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FtseMib: future is in the box

Dal marzo del 2009 il future, e quindi anche l’ indice italiano, si trova in una “scatola” che tiene le oscillazioni tra circa 23.800 punti di massimo a circa 15.000 di area dei minimi

di Fabio Pioli 25 set 2017 ore 09:47

Di Fabio Pioli, trader professionista, presidente dell’Associazione Italiana Traders e Piccoli Risparmiatori e titolare di CFI Consulenza Finanziaria Indipendente (www.cfionline.it)


Dando uno sguardo un po’ più indietro nel tempo rispetto all’ usuale, possiamo osservare che dal marzo del 2009 il future, e quindi anche l’ indice italiano, si trova in una “scatola” che tiene le oscillazioni tra circa 23.800 punti di massimo a circa 15.000 di area dei minimi (Figura 1).

 

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Fig 1. Future Ftse Mib – Grafico mensile

All’ interno di questa scatola i prezzi variano, portandosi dai massimi ai minimi e viceversa in un trend che non è un trend, per quanto riguarda il lungo periodo, ma una lateralizzazione.

Per capire se ci siano molte probabilità di rimanere nella scatola o di uscirvi al prossimo turno, è utile notare l’ ultimo movimento, quello in atto, partito da 14.990 punti  (l’ estremo inferiore della scatola) il 27 giugno 2016 e salito, con varie escursioni, sino ai valori attuali.

Se, infatti, tale movimento, andando a giudicarne le forme secondo i criteri analitici di Elliott, fosse un “impulso“, ovvero un movimento primario rialzista, allora significherebbe che, con più probabilità, la rottura  del “box“ verso l’ alto sarebbe fattibile; se, viceversa, tale movimento avesse la forma della correzione, significherebbe con più probabilità che si tratti di un rimbalzo, aumentando la probabilità che si rimanga nella scatola.

Ebbene, dalla sua partenza, sembrerebbe che tutto si sia sviluppato seguendo lo schema del rimbalzo (3 onde A-B-C anziché 5 onde 1-2-3-4-5) (Figura 2)

 

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Fig 2. Future Ftse Mib – Grafico settimanale


L’ individuazione di questo schema è abbastanza importante perché:

  1.  induce cautela e pone un motivo riflessivo da tenere in considerazione a sfavore del “comprare sui massimi“ (e sappiamo che in borsa l’ essere cauti e attenti è sempre un valore);
  2.  fornisce una ragione per il crearsi dei gap presenti in aree più basse di prezzi (i rimbalzi sono normalmente più violenti dei rialzi veri e propri per “chiamare dentro“) (Figura 3)

 

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Fig 3. Future Ftse Mib – Grafico giornaliero


E allora cosa bisogna fare?
Viste le forma, visti i gap, bisogna utilizzare queste informazioni da sole per mettersi short?
Assolutamente no. Non sarebbe sufficiente.
Manca, come già scritto precedentemente, un elemento: la FINE dell’ attuale trend.
Fintanto che un trend non è finito non si può pensarlo tale: occorre attendere il suo termine e l’ inizio del trend opposto, onde minimizzare le possibilità di trovarsi contro-trend.


Occorre dunque che il mercato fornisca solo due cose, ben precise:

  • a)    un segnale di frenata;
  • b)    un segnale di inizio di trend ribassista.

 

A questo punto si entrerebbe all’ inizio di un nuovo trend, con probabilità molto più favorevoli e con molto strada davanti.
E’ quello che stiamo aspettando.


Strumenti di analisi: analisi delle onde di Elliott, teoria dei gap, analisi dei rettangoli grafici.

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