Prysmian, i conti del 1° trimestre 2023
Il management di Prysmian ha confermato le stime finanziarie per l’intero 2023.
di Redazione Soldionline 11 mag 2023 ore 14:32
Prysmian ha comunicato i risultati finanziari del 1° trimestre del 2023, periodo caratterizzato da una crescita dei ricavi e della redditività.
Inoltre, il management ha confermato le stime finanziarie per l’intero 2023.
La società – quotata al FTSEMib e attiva nel settore dei sistemi in cavo per energia e telecomunicazioni - ha terminato il primo trimestre del 2023 con ricavi per 3,99 miliardi di euro, in aumento dell’8,6% rispetto ai 3,68 miliardi di euro ottenuti nei primi tre mesi dell’anno precedente, registrando performance migliori rispetto alle aspettative in pressoché tutti i business e aree geografiche; la variazione organica dei ricavi è stata del 9%. Il consensus degli analisti, pubblicato sul sito internet della società, indicava un fatturato di 3,83 miliardi di euro.
Il margine operativo lordo adjusted è salito da 288 milioni a 427 milioni di euro (+48,3%), superiore ai 358 milioni stimati dagli analisti; di conseguenza la marginalità è stata pari al 10,7%.
Il risultato operativo adjusted è aumentato del 68,7% a 339 milioni di euro.
Prysmian ha terminato il primo trimestre del 2023 con un utile netto di 182 milioni di euro, risultato che si confronta con i 126 milioni contabilizzati nei primi tre mesi dell’anno precedente.
A fine marzo 2023 l’indebitamento netto era salito a 2,07 miliardi di euro, rispetto agli 1,42 miliardi di inizio anno e oltre aspettative (2,03 miliardi). Nell’intero trimestre la società ha investito complessivamente 473 milioni di euro.
Il management di Prysmian ha confermato le stime finanziarie per l’intero 2023.
La società prevede di realizzare un EBITDA Adjusted compreso tra gli 1,38 miliardi e gli 1,53 miliardi di euro. Inoltre, il management stima di generare flussi di cassa nell’intervallo di 450-550 milioni di euro (free cash flow prima di acquisizioni e dismissioni).
Le previsioni si basano sull’assenza di cambiamenti rilevanti sia nella crisi geopolitica relativa al conflitto militare in Ucraina che nell’evoluzione dell’emergenza sanitaria e non assumono dinamiche estreme nei prezzi dei fattori produttivi o significative discontinuità delle catene di approvvigionamento.
