IntesaSanpaolo, i conti del primo trimestre 2017
IntesaSanpaolo ha chiuso il primo trimestre del 2017 con proventi e utili in crescita. Migliora la marginalità, con il cost/income ratio in calo. Scendono anche i crediti deteriorati.
di Mauro Introzzi 5 mag 2017 ore 14:46IntesaSanpaolo ha chiuso il primo trimestre del 2017 con proventi e utili in crescita. Migliora la marginalità, con il cost/income ratio in calo. Scendono anche i crediti deteriorati.
INTESASANPAOLO, CONTI ECONOMICI DEL PRIMO TRIMESTRE 2017
IntesaSanpaolo ha chiuso il primo trimestre del 2017 con proventi operativi netti pari a 4,21 miliardi di euro, in aumento dello 0,6% rispetto ai 4,18 miliardi del primo trimestre 2016.
Il risultato della gestione operativa è stato pari a 2,15 miliardi di euro, in crescita dell’1,5% rispetto ai 2,12 miliardi di euro del primo trimestre 2016. Il cost/income ratio (ossia il rapporto tra costi ed entrate) si è attestato nel primo trimestre 2017 al 48,8%, in calo dal 49,2% del primo trimestre 2016.
Le rettifiche di valore nette su crediti sono stati pari a 695 milioni, rispetto ai 694 milioni del primo trimestre 2016.
Il risultato netto consolidato è stato così pari a 901 milioni di euro, in crescita rispetto agli 806 milioni del primo trimestre 2016.
INTESASANPAOLO, VALORI PATRIMONIALI A FINE MARZO 2017
A fine marzo 2017 i crediti verso la clientela di IntesaSanpaolo erano pari a 367 miliardi di euro, in crescita dello 0,5% rispetto al 31 dicembre 2016.
Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti) ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 29,22 miliardi di euro, in diminuzione dell’1,8% rispetto ai 29,77 miliardi del 31 dicembre 2016.
In quest’ambito, i crediti in sofferenza si sono attestati a 14,57 miliardi di euro rispetto ai 14,89 miliardi del 31 dicembre 2016, con un’incidenza sui crediti complessivi pari al 4%, dal 4,1% di fine 2016, e un grado di copertura al 60,4%, dal 60,6% di fine 2016.
INTESASANPAOLO, MULTIPLI PATRIMONIALI A FINE MARZO 2017
A fine marzo 2017 i coefficienti patrimoniali di IntesaSanpaolo (tenendo conto di circa 860 milioni di euro di dividendi maturati nel primo trimestre) sono stati pari a:
- il 12,5% per il Common Equity ratio, dal 12,7% di fine 2016,
- il 14,1% per il Tier 1 ratio, dal 13,9% di fine 2016,
- il 17,3% per il coefficiente patrimoniale totale, dal 17% di fine 2016.
LA RETTIFICA DELLA PARTECIPAZIONE IN ATLANTE
IntesaSanpaolo ha rettificato, per un valore di 261 milioni di euro, la propria partecipazione in Atlante. La quota era già stata svalutata per 227 milioni di euro nall'ultimo trimestre del 2016 e porta al 71% la svalutazione complessiva nello strumento di Quaestio SGR.
INTESASANPAOLO, PROSPETTIVE PER IL 2017
La nota del gruppo indica che per l’anno in corso è atteso un aumento del risultato della gestione operativa, conseguente alla crescita dei ricavi e al continuo cost management, e del risultato lordo, con una riduzione del costo del rischio.
L’istituto di Carlo Messina conferma l’impegno alla distribuzione di 10 miliardi di euro di dividendi in contanti complessivi, indicato nel Piano di Impresa per il quadriennio 2014-2017.
IntesaSanpaolo ha dichiarato che prevede, nel secondo semestre dell’anno, la contabilizzazione di circa 800 milioni di euro di plusvalenza netta dalla cessione di AllFunds firmata nel primo trimestre.
INTESASANPAOLO, IL COMMENTO DI CARLO MESSINA
Come di consueto i conti sono stati commentati dal numero uno della società, Carlo Messina. Il manager evidenziato come l’utile del trimestre superi la quota trimestrale del dividendo previsto per il 2017.
Messina stigmatizza come rispetto alle banche dell’Eurozona, IntesaSanpaolo abbia generato “il maggior ritorno per gli azionisti dal settembre 2013 a oggi”.
Messina ha poi messo in risalto come IntesaSanpaolo si confermi tra le banche più efficienti in Europa, “con un cost/income del 49 % contro una media del settore del 63%”.
Messina ha poi dettato l’agenda per i prossimi mesi, indicando che il gruppo si focalizzerà su:
- un’ulteriore crescita nel settore del wealth management,
- un rilevante sviluppo del ramo assicurativo danni,
- un forte impulso al cross-selling,
- nuove iniziative di espansione della banca multicanale e digitale,
- un’elevata reattività del margine d’interesse all’aumento dei tassi di interesse,
- un notevole miglioramento della qualità dell’attivo e del costo del rischio.