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IntesaSanpaolo, come sono andati i primi 9 mesi 2016

IntesaSanpaolo ha chiuso i primi 9 mesi dell'anno con utili pari a 2,33 miliardi di euro, che salgono a 2,51 miliardi escludendo i contributo ai fondi di risoluzione e di garanzia dei depositi

di Mauro Introzzi 4 nov 2016 ore 14:35

IntesaSanpaolo ha chiuso i primi 9 mesi dell'anno con utili pari a 2,33 miliardi di euro, che salgono a 2,51 miliardi escludendo i contributo ai fondi di risoluzione e di garanzia dei depositi. Il risultato sarebbe già superiore a 3 miliardi di euro di dividendi annunciati per l’esercizio 2016 se si considera anche la plusvalenza netta di 895 milioni derivante dalla cessione di SETEFI e IntesaSanpaolo Card firmata nel secondo trimestre e da contabilizzare nel quarto trimestre.

 

INTESASANPAOLO: I CONTI DEI PRIMI NOVE MESI DEL 2016

intesanpaolo4L’istituto guidato da Carlo Messina ha chiuso i primi nove mesi del 2015 con proventi operativi netti pari a 12,66 miliardi di euro, in calo del 4,5% rispetto ai 13,27 miliardi dei nove mesi del 2015. Depurando i conti dalle componenti non ordinarie la flessione sarebbe stata del 3,3%.
Il risultato della gestione operativa è ammontato a 6,35 miliardi di euro, in calo del 9,4% rispetto ai primi 9 nove mesi 2014, con un cost/income ratio nei primi nove mesi del 2016 in calo al 49,9% dal 46,5% dei primi nove mesi 2015.
Il risultato netto consolidato è stato pari a 2,33 miliardi di euro, dai 2,73 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Gli utili salgono a 2,51 miliardi escludendo i contributo ai fondi di risoluzione e di garanzia dei depositi. Il risultato sarebbe già superiore a 3 miliardi di euro di dividendi annunciati per l’esercizio 2016 se si considera anche la plusvalenza netta di 895 milioni derivante dalla cessione di SETEFI e IntesaSanpaolo Card firmata nel secondo trimestre e da contabilizzare nel quarto trimestre.

 

INTESASANPAOLO: I CONTI DEL TERZO TRIMESTRE 2016

Il trimestre si è chiuso con proventi operativi pari a 4,03 miliardi di euro, in calo dai 4,19 miliardi dello stesso periodo del 2015.
Il risultato netto consolidato, nel terzo trimestre, è stato pari a 628 milioni, in calo dai 722 milioni del terzo quarter 2015. Nel secondo trimestre 2016 l’utile fu pari a 901 milioni di euro.
Escludendo i contributi ai fondi di risoluzione e di garanzia dei depositi, il risultato è pari a 697 milioni di euro nel terzo trimestre 2016, rispetto ai 912 milioni nel secondo trimestre 2016 e ai 724 milioni nel terzo trimestre 2015.

 

INTESASANPAOLO: DATI PATRIMONIALI E MULTIPLI A FINE SETTEMBRE 2016

Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, al 30 settembre 2016 i crediti verso la clientela erano pari a 365 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al 31 dicembre 2015 e del 6,5% rispetto al 30 settembre 2015.
Il complesso dei crediti deteriorati (in sofferenza, inadempienze probabili e scaduti/sconfinanti) ammonta - al netto delle rettifiche di valore - a 31 miliardi di euro, in diminuzione del 6,2% rispetto ai 33 miliardi di fine 2015.
I crediti in sofferenza erano pari a 15 miliardi di euro, dai 14,97 miliardi di fine 2015,
con un’incidenza sui crediti complessivi pari al 4,1% (4,3% al 31 dicembre 2015) e un grado di copertura al 60,5% (61,8% a fine 2015). Considerando, oltre alle rettifiche specifiche, anche il valore delle garanzie relative alle sofferenze, il grado di copertura complessivo delle stesse era pari al 148% includendo le garanzie reali e al 155% includendo anche le garanzie personali.

I coefficienti patrimoniali al 30 settembre 2016 risultavano pari al 12,8% per il Common Equity ratio (dal 13% di fine 2015), al 14,1% per il Tier 1 ratio (dal 13,8% di fine 2015) e al 17,2% per il coefficiente patrimoniale totale (dal 16,6% di fine 2015).

 

INTESASANPAOLO: STIME DEL CONSENSUS SUL TRIMESTRE

Il consenso degli analisti prevedeva ricavi trimestrali pari a 3,99 miliardi di euro e un utile netto di 563 milioni.

 

INTESASANPAOLO: LE PROSPETTIVE PER L’ESERCIZIO IN CORSO

La nota della società scrive che per il gruppo IntesaSanpaolo, è atteso per il 2016 un andamento che, anche avvalendosi dei proventi derivanti dalle cessioni di asset non-core a fronte dell'iscrizione di oneri e rettifiche di valore, conduca a un utile netto consolidato superiore a quello del 2015 e coerente con l'impegno alla distribuzione di tre miliardi di euro di dividendi cash per l’esercizio 2016, indicato nel Piano di Impresa 2014-2017.

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