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IPO Fineco, un’analisi sui rischi e le opportunità

Una parte sostanziale dell’attivo della compagnia è impiegata presso la controllante Unicredit. FinecoBank potrebbe rappresentare un opportunità per chi è alla ricerca di dividendi generosi

di Edoardo Fagnani 26 giu 2014 ore 07:50
IPO FINECO, I RISCHI
Tra i vari rischi segnalati da FinecoBank nel prospetto informativo, la compagnia ha ricordato di appartenere al gruppo Unicredit e, quindi, di essere soggetta all’indirizzo, governo e controllo svolto dalla propria capogruppo. Inoltre, l’emittente intrattiene una serie di rapporti di natura commerciale e finanziaria con Unicredit, tra cui  l’impiego di una parte sostanziale della liquidità detenuta dall’emittente e l’attività di distribuzione e collocamento di prodotti finanziari. FinecoBank ha segnalato che lo scorso anno oltre il 90% degli interessi atti e dei proventi assimilati (265,92 milioni di euro su un totale di 294,17 milioni) derivano da rapporti infragruppo. In particolare, i rapporti intrattenuti con Unicredit hanno determinato un effetto complessivo a conto economico di circa 227,7 milioni di euro lo scorso anno e di 66,7 milioni nel primo trimestre del 2014. Senza trascurare il fatto che una parte sostanziale dell’attivo di FinecoBank è impiegata presso la propria controllante Unicredit. Nel dettaglio, l’attivo presso la controllante o derivante da altri rapporti contrattuali con la stessa era pari, al 31 dicembre 2013, a 16,45 miliardi di euro (pari al 93,02% del totale dell’attivo alla medesima data) e al 31 marzo 2014, a 17,17 miliardi di euro (pari al 93,75% dell’attivo totale alla medesima data). Dal prospetto informativo si evince che FinecoBank impiega una parte sostanziale della propria raccolta diretta presso la controllante Unicredit. Di conseguenza, sebbene l’istituto guidato da Federico Ghizzoni presenti un alto profilo di solidità grazie anche al proprio ruolo di banca sistemica all’interno del mercato europeo, il metodo di impiego delle attività sopra descritto fa sì che, da un lato, vi sia un’elevata correlazione diretta tra il rischio di default di Unicredit e quello FinecoBank e, dall’altro lato, l’emittente sia esposto alla variazione di valore dei propri attivi di stato patrimoniale a seconda della variazione di rischiosità della controllante.
fineco4Nel prospetto informativo FinecoBank ha ricordato che i risultati dell’emittente sono influenzati significativamente dalla situazione economica generale e dalla dinamica dei mercati finanziari e, in particolare, dall’andamento dell’economia in Italia (determinato, tra l’altro, da fattori quali la solidità percepita dagli investitori, le prospettive di crescita attesa dell’economia e l’affidabilità creditizia), che rappresenta l’unico mercato in cui Fineco svolge la propria attività e dalle fluttuazioni dei tassi di interesse. La compagnia ha “avvisato” che un peggioramento dello scenario macroeconomico di riferimento potrebbe comportare una riduzione delle disponibilità depositate da parte dei clienti, dei volumi di negoziazione, oltre che del valore degli investimenti della stessa FinecoBank.

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IPO FINECO, LE OPPORTUNITA’
FinecoBank debutterà a Piazza Affari al segmento Standard. Tuttavia, supponendo che il collocamento al prezzo massimo fissato dai collocatori (4,4 euro), la capitalizzazione iniziale della compagnia potrebbe sfiorare i 2,7 miliardi di euro. Questo livello di valutazione potrebbe consentire a FinecoBank di entrare in uno dei principali panieri di Borsa Italiana, in occasione di una futura modifica della composizione degli indici. A titolo esemplificativo, Azimut Holding e Mediolanum, le due compagnie attive nel risparmio gestito inserite nel principale paniere di Piazza Affari, il FTSEMib, sono accreditate di una capitalizzazione rispettivamente di 2,74 miliardi e di 4,23 miliardi di euro, sulla base dei prezzi di chiusura di ieri. Anima Holding e Banca Generali, invece, che fanno parte del FTSE Italia Mid Cap, possono contare su una capitalizzazione rispettivamente di 1,31 miliardi e di 2,31 miliardi di euro. Per le prospettive delle azioni nel breve periodo questo scenario rappresenta un’importante opportunità, in quanto il titolo potrebbe essere immediatamente inserito nei portafogli dei fondi di investimenti che replicano la composizione degli indici.
fineco3Inoltre, FinecoBank potrebbe rappresentare un’interessante opportunità di investimento per chi è alla ricerca di dividendi generosi. Nel corso della conferenza stampa di presentazione alla comunità finanziaria, il numero uno della compagnia, Alessandro Foti, ha precisato in futuro l'azienda distribuirà cedole consistenti. Tuttavia, il manager non ha fornito indicazioni puntuali sul dividendo, ricordando che al momento non è ancora stata definita una politica in merito. Nel prospetto informativo FinecoBank ha ricordato che, con riferimento all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013, l’assemblea degli azionisti del 15 aprile 2014 ha deliberato di distribuire un dividendo di 0,033 euro. Sulla base della forchetta di prezzo indicata dalla società il rendimento della cedola si collocherebbe tra lo 0,75% all’1%. Con riferimento all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2011, invece, la compagnia aveva distribuito un dividendo pari a 0,09744 euro per ciascuna azione, mentre con riferimento all’esercizio successivo, FinecoBank aveva assegnato una cedola pari a 0,1845 euro.
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