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Poste Italiane, i conti del primo trimestre 2022

Poste Italiane ha segnalato che la struttura dei costi del gruppo include un’esposizione limitata nei confronti dei settori caratterizzati da elevata pressione sui prezzi.

di Redazione Soldionline 12 mag 2022 ore 07:28

poste-italiane-palazzo_1Poste Italiane ha comunicato i risultati economici e finanziari del 1° trimestre 2022, periodo chiuso con ricavi e redditività in aumento e superiori al consensus degli analisti.

 

Nel dettaglio, Poste Italiane ha terminato i primi tre mesi dell’anno con ricavi per 2,97 miliardi di euro, in aumento dell’1,4% rispetto ai 2,93 miliardi realizzati nello stesso periodo dell’anno precedente. In forte miglioramento il risultato operativo, che è salito da 620 milioni a 694 milioni di euro (+11,8%). Poste Italiane ha terminato il trimestre con un utile netto di 495 milioni di euro, rispetto ai 447 milioni contabilizzati nei primi tre mesi del 2021.

I risultati trimestrali sono stati migliori del consensus degli analisti (pubblicato sul sito Internet della società), che indicavano ricavi e utile netto rispettivamente a 2,94 miliardi e 461 milioni di euro.

 

A fine marzo 2022 la posizione finanziaria netta era positiva per 7,08 miliardi di euro, rispetto ai 7,16 miliardi di inizio anno. Sempre fine marzo le Attività Finanziarie Totali risultavano pari a 582 miliardi di euro in in calo di 4 miliardi di euro rispetto al dato di inizio anno, come conseguenza di 2 miliardi di raccolta netta e di un effetto di mercato negativo sui valori degli attivi pari a 6 miliardi, connesso all'aumento dei tassi di interesse.

 

Il management di Poste Italiane ha segnalato che la struttura dei costi del gruppo include un’esposizione limitata nei confronti dei settori caratterizzati da elevata pressione sui prezzi.

Inoltre, Poste Italiane beneficia di azioni poste in essere in momenti di mercato favorevoli, finalizzate a mitigare le oscillazioni di prezzo dei fattori produttivi, come ad esempio operazioni di copertura dal rischio di oscillazione dei prezzi del carburante ovvero stipula di forniture con prezzi “bloccati” per tutto l’anno in corso e parte del 2023.

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