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I nuovi tango-bond: cosa va e cosa non va

Oggi vogliamo concentrare in un unico articolo i fattori positivi e quelli negativi dei nuovi bond che saranno emessi dalla Repubblica Argentina.

di La redazione di Soldionline 28 gen 2005 ore 16:33
Cominciamo l'analisi dalle obbligazioni par. Questi titoli hanno l'evidente vantaggio di non tagliare immediatamente il valore nominale dei bond attualmente in possesso. Per ogni vecchio bond in portafoglio, infatti, si riceverà un'obbligazione par. Come vedremo più avanti, per gli altri titoli ci sarà un valore di concambio inferiore. Inoltre, il pagamento degli interessi sarà effettuato integralmente in contanti; nessuna cedola verrà capitalizzata.
Passiamo ai punti di debolezza. Il rimborso dei nuovi bond sarà effettuato semestralmente, a partire dal 30 settembre del 2029. In pratica i risparmiatori non vedranno un euro di capitale nei prossimi 23 anni. L'unico modo per smobilizzare i titoli sarà quello di venderli sul mercato, scontando il rischio di oscillazione della quotazione dei titoli sul mercato. Inoltre, le cedole delle obbligazioni par sono decisamente inferiori non solo a quelle che garantivano i vecchi bond, ma anche a quelle delle obbligazioni discount. Infine, l'offerta di questi titoli è limitata a un ammontare massimo di 10-15 miliardi di dollari e il periodo di sottoscrizione per questi bond terminerà il 4 febbraio, quando l'offerta di scambio globale avrà fine il 25 dello stesso mese. Nel caso in cui la domanda di questi titoli fosse superiore all'ammontare offerto, si procederà al riparto tra coloro che ne hanno fatto richiesta entro il 4 febbraio. In parole povere i risparmiatori potrebbero ricevere un numero di titoli inferiori a quello richiesto. La parte restante della richiesta sarà soddisfatta con l'assegnazione di obbligazioni discount.

Spostiamo, così, l'analisi ai bond-discount che, rispetto alle obbligazioni par, hanno il vantaggio di pagare cedole più elevate. Limitandoci ai titoli denominati in euro, il tasso di interesse garantito è del 7,82% per tutta la durata dei bond, mentre la cedola delle obbligazioni par varia da un minimo dell'1,2% a un massimo 4,74%. Inoltre, la durata delle obbligazioni discount è 'limitata' a 30 anni (rispetto ai 35 anni delle obbligazioni par), quindi il rimborso del capitale dovrebbe iniziare cinque anni prima, a partire dalla metà del 2024.
Al contrario, lo svantaggio più evidente è relativo al concambio con i titoli andati in default. Il singolo, investitore, infatti, si vedrà riconosciuti solo 337 bond-discount per ogni 1000 obbligazioni argentine andate in default nel 2001. In pratica, i risparmiatori che sceglieranno questi titoli, si troveranno subito una perdita secca di oltre il 66% rispetto all'investimento iniziale. Inoltre, una parte del pagamento degli interessi non avverrà in contanti contemporaneamente alla scadenza della cedola, ma sarà capitalizzato e liquidato solo in occasione del rimborso del capitale.

Un accenno anche alle obbligazioni quasi-par. L'unico vero vantaggio correlato a questi titoli è il limitato taglio del capitale inizialmente investito. Infatti, per ogni 1.000 bond argentini andati in default si riceverebbero 669 nuovi titoli, con un taglio secco del 33,1% rispetto alla somma inizialmente investita.
Le obbligazioni quasi-par hanno lo svantaggio di avere una cedola relativamente bassa, che nei primi anni sarà capitalizzata, essere denominate solo in pesos e di avere una durata di 42 anni, decisamente superiore a quella delle obbligazioni par (35 anni) e discount (30 anni). Per questo motivo, i risparmiatori che sceglieranno questa tipologia di titoli dovranno aspettare fino al 2036 prima di ottenere i primi rimborsi sul capitale investito. Fino a quella data il capitale resterà immobilizzato e potrà essere liquidato solo cedendo i titoli sul mercato. Inoltre, la soglia minima per poter accedere a questi titoli è decisamente elevata (280mila euro) e di fatto esclude tutti i piccoli risparmiatori.

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