IntesaSanpaolo, tutto sull'acquisizione di Popolare di Vicenza e Veneto Banca
IntesaSanpaolo, con un comunicato stampa, ha spiegato nei minimi dettagli l'intera operazione di aquisizione di una parte della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca
di Redazione Soldionline 26 giu 2017 ore 11:48Come già anticipato dal Tesoro nel fine settimana, IntesaSanpaolo ha firmato con i commissari liquidatori della Popolare di Vicenza e Veneto Banca il contratto di acquisto, al prezzo simbolico di un euro, di alcune attività e passività e alcuni rapporti giuridici facenti capo alle due banche venete. L'autorizzazione da parte del consiglio di amministrazione è stata unanime.
SALVATAGGIO BANCHE VENETE, COSA RILEVA INTESASANPAOLO
Come già scritto nell'offerta della stessa banca, l’acquisto non riguarda l'intero perimetro di attività di Popolare di Vicenza e Veneto Banca ma dal totale sono scorporati i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), le obbligazioni subordinate emesse, nonché partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all'acquisizione.
IntesaSanpaolo stanzierà 60 milioni di euro a titolo di ristoro per i piccoli risparmiatori detentori di obbligazioni subordinate emesse dalle due banche.
Il perimetro oggetto di acquisto include, oltre alle attività e passività selezionate di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il contributo delle partecipazioni in Banca Apulia e Banca Nuova, in SEC Servizi, in Servizi Bancari e nelle banche con sede in Moldavia, Croazia e Albania.
INTESASANPAOLO: I NUMERI DELL'ACQUISIZIONE DI VICENZA E VENETO
Scedendo più nel particolare IntesaSanpaolo rileverà:
- crediti in bonis (non ad alto rischio) per circa 26,1 miliardi di euro,
- attività finanziarie per circa 8,9 miliardi di euro,
- attività fiscali per circa 1,9 miliardi di euro,
- debiti verso clientela per circa 25,8 miliardi di euro,
- obbligazioni senior per circa 11,8 miliardi di euro,
- raccolta indiretta per circa 23 miliardi di euro, di cui circa 10,4 miliardi di risparmio gestito,
- circa 900 sportelli in Italia e circa 60 all’estero, inclusa la rete di filiali in Romania,
- circa 9.960 persone in Italia e circa 880 all’estero.
IntesaSanpaolo rileverà anche crediti in bonis ad alto rischio per circa 4 miliardi di euro. Tali attività potranno però essere retrocesse al Tesoro nel caso di rilevazione, nel periodo fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020, dei presupposti per classificarli come sofferenze o inadempienze probabili.
INTESASANPAOLO, IL CONTRATTO GARANTISCE MULTIPLI E POLITICA DEI DIVIDENDI
La nota della società evidenzia come condizioni e termini del contratto, "nella cornice del Decreto Legge e dei Decreti Ministeriali emanati in relazione all’operazione", garantiscono la totale neutralità dell’acquisizione rispetto alla patrimonializzazione (misurata dal multipli Common Equity Tier 1 ratio) e alla politica dei dividendi della società.
A tal proposito IntesaSanpaolo riceverà dallo Stato:
- 3,5 miliardi di euro, in contanti, a titolo di contributo pubblico a copertura degli impatti sui coefficienti patrimoniali, tale da determinare un Common Equity Tier 1 ratio phased-in pari al 12,5% rispetto alle attività ponderate per il rischio (RWA) acquistate;
- 1,285 miliardi di euro, in contanti, a titolo di contributo pubblico a copertura degli oneri di integrazione e razionalizzazione connessi all’acquisizione, che riguardano tra gli altri la chiusura di circa 600 filiali e l’applicazione del Fondo di Solidarietà in relazione all’uscita, su base volontaria, di circa 3.900 persone del gruppo risultante dall’acquisizione, nonché altre misure a salvaguardia dei posti di lavoro quali il ricorso alla mobilità territoriale e iniziative di formazione per la riqualificazione delle persone;
- garanzie pubbliche, per un importo pari a 1,5 miliardi di euro, volto alla sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni che coinvolgessero IntesaSanpaolo per fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attività e passività trasferite;
- imposte differite attive delle banche acquisite pienamente usufruibili da IntesaSanpaolo;
- il diritto per IntesaSanpaolo di modificare il perimetro dell’operazione dopo la data di esecuzione ove necessario al fine di ottenere le incondizionate approvazioni antitrust.
INTESASANPAOLO: CLAUSOLA RISOLUTIVA DEL CONTRATTO
Il contratto include una clausola risolutiva, che prevede l’inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere più onerosa per IntesaSanpaolo l’operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge.
VIDEO: LE BANCHE VENETE A INTESA, TUTTI I NUMERI
INFOGRAFICA DELL'OPERAZIONE INTESASANPAOLO-BANCHE VENETE
INTESASANPAOLO, IL GIUDIZIO DI S&P
Nelle ore precedenti l’agenzia di rating Standard & Poor's (S&P) ha precisato che l'acquisto di Veneto Banca e della Popolare di Vicenza non avrà alcun impatto sul rating dell’istituto guidato da Carlo Messina, fissato a “BBB-”. L’operazione, infatti, non dovrebbe comportare modifiche alla struttura patrimoniale di IntesaSanpaolo e alla politica dei dividendi della banca.
INTESASP: LE REAZIONI DEGLI ANALISTI
Ma come hanno accolto la notizia dell'operazione gli analisti delle principali banche d'affari? Complessivamente in modo molto positivo. L'opinione prevalente è che per IntesaSanpaolo si tratti di un buon affare e che l'operazione sia favorevole al comparto italiano. Gli espereti di Mediobanca hanno alzato da 2,6 a 2,75 il loro target price sull'istituto, anche se rimangono "neutrali" sul titolo. Conferme, invece, da Citigroup (outperform - farà meglio del mercato - con target a 2,9 euro) e da Equita Sim (hold - mantenere - con valutazione a 3,2 euro).