SISAL: stime, dividendi e multipli
Il gruppo SISAL, nelle attese dei suoi vertici, dovrebbe tornare in utile nel 2015 dopo 3 anni di perdite. Ecco come si colloca la valutazione del gruppo rispetto ai competitor
di Mauro Introzzi 8 lug 2014 ore 11:02Di questo piano, però, la società non presenta alcuna stima numerica e mette in evidenza a chiare lettere che “il Documento di Registrazione non contiene alcuna previsione o stima sugli utili dell’esercizio in corso o degli esercizi futuri”.
LEGGI ANCHE: IPO SISAL: dettagli quotazione in Borsa

Nella nota relativa alla continuità aziendale inclusa nel Bilancio Consolidato viene indicato che gli amministratori prevedono, sulla base del piano industriale, “un recupero di redditività già a partire dal prossimo esercizio”. Nella circostanza, gli amministratori della società hanno accertato l’esistenza della continuità aziendale, stimando che la redditività per l’esercizio che chiuderà al 31 dicembre 2014 sarà migliore di quella registrata nell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013.
Più in dettaglio, gli amministratori hanno stimato che l’esercizio che chiuderà al 31 dicembre 2014 registrerà un perdita consolidata e un EBITDA consolidato rispettivamente inferiore e maggiore rispetto quanto registrato per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013 senza tener conto del costo sostenuto nell’esercizio 2013 per la definizione agevolata del contenzioso sugli Apparecchi da Intrattenimento. In altre parole la perdita consolidata del 2014 sarà inferiore a 22 milioni di euro mentre il reddito operativo lordo consolidato sarà pari a 166 milioni di euro.
Il documento di registrazione segnala che a fine maggio 2014 i ricavi gestionali consolidati risultano in crescita del 6,4%, rispetto al corrispondente periodo del 2013, e sostanzialmente in linea con il budget. Il margine operativo lordo è superiore a quello registrato nel corrispondente periodo dell’esercizio 2013 e a quanto stimato nel piano industriale per tale periodo, rispettivamente del 4,6% e del 3,4%.
SISAL: UTILE NEL 2015
Durante la presentazione della società alla comunità finanziaria i vertici del gruppo hanno dichiarato che prevedono di tornare all’utile nel 2015, dopo 3 anni di perdite.
Perdite che, tuttavia, sono derivate – secondo quando evidenziano i vertici - da poste non ricorrenti. A tal proposito il numero uno della società ha escluso per il futuro contenziosi significativi che potrebbero incidere sui prossimi bilanci.
SISAL: POLITICA DEI DIVIDENDI
Sempre durante la presentazione della società alla comunità finanziaria il responsabile finanziario della società, Corrado Orsi, ha dichiarato che non è stata definita una politica dei dividendi. La strategia sulle cedole sarà elaborata in seguito, tenendo in considerazione alcune limitazioni legate all’indebitamento del gruppo.
IPO SISAL, MULTIPLI E VALUTAZIONE
Sulla base del prezzo massimo indicato dai vertici della società (7,7 euro per azione), la capitalizzazione iniziale di SISAL (supponendo la sottoscrizione integrale delle nuove azioni) supererebbe di pochissimo il miliardo di euro. Di conseguenza, nel caso il titolo confermasse o migliorasse questa valutazione dopo il collocamento a Piazza Affari, la compagnia potrebbe entrare a far parte di uno di maggiori panieri di Borsa Italiana (probabilmente quello dei titoli a media capitalizzazione) in occasione delle prossime revisioni.
LEGGI ANCHE: IPO SISAL, l'analisi dei dati di bilancio
Considerando che il bilancio 2013 si è chiuso con una rosso non è possibile calcolare alcun multiplo sugli utili e bisogna focalizzarsi su altri indicatori. Il rapporto tra Enterprise value (dato dalla somma tra capitalizzazione post aumento di capitale e dell’indebitamento finanziario al 31 marzo 2014 aggiustato per gli effetti dell’operazione) e margine operativo lordo adjusted del 2013 si collocherebbe tra 7,4 e 8,2 mentre il rapporto tra Enterprise value e flussi di cassa operativi (sempre al 31 dicembre 2013) si collocherebbe invece tra 11,2 e 12,5.
Nel prospetto informativo i vertici di SISAL hanno confrontato questi numeri con i multipli calcolati per aziende attive negli stessi settori di attività. Le società del comparto dei “giochi e scommesse” hanno Enterprise Value su margine operativo lordo tra 6 (l’italiana GTECH) e 9,4 (la britannica William Hill) con una media di 7,9 volte e una mediana di 8,4 volte mentre il multiplo Enterprise value su flussi di cassa operativi va da un minimo di 8,8 (GTECH) a un massimo di 14,7 volte (la britannica Ladbrokes) con una media di 11,8 volte e una mediana di 12 volte.
Le società del comparto “pagamenti e servizi” hanno Enterprise Value su margine operativo lordo tra 13,4 (l’americana Euronet) e 21,3 (QIWI, quotata al Nasdaq) con una media di 16,6 volte e una mediana di 15,1 volte mentre il multiplo Enterprise value su flussi di cassa operativi va da un minimo di 17,4 (Euronet) a un massimo di 24,4 volte (QIWI) con una media di 20,4 volte e una mediana di 19,5 volte.