Enel Green Power, salgono gli istituzionali
In questi mesi la crescita degli investitori istituzionali nel capitale di Enel Green Power è stata costante, tanto da portare la quota da loro detenuta dall’iniziale 23% del totale al 31% attuale
di Mauro Introzzi 8 nov 2011 ore 11:32
Ad un anno esatto dall’esordio in borsa, in quello che è stato il maggior collocamento del 2010 nel Vecchio Continente, l’azione della controllata di Enel specializzata nelle energie rinnovabili (quotazione Enel Green Power) è sempre più presente nei portafogli degli istituzionali. Soprattutto in quelli dei fondi di investimento internazionali, che hanno scelto la società del gruppo Enel come asset di riferimento per detenere una parte del capitale in gestione nel segmento della cosiddetta “energia pulita”.
Proprio quei fondi che un anno fa, al momento del collocamento in borsa, non avevano mostrato troppo interesse per il titolo, e che nel corso degli ultimi dodici mesi hanno, invece, scoperto l’azione Enel Green Power, un titolo che ha saputo mostrare caratteristiche difensive ed anticicliche.
In questi mesi la salita degli investitori istituzionali nel capitale di Enel Green Power è stata costante, tanto da portare la quota da loro detenuta dall’iniziale 23% del totale al 31% attuale. Una crescita di otto punti percentuali che equivale, agli ultimi valori di capitalizzazione, a circa 670 milioni di euro di investimento aggregato.
Il poco interesse iniziale è stato probabilmente dovuto al momento dello sbarco in borsa della società, proprio in una fase in cui alcuni dei concorrenti principali di Enel Green Power avevano deciso per il delisting, creando una situazione di tensione nel comparto delle energie rinnovabili.
Oggi il 25% dei fondi presenti nel capitale è localizzato negli Stati Uniti, mentre un altro 35% e riferibile all'Europa, inclusa la Gran Bretagna, ed un 3% rappresenta i fondi istituzionali asiatici. Nel quadro attuale gli investitori italiani pesano ormai per poco più del 40%, segnalando una tendenza al riposizionamento geografico dell'azionariato molto simile a quella della capogruppo, a dimostrazione del fatto che Enel Green Power è ormai riconosciuta come una vera e propria multinazionale delle rinnovabili.
Nei programmi di Enel l’attuale 30% di flottante della controllata (che al momento dell’IPO portò in cassa circa 2,5 miliardi di euro) non è destinato a salire, come più volte ribadito dal top management
Per Enel la controllata delle rinnovabili è destinata ad assumere un ruolo crescente. Anche nei conti del gruppo. Se oggi il margine operativo lordo di Enel Green Power contribuisce per circa il 7% a quello consolidato, nel 2015 il suo peso, nelle aspettative dei vertici, è destinato a salire al 10%.
Nel frattempo sono attesi i conti del gruppo relativi ai primi nove mesi del 2011.
Proprio quei fondi che un anno fa, al momento del collocamento in borsa, non avevano mostrato troppo interesse per il titolo, e che nel corso degli ultimi dodici mesi hanno, invece, scoperto l’azione Enel Green Power, un titolo che ha saputo mostrare caratteristiche difensive ed anticicliche.
In questi mesi la salita degli investitori istituzionali nel capitale di Enel Green Power è stata costante, tanto da portare la quota da loro detenuta dall’iniziale 23% del totale al 31% attuale. Una crescita di otto punti percentuali che equivale, agli ultimi valori di capitalizzazione, a circa 670 milioni di euro di investimento aggregato.
Il poco interesse iniziale è stato probabilmente dovuto al momento dello sbarco in borsa della società, proprio in una fase in cui alcuni dei concorrenti principali di Enel Green Power avevano deciso per il delisting, creando una situazione di tensione nel comparto delle energie rinnovabili.
Oggi il 25% dei fondi presenti nel capitale è localizzato negli Stati Uniti, mentre un altro 35% e riferibile all'Europa, inclusa la Gran Bretagna, ed un 3% rappresenta i fondi istituzionali asiatici. Nel quadro attuale gli investitori italiani pesano ormai per poco più del 40%, segnalando una tendenza al riposizionamento geografico dell'azionariato molto simile a quella della capogruppo, a dimostrazione del fatto che Enel Green Power è ormai riconosciuta come una vera e propria multinazionale delle rinnovabili.
Nei programmi di Enel l’attuale 30% di flottante della controllata (che al momento dell’IPO portò in cassa circa 2,5 miliardi di euro) non è destinato a salire, come più volte ribadito dal top management
Per Enel la controllata delle rinnovabili è destinata ad assumere un ruolo crescente. Anche nei conti del gruppo. Se oggi il margine operativo lordo di Enel Green Power contribuisce per circa il 7% a quello consolidato, nel 2015 il suo peso, nelle aspettative dei vertici, è destinato a salire al 10%.
Nel frattempo sono attesi i conti del gruppo relativi ai primi nove mesi del 2011.
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