell’utile netto a causa...

di Valentina Besana 19 lug 2007 ore 15:19
La società

Eni è una delle società energetiche integrate più importanti del mondo. Il gruppo opera nelle attività del petrolio e del gas naturale, della generazione di energia elettrica, della petrolchimica e dell'ingegneria e costruzioni, in cui vanta competenze di eccellenza e forti posizioni di mercato a livello internazionale.
La struttura di portafoglio di business dell'Eni è caratterizzata da una forte integrazione verticale tra le attività che garantisce una maggiore stabilità dei risultati di breve periodo consentendo un'efficiente pianificazione a lungo termine. In uno scenario notoriamente incerto quale è quello petrolifero, l'integrazione attenua la sensibilità dei risultati dell'Eni alla volatilità dei prezzi.
Nel 1995 Eni, da Società pubblica diventa Società per Azioni. In quattro offerte pubbliche di vendita, realizzate tra il 1995 e il 1998, la maggior parte del capitale viene privatizzata. In poco più di due anni e mezzo il Ministero del Tesoro, con quattro offerte, ha collocato sul mercato circa il 63% del capitale dell'Eni, con un incasso complessivo di oltre 21 miliardi di euro. Nel febbraio 2001 è stato effettuato il collocamento presso investitori istituzionali del 5% del capitale sociale al prezzo di 6,8 euro per azione (prezzo post raggruppamento) con un incasso totale di 2,72 miliardi di euro. Per conseguire i propri obiettivi, Eni punta sul grande patrimonio di competenze manageriali e tecniche delle proprie risorse umane e sulla loro continua valorizzazione mediante un'organizzazione snella e imprenditoriale. Eni è presente in 70 Paesi con circa 71.500 dipendenti ed è quotata nelle Borse di Milano e del New York Stock Exchange (NYSE).


I conti trimestrali - Primo trimestre 2007
I ricavi si sono attestati a 21,9 miliardi di euro e sono diminuiti di circa 1,6 miliardi di euro rispetto ad un anno fa. L'utile operativo è stato
di 5,25 miliardi di euro, facendo registrare una diminuzione del 5,1% rispetto al primo trimestre 2006. L'utile netto (2,68 miliardi di euro) è diminuito del 9,3%, a causa della riduzione dell'utile operativo e dell'incremento degli oneri finanziari netti. Il flusso di cassa netto, da attività di esercizio, è stato pari a 5,56 miliardi e ha consentito di coprire i fabbisogni finanziari connessi a: gli investimenti tecnici di 2,01 miliardi, l'acquisto di azioni proprie per 203 milioni di euro, nonché di ridurre l'indebitamento finanziario netto di 2,92 miliardi di euro. Gli investimenti tecnici si sono attestati a 2,01 miliardi, in aumento del 50,2% rispetto al primo trimestre 2006, mentre l'indebitamento finanziario netto è stato di 3,8 miliardi di euro, contro i 6,7 miliardi del 31 dicembre 2006.

L'analisi di Jp Morgan
Gli esperti di Jp Morgan, in un'analisi datata 17 luglio, mantengono il giudizio 'overweight' (farà meglio del mercato) sul titolo con un target price in salita da 30 a 32 euro per azione. La banca d'affari si aspetta un calo dell'utile del 14% entro la fine dell'anno, a causa di una produzione sostanzialmente piatta e dell'aumento costante dei costi. Per il prossimo trimestre, poi, l'outlook non è dei più positivi: il confronto con i competitors per Eni infatti è sempre svantaggioso in questo dato periodo dell'anno, a causa della minor esposizione della società ai margini della raffinazione.
Il protrarsi della violenza in Nigeria e il negativo impatto dell'aumento dei costi petroliferi su alcuni contratti che la società ha stipulato nel paese africano dovrebbero essere bilanciati dal lancio delle attività libiche e congolesi del gruppo.
Per quanto riguarda il settore gas, invece, Eni ha subito un calo delle vendite dello stesso nel primo e nel terzo mese del trimestre, abbastanza normale visto il caldo recente che fa diminuire i consumi di gas per caldaie. Nonostante i margini potranno beneficiare della debolezza del dollaro (minori costi per la fornitura di gas), gli analisti di Jp Morgan ritengono che i minori utili cancelleranno del tutto qualsiasi effetto positivo del cambio valutario. I margini del settore power generation dovrebbe rimanere comunque abbastanza robusti.


Leggi le precedenti analisi

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.