La cassaforte di Del Vecchio, nuove regole per il successore (Corriere della Sera)
di Redazione Lapenna del Web 25 mar 2021 ore 07:43 Le news sul tuo SmartphoneDel Vecchio mette mano allo statuto di Delfin, cassaforte di famiglia con asset per oltre 20 miliardi stimati. Ma le modifiche vanno ben oltre le "quattro mura" della holding e potrebbero avere ricadute sulle partecipazioni strategiche in Mediobanca (13% autorizzata a salire fino al 20%), Generali (4,8%) e Unicredit (2%). Lo scrive Mario Gerevini sul Corriere della Sera. Nel caso in cui l’imprenditore 85enne lasciasse la holding, l’opzione più interessante stabilisce una sostituzione automatica con una persona da lui precedentemente designata, che diventerebbe consigliere di classe B. Nella precedente versione del 2017, invece erano previste le dimissioni automatiche del «consigliere B più anziano» di Delfin o qualsiasi altro amministratore designato da Del Vecchio.
Quindi, se prima contestualmente al patron avrebbe dovuto lasciare il posto anche uno tra Mario Notari, Romolo Bardin, Aloyse May e Giovanni Giallombardo (i quattro manager B) dal 17 marzo nessuno si dovrebbe dimettere ma entrerebbe un nuovo o una nuova manager, garantendo la continuità nel mix di competenze. Secondo quanto scritto nell'articolo, comunque, forse Del Vecchio ha già consegnato al cda il nome in busta chiusa.
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