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I punti di forza del mercato azionario europeo rispetto al resto del mondo

Con il mercato obbligazionario che si allontana dal paradigma di un porto sicuro, tra gli investitori torna l’interesse per il mondo azionario, che tuttavia presenta numerose opzioni

di Redazione Soldionline 25 set 2013 ore 14:00

Articolo a cura di Hedge Invest

Con il mercato obbligazionario che si allontana dal paradigma di un porto sicuro, tra gli investitori torna l’interesse per il mondo azionario, che tuttavia presenta numerose opzioni. Vista la turbolenza in corso sui mercati emergenti, sembra opportuno focalizzarsi principalmente sul mercato europeo rispetto a quello USA. Noi di Hedge Invest crediamo infatti che nei prossimi mesi il Vecchio Continente possa sovra performance gli Stati Uniti, per ragioni riassumibili in quattro punti:

1) valutazioni interessanti;
2) potenziale miglioramento degli utili aziendali;
3) posizionamento sotto-peso degli operatori nel mercato azionario europeo, per una visione ancora molto conservativa dell’area;
4) prospettive di ripresa economica della regione.

1. Valutazioni interessanti
Le valutazioni del mercato europeo sono attraenti sia dal punto di vista storico che nel confronto con il mercato americano. Il Grafico n. 1 rappresenta l’andamento del Price Earning ratio del mercato europeo rispetto a quello del mercato americano. Il Grafico n. 2, che riporta l’indicazione del premio/sconto del P/E del mercato europeo verso quello americano, evidenzia come il primo quoti a sconto di oltre il 30% rispetto al secondo, con una sottovalutazione vicina ai massimi storici.

Grafico n. 1 – Andamento del P/E del mercato europeo (MSCI Europe) vs.
P/E del mercato americano (MSCI US)

andamento-del-p-e-del-mercato-europeo-msci-europe-vs-p-e-del-mercato-americano-msci-us-fonte-morgan-stanley-2
Fonte: Morgan Stanley

Grafico n. 2 – Premio/sconto del P/E del mercato europeo vs. il P/E del mercato americano
premio-sconto-del-p-e-del-mercato-europeo-vs-il-p-e-del-mercato-americano
Fonte: Morgan Stanley

2. Potenziale miglioramento degli utili aziendali
La stagione degli utili appena conclusa è stata piuttosto deludente: più della metà degli utili del secondo trimestre delle società europee ha disatteso le stime degli analisti. Per i prossimi trimestri è possibile attendersi un miglioramento. La correlazione fra gli utili aziendali e l’indice PMI è stata storicamente forte: la recente ripresa degli indicatori PMI in Eurozona suggerisce, dunque, un potenziale significativo miglioramento dei profitti aziendali nei prossimi trimestri. Dal Grafico n. 3 emerge che generalmente le revisioni al rialzo degli utili aziendali seguono con un certo ritardo temporale il miglioramento dell’indicatore PMI.

Grafico n. 3 - andamento del PMI vs. % di revisioni al rialzo degli utili aziendali
andamento-del-pmi-vs-di-revisioni-al-rialzo-degli-utili-aziendali
Fonte: Macquaire


Un’ulteriore spinta all’azionario europeo potrebbe derivare dalla ripresa delle operazioni di finanza straordinaria, che, in modo inatteso, hanno già dato segnali positivi importanti nei mesi estivi con l’annuncio di diverse operazioni di fusione e acquisizione di elevata dimensione, soprattutto nel settore delle telecomunicazioni. Le prospettive di migliore visibilità sulla traiettoria dell’economia europea nei prossimi trimestri potrebbero supportare un ritorno della fiducia da parte del management delle aziende, e quindi stimolare la ripresa di ristrutturazioni aziendali, riorganizzazioni, fusioni e acquisizioni di tipo strategico, ecc.

3. Posizionamento degli operatori di mercato
Gli operatori di mercato sono tuttora sovrappesati sull’azionario americano, sottopesati sul mercato europeo e, dopo anni di sovrappeso sui mercati emergenti, hanno di recente iniziato ad abbandonare in massa questo segmento a causa dei timori legati alla riduzione del quantitative easing in US. Ciò ha spinto al ribasso le valute locali, forzando le Banche Centrali a politiche monetarie restrittive pur in un ambiente caratterizzato da rallentamento delle economie domestiche. A fronte di un posizionamento ancora molto conservativo da parte degli investitori internazionali nelle asset class dell’Eurozona, solo ultimamente si rilevano i primi investimenti sull’azionario europeo da parte di investitori istituzionali americani. Dal grafico 7 emerge che gli investitori americani, tra i principali acquirenti del mercato europeo fra il 2005 e il 2008, stanno tornando a investire in Eurozona.

Grafico n. 4– acquisti netti di azioni europee da parte di investitori americani, in mld $
acquisti-netti-di-azioni-europee-da-parte-di-investitori-americani-in-mld
Fonte: Tesoro US, Haver, Goldman Sachs

Analizzando i dati storici, riteniamo che vi sia ancora forte spazio per un incremento dell’allocazione sull’azionario europeo da parte degli investitori internazionali. 4. Prospettive di ripresa economica nella regione Gli ultimi dati macroeconomici pubblicati a partire da luglio 2013 mostrano un miglioramento del trend di crescita dell’area europea. In particolare, dai dati che seguono si possono desumere elementi di ottimismo circa la ripresa dell’Eurozona nei prossimi trimestri.
Diminuzione dell’impatto negativo dell’austerità fiscale sulla crescita del Pil Secondo stime di Macquarie, l’impatto della stretta fiscale sulla crescita del Pil in Eurozona andrà a diminuire nei prossimi anni, rispetto al picco toccato nel 2011 (v. Grafico n. 4).

Grafico n. 5 - impatto dell’austerità fiscale in % della crescita del Pil

impatto-dell-austerita-fiscale-in-della-crescita-del-pil
Fonte: Macquaire

Potenziale miglioramento della domanda domestica La crescita reale dei salari sta gradualmente tornando positiva, grazie a un’inflazione stabilmente bassa. Tale fenomeno potrebbe spingere la ripresa della domanda domestica, che in Eurozona sta diminuendo dal 2010.
Recupero di competitività dell’Europa periferica rispetto alla Germania Il costo unitario del lavoro sta crescendo più rapidamente in Germania rispetto al resto della zona Euro (v. Grafico n. 5). Questo fenomeno getta le basi per una ripresa della competitività delle aziende dell’Europa ex-Germania rispetto alle imprese della stessa Germania.

Grafico n. 6 - variazione del costo unitario del lavoro (YoY)
variazione-del-costo-unitario-del-lavoro-yoy
Fonte: Datastream, Arrowgrass

Potenziale indebolimento dell’Euro La crescita europea potrebbe essere sostenuta da un recupero delle esportazioni verso il resto del mondo, a sua volta stimolato dal potenziale indebolimento dell’Euro. La normalizzazione della politica monetaria americana tramite la graduale diminuzione degli acquisti mensili di Treasury e di Agency MBS da parte della Fed potrebbe sostenere il dollaro rispetto all’euro, in presenza di una politica monetaria ancora espansiva da parte della BCE.

Conclusioni
Dopo diversi anni caratterizzati da una sotto performance del mercato azionario europeo rispetto agli altri mercati azionari, riteniamo che oggi esistano le condizioni per tornare a considerare un’allocazione sull’Europa grazie alla combinazione delle ragioni di tipo fondamentale (macro e microeconomiche) e di tipo tecnico (valutazioni e posizionamento). Nell’ambito dei fondi di fondi hedge di Hedge Invest, la strategia long/short equity specializzata sul mercato europeo rappresenta pertanto una parte importante dei portafogli, e ci aspettiamo che possa continuare a generare valore aggiunto, come già avvenuto negli ultimi 12 mesi. Riteniamo inoltre che la ripresa delle operazioni di finanza straordinaria produrrà interessanti

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