Dopo BPM-Banco necessarie nuove fusioni - S&P
di Edoardo Fagnani 30 mar 2016 ore 15:36 Le news sul tuo SmartphoneL'annunciata fusione fra Bpm e Banco Popolare è stata il fischio d'inizio di un nuovo round del consolidamento bancario in Italia. Un'opportunità per il settore, ma soprattutto una necessità, visti il gran numero di istituti di dimensioni medio-piccole incapaci di fare economie di scala, scarsamente redditizi, con sistemi di governance poco efficienti, appesantiti dalla massa dai crediti deteriorati e alle prese con una crescita economica anemica e tassi di interesse a zero.
Le candidate di questo processo, spiega Mirko Sanna, analista del settore bancario dell'agenzia di rating Standard & Poor's, sono le banche popolari destinate a diventare spa. Che potrebbero anche diventare l'obiettivo di acquisizioni e scalate.
"Ci aspettavamo che il consolidamento avvenisse nel 2016 e questa fusione non è altro che la conferma di questa previsione", sottolinea Sanna, intervistato dall'Adnkronos. Il consolidamento del settore è "un'opportunità ma anche una necessità per il sistema bancario", che con oltre 500 banche attive è ancora "molto frammentato, con un problema di economia di scala e di efficienza da risolvere".
Per l'analista di S&P il consolidamento in particolare "aiuterà le banche ad affrontare il problema della riduzione dei costi e a migliorare anche la possibilità di incrementare i ricavi in un contesto molto difficile per l'economia".
E la fusione Bpm-Banco Popolare, continua, è l'inizio di un processo che andrà avanti "anche grazie alla riforma delle banche popolari". E sono proprio gli istituti cooperativi, che per decreto del governo dovranno trasformarsi in spa entro la fine di quest'anno, i candidati naturali al consolidamento. (Red/AdnKronos, da adnkronos.com)