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In cima alla curva di Hubbert

M. King Hubbert era un geofisico statunitense, che lavorava per la Shell Oil Company. Nel 1956 pubblicò un famoso saggio, The Energy Resources of the Earth, in cui prevedeva il picco e il declino della produzione petrolifera negli USA.

di Carlo Gatto 4 lug 2007 ore 10:04

La maggior parte dei geologi e dei manager delle compagnie petrolifere si fecero beffe di queste previsioni, ma nel 1970 esse si rivelarono fondate, poichè la produzione USA raggiunse il picco, e da allora cominciò a declinare costantemente.



La tesi di Hubbert è semplice quanto elegante: egli afferma che la produzione petrolifera, partendo da zero, aumenta, raggiunge il picco quando è stata estratta la metà delle riserve sfruttabili stimate, poi cala, seguendo una distribuzione gaussiana, rappresentata da una curva a forma di campana. In pratica l'estrazione comincia lentamente, quindi accelera rapidamente con la localizzazione dei pozzi. Dopo che i pozzi maggiori sono stati individuati e coltivati, la produzione comincia a rallentare; l'individuazione dei pozzi minori diventa più difficoltosa; i costi di estrazione e raffinazione aumentano. La combinazione del minor tasso di scoperte con il declino delle estrazioni dai singoli giacimenti, ha come effetto il picco della produzione. Il vertice della curva a campana rappresenta il punto medio, quello in cui la metà delle riserve certe sfruttabili sono già state estratte. Da quel punto in avanti, nella parte decrescente della curva, la produzione declina con la stessa rapidità con cui è cresciuta e, cosa molto importante, da quel punto in poi i prezzi cominciano a salire. Secondo diversi esperti, tra cui L.F. Ivanhoe dopo il picco ci si dovrà aspettare un'impennata del prezzo del greggio associata a fenomeni di iperinflazione. Egli avverte che anche solo una carenza del 5% di greggio a livello globale, 'porterebbe al formarsi di code ai distributori, come negli anni Settanta...ma questa volta il fenomeno sarebbe permanente'.
Ora da due anni a questa parte noi assistiamo alla costante crescita del prezzo del petrolio combinata ad un aumento dell'inflazione globale mondiale e dei tassi ufficiali di sconto miranti a frenarla. E proprio in queste ore il greggio si è riportato sopra i 70 dollari al barile, riconducendo il grafico degli ultimi cinque anni nella sua area più delicata.


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