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IPO Anima Holding, ecco i punti di forza e di debolezza

I multipli di valutazione di Anima Holding non sembrano eccessivamente tirati. Per contro, l’offerta della compagnia non prevede alcun aumento di capitale dedicato

di Edoardo Fagnani 9 apr 2014 ore 16:36
IPO ANIMA HOLDING, PUNTI DI FORZA
Negli ultimi esercizi Anima Holding ha evidenziato una forte crescita del margine commissionale e della redditività. In particolare, Lo scorso anno il risultato operativo è più che raddoppiato, passando da 85,4 milioni a 187,3 milioni di euro, grazie altri proventi e oneri di gestione per un ammontare complessivo di 58,92 milioni di euro. Questa voce include prevalentemente i proventi originati dalla determinazione dell’aggiustamento del prezzo nei confronti di Monte dei Paschi di Siena e della Popolare di Milano, per la compravendita rispettivamente delle azioni di Prima Holding (fusa per incorporazione in Anima Holding). Più consistente il miglioramento dell’utile netto, che è passato dai 42,6 milioni del 2012 ai 119,7 milioni dello scorso anno. La crescita della redditività è stata sostenuta anche escludendo le poste straordinarie. Nel prospetto informativo Anima Holding ha segnalato che l’utile netto normalizzato è passato dai 56,92 milioni del 2012 ai 94,41 milioni dello scorso esercizio.
logo_animaInoltre, i multipli di valutazione di Anima Holding non sembrano eccessivamente tirati, sia a livello assoluto che in confronto con le principali società italiane quotate attive nel risparmio gestito. Sulla base del prezzo massimo indicato dai vertici della società (4,5 euro per azione), la capitalizzazione iniziale di Anima Holding sarebbe pari a 1,35 miliardi di euro. Prendendo in esame i risultati realizzati nel 2013 e la forchetta di prezzo indicata dalla società, il rapporto tra prezzo e utile netto dello scorso anno oscillerebbe tra 8,8 e 11,3. Anche escludendo dall’utile del 2013 le voci straordinarie il rapporto p/e di Anima Holding non sarebbe eccessivamente elevato, attestandosi tra l’11,1 e il 14,3. A titoli di confronto il rapporto prezzo/utile di Azimut Holding è pari a 21,4, quello di Banca Generali è di 19,5, mentre quello Banca Mediolanum è di 13,5, sulla base delle capitalizzazioni delle tre compagnie al 20 marzo.

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IPO ANIMA HOLDING, PUNTI DI DEBOLEZZA

economia_1L’offerta di Anima Holding non prevede alcun aumento di capitale dedicato. Di conseguenza, tutte le risorse incassate (fino un massimo di 853,3 milioni di euro al lordo dei costi di quotazione e supponendo l’esercizio della greenshoe a favore dei collocatori) finiranno nelle tasche degli azionisti venditori. In particolare, Lauro 42 (società di diritto italiano costituita in forma di società per azioni, interamente controllata dal fondo Clessidra Capital Partners II) potrà incassare fino a 360 milioni di euro, in caso di esercizio della greenshoe al prezzo massimo dell’offerta. Nel corso della presentazione della compagnia alla comunità finanziaria il presidente, Carlo Bombonato, ha segnalato che l’azienda non ha bisogno di alcun aumento di capitale, in quanto le risorse generate dall’attività operativa sono sufficienti per garantire l’equilibrio finanziario e per finanziare le proprie strategia di crescita organica. Tuttavia, un aumento di capitale avrebbe permesso ad Anima Holding di velocizzare il processo di crescita del gruppo.
Nel prospetto informativo, Anima Holding ha evidenziato che il nuovo contratto di finanziamento da 175 milioni di euro stipulato a marzo del 2014 e con scadenza nel 2018 prevede alcuni limiti alla realizzazione di operazioni straordinarie. In particolare, eventuali acquisizioni dovranno avere il consenso delle banche finanziatrici, in quanto la cassa generata dalle attività operative della compagnia dovrà essere utilizzata in via prioritaria per rimborsare le linee di credito. Il nuovo contratto di finanziamento dovrebbe influenzare anche la futura politica dei dividendi di Anima Holding. Nel prospetto informativo la compagnia ha precisato che, in base agli accordi siglati con gli istituti di credito, la compagnia potrà distribuire dividendi a condizione che non siano in corso eventi rilevanti. Sempre nel documento informativo Anima Holding ha ricordato che nell’ultimo triennio non sono stati distribuiti dividendi, in quanto la compagnia doveva rispettare alcune condizioni fissate nel precedente contratto di finanziamento.
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