Cosa pensare della flessione dei mercati europei dal 19 settembre 2014?
La flessione delle materie prime, e del petrolio in particolare (-23% dal 1° giugno), viene letta dai mercati come un leading indicator di una crescita mondiale che rallenta
di Redazione Soldionline 15 ott 2014 ore 10:51A cura di Marc Craquelin, Direttore della gestione di Financière de l'Echiquier
L’effetto combinato di alcuni fattori concomitanti giustifica lo storno:
La flessione delle materie prime, e del petrolio in particolare (-23% dal 1° giugno), viene letta dai mercati come un leading indicator di una crescita mondiale che rallenta. Inoltre, la visibilità è penalizzata dai rischi geopolitici in Medio Oriente e in Ucraina cui si aggiungono le incertezze legate all’impatto del virus Ebola sugli scambi a livello mondiale.
In Europa, gli indicatori economici inferiori alle attese spingono gli investitori a fare degli arbitraggi geografici orientando i flussi verso le economie emergenti. La BCE non ha del resto ancora fornito una risposta convincente di fronte al basso tasso di inflazione mentre si riaccendono i timori di uno scenario «alla giapponese» per l’Eurozona.
Queste aspettative di inflazione al ribasso, come dimostra il calo degli swap sull’inflazione, tornano a profilarsi negli Stati Uniti e alimentano i timori di un rallentamento della crescita americana. Per concludere, l’avvio dell’uscita dal «quantitative easing» della FED ha spinto gli investitori a prendere profitti su alcune società prima della pubblicazione dei dati del terzo trimestre.
Alcune tendenze di fondo possono tuttavia sostenere il mercato a medio termine:
I bassi prezzi delle materie prime e delle fonti energetiche depongono a favore del potere di acquisto dei consumatori europei. Il deprezzamento dell’euro dal 1° giugno, rispetto tra l’altro al dollaro (1,26 a fine settembre 2014), è un fattore positivo per l’Europa e, in particolare, per le aziende esportatrici. La BCE rimane attiva, sotto la guida di M. Draghi. Siamo fiduciosi che saprà adottare misure innovative di sostegno per la crescita e di lotta contro il rischio deflazionistico. I tassi di interesse rimangono molto bassi, favorendo la ripresa del rischio da parte degli investitori e consentendo alle aziende di contenere gli oneri finanziari. Da sottolineare infine la buona tenuta delle obbligazioni "investment grade", che fanno sicuramente la differenza tra lo storno attuale e la crisi borsistica del 2008!
Cosa fare in questo scenario?
Il movimento al ribasso dei mercati europei secondo noi non si è esaurito. Nel breve termine prediligiamo quindi i fondi diversificati come ARTY. Risponde alle attese degli investitori alla ricerca di una volatilità controllata attraverso un portafoglio equilibrato tra azioni e obbligazioni corporate. Il fondo ha reagito positivamente alle turbolenze estive grazie alla sua strategia mobile.Continuiamo a sostenere che le fasi di storno offrono delle opportunità per i fondi azionari. Nel medio termine, Echiquier Major è ben posizionato per approfittare del quadro attuale. Dedicato alle grandi società europee di crescita, il fondo è esposto naturalmente ai grandi esportatori europei che trarranno vantaggio nei prossimi mesi da condizioni di finanziamento favorevoli.