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IPO Anima Holding, un’analisi sui rischi e le opportunità

La domanda dei prodotti del gruppo è altamente correlata alla situazione dell’economia in Italia. Anima Holding può contare su un mercato di riferimento che non è stato ancora sfruttato

di Edoardo Fagnani 10 apr 2014 ore 10:16
IPO ANIMA HOLDING, I RISCHI
Tra i vari rischi segnalati da Anima Holding nel prospetto informativo, la compagnia ha ricordato che la domanda dei prodotti del gruppo è altamente correlata alla situazione dell’economia in Italia in quanto la distribuzione dei prodotti dell’emittente è concentrata prevalentemente nel nostro paese. A questo proposito il management ha ricordato che la recente crisi finanziaria, successivamente estesa all’economia reale, ha avuto un forte impatto sull’andamento del patrimonio gestito del gruppo Anima. Di conseguenza, un eventuale futuro peggioramento dello scenario economico e finanziario internazionale, con particolare riferimento al mercato italiano, potrebbe comportare per la compagnia conseguenze negative economiche, patrimoniali e finanziarie. Le commissioni di gestione e di incentivo, infatti, sono collegate al valore di mercato degli asset in gestione e al risultato della gestione dei prodotti. Eventuali riduzioni di patrimonio medio di prodotto, che possono derivare sia dall’andamento negativo dei mercati finanziari sia dai deflussi netti di raccolta, potrebbero determinare una diminuzione delle commissioni.
logo_animaInoltre, nel prospetto informativo Anima Holding ha ricordato che la compagnia è esposta al rischio che i propri prodotti registrino delle performance inferiori rispetto ai trend storici, alle prospettive di guadagno degli investitori e ai livelli di performance registrati da prodotti offerti dalla concorrenza. Anima Holding ha ricordato che a fine 2013, il Gruppo aveva il 66% delle masse gestite investito in Asset class di tipo obbligazionario e monetario, di cui il 65% investito in titoli di stato italiani. Di conseguenza, nel caso di eventi negativi registrati in queste attività, potrebbe determinarsi un danno alle performance con una conseguente riduzione delle attività in gestione o un potenziale danno a livello reputazionale, tale da comportare maggiori difficoltà per il gruppo nell’attrare nuovi clienti o mantenere la clientela esistente. 
Nonostante Anima Holding abbia in essere accordi commerciali di lungo periodo con gli Strategic Partners (Monte dei Paschi di Siena, Popolare di Milano e Credito Valtellinese), non vi è certezza che vengano realizzati negli esercizi successivi risultati analoghi o superiori, a quelli realizzati nell’ultimo triennio, in termini di raccolta netta imputabile alle reti distributive di questi soggetti. Senza dimenticare che l’eventuale interruzione dei rapporti con gli Strategic Partners potrebbe avere effetti negativi in termini di ammontare delle masse gestite o raccolta di nuove masse.

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IPO ANIMA HOLDING, LE OPPORTUNITA’
lente_10Anima Holding debutterà a Piazza Affari al segmento Standard. Tuttavia, supponendo che il collocamento sia fissato al prezzo massimo indicato dall’azienda (4,5 euro), la capitalizzazione iniziale della compagnia potrebbe raggiungere gli 1,35 miliardi di euro. Questo livello di valutazione potrebbe consentire ad Anima Holding di entrare nel paniere che raggruppa le aziende a media capitalizzazione (FTSE Italia MID Cap) in occasione di una futura modifica della composizione dell’indice. Per le prospettive del titolo nel breve periodo questo scenario rappresenta un’importante opportunità, in quanto le azioni potrebbero essere immediatamente inserite nei portafogli dei fondi focalizzati sulle aziende italiane a media capitalizzazione.
Inoltre, Anima Holding può contare su un mercato di riferimento che non è stato ancora sfruttato. La compagnia ha ricordato che il mercato italiano del risparmio gestito, in cui il gruppo è attivo, è caratterizzato da una elevata ricchezza delle famiglie, ma risulta essere ancora scarsamente sviluppato in confronto agli equivalenti nei principali paesi europei. Infatti, la quota di prodotti di risparmio gestito detenuta dalle famiglie italiane, circa il 26% del totale delle attività finanziarie, è di molto inferiore alla media dei maggiori paesi europei, che si assesta nell’intorno del 40%. Di conseguenza, il management di Anima Holding, in considerazione di un mercato caratterizzato da una crescente complessità e della necessità di approccio professionale alla gestione degli investimenti, ritiene che il risparmio amministrato in Italia possa progressivamente indirizzarsi verso quello gestito. Secondo la compagnia, questo fenomeno rappresenta un’importante opportunità di crescita delle masse in gestione del gruppo negli anni futuri.
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