Ferragamo la prima matricola del 2011
La società è riuscita a portare a termine il processo di quotazione, nonostante la forte volatilità dei mercati azionari. L’offerta è stata completamente soddisfatta
di Edoardo Fagnani 29 giu 2011 ore 16:47
Arriva la prima IPO del 2011 a Piazza Affari, dopo le rinunce di Philogen, Rhiag e Moncler. Salvatore Ferragamo è riuscita a portare a termine il processo di quotazione, nonostante la forte volatilità dei mercati azionari.
La società di moda è sbarcata a Piazza Affari a 9 euro per azione. Il prezzo delle azioni è stato fissato a metà della forchetta indicata nel corso del collocamento, compresa tra un minimo di 8 euro e un massimo di 10,5.
I proventi netti della quotazione, pari a circa 336 milioni di euro, sono finiti nelle tasche degli azionisti venditori, in quanto l’operazione non prevedeva l’emissione di nuove azioni. I vertici della società hanno segnalato che i costi del collocamento, comprese le spese di pubblicità ed esclusi i costi per il consorzio bancario che ha seguito l’offerta, sono stati pari a circa 4,5 milioni di euro.
Salvatore Ferragamo ha segnalato che l’offerta è stata completamente soddisfatta. La società ha comunicato che nel corso dell’operazione sono arrivate richieste per circa 78,12 milioni di azioni, in rapporto a un’offerta finale di 38,275 milioni di titoli (42,1 milioni compresa la greenshoe).
Gli investitori istituzionali hanno presentato richieste per quasi 75 milioni di titoli. Di queste, 12,04 milioni sono arrivate da 27 investitori italiani, mentre le restanti richieste per 62,8 milioni sono state effettuate da 71 investitori qualificati esteri. Sulla base di questa domanda, Salvatore Ferragamo ha assegnato agli investitori istituzionali poco meno di 39 milioni di azioni, rispettivamente 5,81 milioni a 26 operatori italiani e 33 milioni a 71 investitori esteri.
Dalla parte opposta, 2.957 piccoli risparmiatori italiani hanno richiesto complessivamente 3,33 milioni di azioni. La domanda di questi è stata completamente soddisfatta, attraverso l’assegnazione di 3,33 milioni di azioni.
Sulla base del prezzo di collocamento (9 euro per azione), la capitalizzazione iniziale di Salvatore Ferragamo è stata pari a 1,52 miliardi di euro.
Prendendo in esame i risultati realizzati nel 2010 e il prezzo di collocamento, il rapporto tra prezzo e utile netto si attesta a 31. Il rapporto tra Enterprise value (dato dalla somma tra capitalizzazione e indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2011) e margine operativo lordo del 2010 si colloca a 13,8. L’Ev/Ebit, invece, risulta di poco superiore a 18. Nel prospetto informativo i vertici di Salvatore Ferragamo hanno confrontato questi numeri con i multipli calcolati per i colossi internazionali attivi nel settore del lusso. Per queste società il p/e medio si attesta a 30,7, passando da un minimo di 19,5 per LVMH a un massimo di 41,8 per Richemont. L’EV/Ebitda medio delle società prese come riferimento si attesta a 17,1. Il valore minimo è di 11,5 per LVMH, mentre quello massimo è il 21,8 di Richemont.
Intanto, sulla matricola sono già arrivate le prime indicazioni delle banche d’affari.
Gli analisti di Intermonte hanno iniziato la copertura su Salvatore Ferragamo con un giudizio “Neutrale” e un prezzo obiettivo di 9 euro.
La società di moda è sbarcata a Piazza Affari a 9 euro per azione. Il prezzo delle azioni è stato fissato a metà della forchetta indicata nel corso del collocamento, compresa tra un minimo di 8 euro e un massimo di 10,5.
I proventi netti della quotazione, pari a circa 336 milioni di euro, sono finiti nelle tasche degli azionisti venditori, in quanto l’operazione non prevedeva l’emissione di nuove azioni. I vertici della società hanno segnalato che i costi del collocamento, comprese le spese di pubblicità ed esclusi i costi per il consorzio bancario che ha seguito l’offerta, sono stati pari a circa 4,5 milioni di euro.
Salvatore Ferragamo ha segnalato che l’offerta è stata completamente soddisfatta. La società ha comunicato che nel corso dell’operazione sono arrivate richieste per circa 78,12 milioni di azioni, in rapporto a un’offerta finale di 38,275 milioni di titoli (42,1 milioni compresa la greenshoe).
Gli investitori istituzionali hanno presentato richieste per quasi 75 milioni di titoli. Di queste, 12,04 milioni sono arrivate da 27 investitori italiani, mentre le restanti richieste per 62,8 milioni sono state effettuate da 71 investitori qualificati esteri. Sulla base di questa domanda, Salvatore Ferragamo ha assegnato agli investitori istituzionali poco meno di 39 milioni di azioni, rispettivamente 5,81 milioni a 26 operatori italiani e 33 milioni a 71 investitori esteri.
Dalla parte opposta, 2.957 piccoli risparmiatori italiani hanno richiesto complessivamente 3,33 milioni di azioni. La domanda di questi è stata completamente soddisfatta, attraverso l’assegnazione di 3,33 milioni di azioni.
Sulla base del prezzo di collocamento (9 euro per azione), la capitalizzazione iniziale di Salvatore Ferragamo è stata pari a 1,52 miliardi di euro.
Prendendo in esame i risultati realizzati nel 2010 e il prezzo di collocamento, il rapporto tra prezzo e utile netto si attesta a 31. Il rapporto tra Enterprise value (dato dalla somma tra capitalizzazione e indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2011) e margine operativo lordo del 2010 si colloca a 13,8. L’Ev/Ebit, invece, risulta di poco superiore a 18. Nel prospetto informativo i vertici di Salvatore Ferragamo hanno confrontato questi numeri con i multipli calcolati per i colossi internazionali attivi nel settore del lusso. Per queste società il p/e medio si attesta a 30,7, passando da un minimo di 19,5 per LVMH a un massimo di 41,8 per Richemont. L’EV/Ebitda medio delle società prese come riferimento si attesta a 17,1. Il valore minimo è di 11,5 per LVMH, mentre quello massimo è il 21,8 di Richemont.
Intanto, sulla matricola sono già arrivate le prime indicazioni delle banche d’affari.
Gli analisti di Intermonte hanno iniziato la copertura su Salvatore Ferragamo con un giudizio “Neutrale” e un prezzo obiettivo di 9 euro.
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