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Eni (massimo storico) tiene a galla il mercato

In una Piazza Affari in calo, Eni si è mantenuta intorno alla parità e ha permesso all'indice principale di limitare i danni. Nelle prime fasi di contrattazione il titolo del cane a sei zampe ha registrato il suo massimo storico. Bene anche i raffinatori Erg e Saras, che beneficiano dell'effetto Tamoil.

di Mauro Introzzi 8 giu 2007 ore 17:59
In una Piazza Affari in cui l'orso sembra poter avere il sopravvento sul toro, come succede sugli altri mercati internazionali, c'è un titolo a grande capitalizzazione che ha registrato il suo massimo storico: Eni. Il suo andamento, visto il grosso peso che l'azione ha sul paniere principale milanese, permette a quest'ultimo di non registrare un ribasso ben più elevato.

Nel corso della seduta il cane a sei zampe ha superato di slancio i 26,7 euro e poi ha ripiegato riducendo il proprio progresso. Ma ciò non ha impedito alla società di bruciare il suo nuovo record storico e consolidare sopra i 100 miliardi di euro la propria capitalizzazione. Ma cosa ha permesso ad Eni una performance con una controtendenza così accentuata? Sicuramente la dinamica dei prezzi del petrolio, risalito a quote che non si registravano dallo scorso settembre.

Molto bene anche i raffinatori. Erg e Saras viaggiano entrambe in rialzo. La cessione di Tamoil, avvenuta nelle scorse ore, ha dimostrato che le transazioni per le società del comparto avvengono a multipli ben superiori rispetto alle attese.

La transazione, avvenuta tra il governo libico e il fondo californiano Colony Capital, ha avuto come oggetto il 65% di Tamoil. I prezzi a cui è avvenuta l'operazione valorizza tutta la società 4 miliardi di euro. Ben oltre le cifre che circolavano, che parlavano di prezzi sui 3 miliardi di euro. E un valore ben più alto rispetto a quanto era disposta a pagare Erg, circa 2,5 miliardi di euro.

L'effetto Tamoil è stato stigmatizzato anche da alcuni analisti. Gli esperti di Euromobiliare, dopo aver conosciuto le cifre della transazione, hanno confermato il 'buy' (acquistare) su Saras, con un target price a 4,8 euro, e il loro 'hold' (mantenere) su Erg, con un prezzo obiettivo di 20,8 euro.

Gli analisti della tedesca Hvb hanno confermato a 'buy' (acquistare) il loro giudizio sia su Saras, con un target price di 4,95 euro, che su Erg, che ha un fair value di 22,3 euro. Hvb evidenzia che la valorizzazione di Tamoil è di circa 12-13 volte considerando il multiplo Enterpise Value/Margine operativo per il periodo 2007-2008, contro una media dell'industria di circa 9/8 volte. Saras ed Erg trattano rispettivamente 8,2-7,1 volte e 9,2-7,9 volte gli stessi multipli.

Ma non è solo la vicenda Tamoil a spingere il tandem. Erg ha dichiarato che è finito il programma di manutenzione di ISAB Energy. Saras, invece, potrebbe essere interessata a rilevare delle raffinerie francesi.

Erg ha reso noto di aver completato il programma di manutenzione, durato 40 giorni, dell'impianto di produzione di energia elettrica ISAB Energy. Lo scorso 25 aprile si era verificato un guasto al turbogeneratore, che dovrebbe ripartire nel prossimi giorni. Sulla tempistica, però, il gruppo dei Garrone non ha fornito ulteriori indicazioni.

La società della famiglia Moratti, invece, potrebbe rilevare le raffinerie francesi messe in vendita da Royal Dutch Shell e da Exxon Mobil. La raffineria Berre L'Etang di Shell e quella Fos-sur-Mer di Exxon sono situate nel sud della Francia a ovest di Marsiglia. L'interesse è stato ammesso gli stessi vertici. E in una recente dichiarazione il direttore finanziario del gruppo aveva comunicato che Saras potrebbe espandere la sua esposizione aggiungendo 2 miliardi di euro di debito per finanziare eventuali acquisizioni.

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