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Il Pil italiano delude e Piazza Affari crolla!

Piazza Affari ha terminato la seduta odierna in pesante ribasso, dopo che il dato sul pil italiano nel primo trimestre del 2014 è risultato peggiore delle attese. Crollo dei bancari

di Edoardo Fagnani 15 mag 2014 ore 17:36
Piazza Affari ha terminato la seduta odierna in pesante ribasso, dopo che il dato sul pil italiano nel primo trimestre del 2014 è risultato peggiore delle attese. In decisa flessione i bancari, dove spicca lo scivolone del Banco Popolare. Generali è riuscita a limitare i danni, dopo la diffusione dei risultati trimestrali. Vendite su Saras, in seguito alle indicazioni negative delle banche d’affari. Da segnalare anche i pesanti ribassi subiti da Mediaset e Fiat Chrysler.
Il FTSEMib ha terminato la giornata con un tonfo del 3,61% a 20.420 punti, mentre il FTSE Italia All Share è sceso del 3,48% a 21.760 punti. Segno meno anche per il FTSE Italia Mid Cap (-2,31%) e il FTSE Italia Star (-2,14%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è balzato a 5,33 miliardi di euro, rispetto ai 3,27 miliardi di ieri. Su 331 titoli trattati, 288 hanno terminato la giornata con una performance negativa, mentre i rialzi sono stati 37. Invariate le rimanenti sei azioni.
L’euro è rimbalzato a 1,375 dollari. L’oro è sceso a 1.300 dollari.

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Crollo dei bancari.
Pesante ribasso per il Banco Popolare (-5,81% a 11,84 euro). Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa l’istituto avrebbe emesso un bond con scadenza a gennaio nel 2018 per un ammontare di 750 milioni di euro. Il rendimento sarebbe pari al tasso mid swap di durata equivalente, maggiorato di 192 punti base. Il titolo avrebbe ottenuto ordini per un miliardo di euro. Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che Marshall Wace ha diminuito la posizione corta sul Banco Popolare, portandola dallo 0,96% allo 0,89%.
Anche UBI Banca tra i peggiori (-7,74% a 5,78 euro). Dalle comunicazioni di Internal Dealing diffuse da Borsa Italiana si apprende che il 15 maggio il numero uno di UBI Banca, Victor Massiah, ha acquistato 20mila azioni dell’istituto a un prezzo unitario di 5,96 euro. Il manager ha speso circa 119mila euro. Per contro, Marshall Wace ha aperto una posizione “short” su UBI Banca, pari allo 0,51%.
IntesaSanpaolo è scesa del 6,22% a 2,2 euro. L'istituto guidato da Carlo Messina ha terminato il primo trimestre del 2014 con un utile netto di 503 milioni di euro, in aumento del 64,4% rispetto ai 306 milioni dei primi tre mesi dello scorso anno. Gli analisti stimavano un utile netto compreso tra i 450 milioni e i 500 milioni di euro. A fine marzo il Common Equity ratio era salito al 12,2%, dall'11,9% pro-forma di inizio anno. Nel corso della conference a commento dei risultati trimestrali il numero uno di IntesaSanpaolo, Carlo Messina, ha dichiarato che non ci saranno problemi a rispettare i target sui dividendi per il 2014-2018. Nel periodo in esame l’istituto punta a distribuire cedole per complessivi 10 miliardi di euro, di cui un miliardo relativo all’esercizio 2014.
Segno meno per il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha ceduto il 6,46% a 21,88 euro. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha rilasciato l'autorizzazione alla Fondazione MPS all'adesione al aumento di capitale di Monte dei Paschi di Siena.
Male la Popolare di Milano che ha perso il 6,84% a 0,555 euro. Performance peggiore per i diritti relativi all’aumento di capitale (-23,4% a 0,0442 euro). Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che Marshall Wace ha ridotto lo “short” sulla Popolare di Milano, portandola dall’1,04% allo 0,96%.
Mediolanum ha subito un tonfo del 7,09% a 5,83 euro. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali gli analisti di MainFirst hanno peggiorato le stime sull’utile per azione della compagnia per il triennio 2014/2016, segnalando alcuni rischi nella strategia di crescita del gruppo. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Underperform” (farà peggio del mercato) e il prezzo obiettivo di 6 euro.

Generali ha terminato la giornata con un frazionale ribasso dello 0,85% a 16,39 euro. La compagnia triestina ha chiuso il primo trimestre del 2014 con un utile netto (esclusa la quota di terzi) di 660 milioni di euro, in aumento del 9,4% rispetto ai 603 milioni ottenuti negli stessi mesi dello scorso anno. In leggero miglioramento il risultato operativo, che è cresciuto dello 0,5%, passando da 1,29 miliardi a 1,3 miliardi di euro. A fine marzo il margine di solvibilità era pari al 152%, con un eccedenza di 9,3 miliardi di euro. A fine aprile questo indicatore era risalito al 160%. I vertici di Generali hanno ribadito che nel 2014 la compagnia continuerà ad intraprendere tutte quelle azioni volte al miglioramento del risultato operativo complessivo. Inoltre, la compagnia ha comunicato di aver concesso a Banco BTG Pactual l’esclusiva per condurre le trattative per l’eventuale acquisizione di BSI.

Pioggia di vendite su Mediaset (-8,54% a 3,17 euro), dopo aver terminato la seduta di ieri con uno scivolone del 6,6%. Ancora tagli dalle banche d’affari sul gruppo del Biscione. Gli analisti di Deutsche Bank hanno sforbiciato da 5 euro a 4,7 euro il prezzo obiettivo, in seguito alla riduzione delle stime sulla raccolta pubblicitaria per l’esercizio in corso. Tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Più pessimista Société Générale, che ha tagliato da 3,2 euro a 3,1 euro il prezzo obiettivo su Mediaset, confermando il giudizio “Sell” (vendere).
RcsMediagroup è scesa del 5,56% a 1,341 euro. Gli analisti di Equita sim hanno tagliato da 2,05 euro a 1,9 euro il prezzo obiettivo sulla società editoriale, in conseguenza alla riduzione delle stime sulla redditività per l’esercizio in corso. Tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

ENI ha perso l’1,8% a 1851 euro. Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che 7 maggio UBS è diventato uno dei maggiori azionisti di ENI con una quota del 2,16% del capitale.
Saras ha terminato la giornata con un tonfo dell’8,42% a 1,098 euro. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali gli analisti di UBS hanno tagliato a 1,05 euro il prezzo obiettivo sulla società guidata dalla famiglia Moratti, in seguito alla revisione della valutazione delle attività dell’azienda. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di vendita delle azioni. Indicazione simile da Kepler Cheuvreux, che ha sforbiciato da 1,05 euro a un euro il target price su Saras, in seguito al peggioramento delle stime sulla redditività per il biennio 2014/2015. Gli esperti hanno confermato il rating “Reduce” (ridurre). Société Générale, invece, ha peggiorato da “Hold” (mantenere) a “Sell” (vendere) il rating, sulla base di un prezzo obiettivo di 0,98 euro.
A2A ha perso il 3,05% a 0,8115 euro. La società lombarda ha chiuso il primo trimestre dell'anno con ricavi pari a 1,45 miliardi di euro, in calo dell'8,7% rispetto agli 1,59 miliardi del medesimo periodo dell'anno precedente. L’utile netto ha raggiunto gli 80 milioni di euro, in salita del 5,3% rispetto ai 76 milioni del corrispondente periodo del 2013. Il management ha precisato che proseguirà l’azione volta a conseguire un ulteriore calo della posizione finanziaria netta e un miglioramento dell’utile netto.

Fiat Chrysler ha perso il 3,65% a 7,13 euro. Citigroup ha tagliato da 6,9 euro a 6,6 euro il target price sul gruppo guidato da Sergio Marchionne, in seguito alla riduzione delle stime per l’esercizio in corso e ai timori sul livello di indebitamento. Gli esperti hanno ribadito l’indicazione di vendita delle azioni.

Tod’s ha guadagnato lo 0,69% a 101,6 euro. La società ha chiuso il primo trimestre del 2014 con un fatturato pari a 253,8 milioni di euro, con una crescita dello 0,1% rispetto al primo trimestre 2013. Il reddito operativo si è fermato a 46,3 milioni di euro, in calo rispetto ai 53,4 milioni dello stesso periodo del 2013.

Buzzi Unicem ha lasciato sul terreno il 5,77% a 11,76 euro. UBS ha limato da 14 euro a 13,6 euro il target price sulla società, in seguito alla revisione del modello di valutazione dell’azienda. La stessa banca d’affari ha incrementato da 6 euro a 8,5 euro il prezzo obiettivo su Italcementi (-2,52% a 7,55 euro). Gli esperti hanno ribadito il giudizio “Neutrale” su entrambe le aziende.

Autogrill ha perso l’1,33% a 6,32 euro. Mediobanca ha ridotto da 8,65 euro a 8,5 euro il prezzo obiettivo sulla società di ristorazione, segnalando che i risultati del primo trimestre sono stati deboli. Tuttavia, gli esperti di Piazzetta Cuccia hanno confermato il rating “Outperform” (farà meglio del mercato).

Campari ha ceduto l’1,48% a 5,985 euro. Jp Morgan ha limato da 5,92 euro a 5,9 euro il target price sulla società, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2014/2015. La banca d’affari ha confermato il giudizio “Neutrale”.

World Duty Free è scesa del 2,32% a 9,26 euro. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali gli analisti di Equita sim hanno ridotto le stime sulla redditività per il biennio 2014/2016, in seguito a una crescita più contenuta del previsto dei ricavi. Gli esperti hanno confermato il prezzo obiettivo di 12 euro e il giudizio “Buy” (acquistare).
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