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IPO Salvatore Ferragamo, previsioni e strategia

Sulla base del prezzo massimo indicato dai vertici della società (10,5 euro per azione), la capitalizzazione iniziale di Ferragamo potrebbe raggiungere gli 1,77 miliardi di euro

di Edoardo Fagnani 17 giu 2011 ore 16:46

Previsioni
Come per tutte le aziende che si quotano, il management di Salvatore Ferragamo non ha potuto fornire stime puntuali per l’esercizio in corso.
Nel prospetto informativo i vertici dell’azienda si sono limitati a segnalare che sulla base del volume d’affari del gruppo nel primo trimestre del 2011 e dell’andamento gestionale nel bimestre aprile-maggio, la società si aspetta un tendenziale incremento del fatturato nel 2011 rispetto all’esercizio precedente. Nel corso della presentazione della società alla comunità finanziaria, il management di Salvatore Ferragamo ha dichiarato che l’utile netto nell’esercizio in corso potrebbe superare i 70 milioni di euro.
Sempre nel prospetto informativo Salvatore Ferragamo ha ricordato che negli ultimi esercizi ha sempre distribuito il dividendo. In particolare, il 22 dicembre 2010 l’azienda ha pagato una cedola di 0,92 euro per ogni azione privilegiata e di 0,87 euro per ogni azione ordinaria, per un ammontare complessivo di oltre 15 milioni di euro. Inoltre, il 29 aprile 2011 Salvatore Ferragamo ha pagato un dividendo unitario di 1,452 euro per ogni azione privilegiata e di 1,402 euro per ogni titolo ordinario, con riferimento al bilancio del 2010. L’ammontare complessivo della cedola è stato di oltre 24 milioni di euro. L’ammontare unitario della cedola è stato calcolato prima del frazionamento azionario in rapporto di 10 nuove azioni ogni vecchio titolo. L’operazione era stata approvata dall’assemblea degli azionisti del 30 marzo 2011. Nel corso della presentazione della società alla comunità finanziaria, il management di Salvatore Ferragamo ha anticipato che nei prossimi esercizi dovrebbe distribuire sottoforma di dividendo una quota pari al 40-50% dell’utile netto realizzato.

Multipli e valutazione

Sulla base del prezzo massimo indicato dai vertici della società (10,5 euro per azione), la capitalizzazione iniziale di Salvatore Ferragamo potrebbe raggiungere gli 1,77 miliardi di euro. Prendendo in esame i risultati realizzati nel 2010 e la forchetta di prezzo indicata dalla società, il rapporto tra prezzo e utile netto oscillerebbe tra 27,6 e 36,2. Il rapporto tra Enterprise value (dato dalla somma tra capitalizzazione e indebitamento finanziario netto al 31 marzo) e margine operativo lordo del 2010 si collocherebbe tra 12,3 e 16,1. L’Ev/Ebit, invece, oscillerebbe tra 16,1 e 21. Nel prospetto informativo i vertici di Salvatore Ferragamo hanno confrontato questi numeri con i multipli calcolati per i colossi internazionali attivi nel settore del lusso. Per queste società il p/e medio si attesta a 30,7, passando da un minimo di 19,5 per LVMH a un massimo di 41,8 per Richemont. L’EV/Ebitda medio delle società prese come riferimento si attesta a 17,1. Il valore minimo è di 11,5 per LVMH, mentre quello massimo è il 21,8 di Richemont.
Il rapporto tra indebitamento netto (calcolato al 31 marzo) e patrimonio netto è pari a 0,3, un rapporto decisamente inferiore all’unità, considerato un primo livello di attenzione per l’equilibrio finanziario di un’azienda.

Nel prospetto informativo i vertici dell’azienda hanno puntualizzato che la valutazione del gruppo è stata effettuata utilizzando sia il metodo dei multipli di mercato, che quello dello sconto dei flussi di cassa. La società ha precisato che il prezzo definitivo sarà fissato tenendo conto principalmente delle condizioni del mercato azionario e della quantità e qualità di offerte ricevute dagli investitori istituzionali.

Strategia
I proventi della quotazione, pari a circa 402 milioni di euro, al valore massimo della forchetta di prezzo fissata dalla società, finiranno nelle tasche degli azionisti venditori, in quanto l’operazione non prevede l’emissione di nuove azioni.
Nel prospetto informativo, Salvatore Ferragamo ha messo in evidenza le principali linee guida del piano strategico per il triennio 2011/2013. La società si focalizzerà su quattro punti principali:
- consolidamento del posizionamento nel mercato del lusso, rafforzando il contenuto di eleganza classica e glamour con uno stile contemporaneo e al passo coi tempi. In particolare, la società punta a mantenere la propria posizione nel segmento del lusso assoluto a livello globale, enfatizzando la specifica centralità nella sua offerta della qualità “Made in Italy” che, a giudizio del management, differenzia Salvatore Ferragamo rispetto alla concorrenza e che, opportunamente valorizzata, giustifica margini più alti.
- Espansione della struttura distributiva nei mercati emergenti ed ottimizzazione della performance di vendita retail e wholesale a livello globale. In questo caso la società intende far leva sulla propria struttura distributiva strategicamente ben bilanciata per canale e per area geografica, con l’obiettivo di cogliere le opportunità di crescita offerte dai paesi ad alto tasso di sviluppo e di migliorare l’efficacia di ciascun canale distributivo.
- ottimizzazione della struttura dell’offerta e della composizione delle collezioni. In questo contesto Salvatore Ferragamo punta a integrare le collezioni in modo tale da ottimizzare la struttura dei prezzi e le marginalità di collezione. Inoltre, la società vuole aumentare la focalizzazione sulle categorie prodotto che costituiscono il principale nucleo dell’offerta (calzature donna, uomo e pelletteria) e che allo stesso tempo sono tra quelle a più elevata marginalità e crescita attesa.
- modernizzazione continua della struttura organizzativa per permettere al gruppo di raggiungere i propri obiettivi di performance operativa. In particolare, Salvatore Ferragamo intende continuare a far leva sull’italianità e sulla flessibilità della propria struttura produttiva, basata sull’integrazione con i laboratori di produzione esterni con i quali normalmente mantiene rapporti consolidati e pluriennali.

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