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ENI, i risultati del primo trimestre 2020

ENI ha registrato un forte calo dei ricavi e della redditività, in seguito all’effetto combinato della crisi indotta dal COVID-19 e dalla caduta dei prezzi dell’energia

di Redazione Soldionline 24 apr 2020 ore 18:33

eni_20ENI ha chiuso il primo trimestre 2020 con un forte calo dei ricavi e della redditività, in seguito all’effetto combinato della crisi economica indotta dal COVID-19 e dalla caduta dei prezzi dell’energia.

Riviste le stime per il biennio 2020/2021.

 

ENI, i risultati del primo trimestre 2020

ENI ha chiuso il primo trimestre del 2020 con ricavi pari a 13,87 miliardi di euro, in flessione del 25% rispetto ai 18,54 miliardi di euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Il trimestre è andato in archivio con una perdita operativa di 1,1 miliardi di euro, rispetto al valore positivo di 2,52 miliardi dei primi tre mesi dello scorso anno. L’utile operativo adjusted è stato pari a 1,31 miliardi di euro, in contrazione del 44% rispetto ai 2,35 miliardi dei primi tre mesi del 2019.

Nel trimestre ENI ha registrato una perdita netta di 2,93 miliardi di euro, rispetto all’utile di 1,09 miliardi contabilizzato nello stesso periodo dello scorso anno, determinata principalmente dall’allineamento del valore delle scorte ai prezzi correnti. A livello adjusted l’utile netto è sceso da 992 milioni a 59 milioni di euro.

La produzione di idrocarburi del trimestre è stata pari a 1,77 milioni di barili equivalenti al giorno, in calo del 3,6%. Al netto dell’effetto prezzo, la variazione è spiegata per il 50% dalla riduzione di produzione in Libia dovuta agli effetti di un fattore contrattuale, cause di forza maggiore e minori attribuzioni in rapporto alla minore spesa, i cui effetti hanno più che compensato i contributi di portafoglio (Norvegia). Il rimanente 50% è legato all’effetto di riduzione della domanda gas (principalmente Egitto).

 

ENI, le stime degli analisti sul primo trimestre 2020

Le previsioni pubblicate sul sito di ENI indicavano un risultato operativo adjusted pari a 1,1 miliardi di euro e un utile netto adjusted di 0,24 miliardi di euro.

La produzione era stimata a 1,81 barili equivalenti al giorno.

 

ENI, sale l’indebitamento a fine marzo 2020

Al 31 marzo l’indebitamento finanziario netto di ENI era pari a 18,68 miliardi di euro, in aumento di 1,55 miliardi rispetto al valore di inizio anno (17,13 miliardi) e con un leverage (rapporto tra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto comprese le interessenze di terzi) di 0,28 (0,24 a inizio anno). Alla stessa data il Cane a sei zampe disponeva di una riserva di liquidità di circa 16 miliardi di euro.

Nel primo trimestre ENI ha generato un flusso di cassa operativa di 975 milioni di euro (-54%), con un assorbimento di cassa da capitale circolante tipico del primo trimestre dell’anno dovuto principalmente alla stagionalità delle vendite.

Gli investimenti netti sono stati pari a 1,91 miliardi di euro (in linea con il valore del primo trimestre 2019), finanziati interamente dal flusso di cassa ante variazione circolante al costo di rimpiazzo.

 

ENI, le stime per il 2020

ENI ha definito le proprie risposte allo scenario di crisi in atto rivedendo il piano industriale per il 2020 e il 2021 con l’obiettivo di salvaguardare la solidità del proprio bilancio. A questo proposito il management ha aggiornato le previsioni del prezzo Brent riducendole a 45 e a 55 dollari al barile per il 2020 e per il 2021.

Per l’intero 2020 ENI conta di investire in capitale fisso (capex) 2,3 miliardi di euro, pari al 30% del budget originario. La manovra è concentrata quasi interamente nell’upstream con rifasatura di alcuni progetti, che potranno essere riavviati rapidamente al ripresentarsi delle condizioni ottimali consentendo il recupero della produzione correlata. Inoltre il management ha programmato un riduzione di ulteriori 2,5-3 miliardi nel 2021, pari al 30-35% di quanto originariamente previsto per lo stesso anno a piano.

Allo scenario 2020 di 45 dollari al barile è previsto un flusso di cassa ante variazioni del working capital adjusted di 7,3 miliardi di euro. Il management stima una variazione del flusso di cassa di circa 180-190 milioni per un barile di variazione del prezzo del petrolio Brent e di proporzionali variazioni dei prezzi del gas.

Nel 2020 la produzione è attesa a 1,75-1,80 barili equivalenti al giorno, in riduzione rispetto alle precedenti previsioni a causa dei tagli capex ed effetti COVID-19, riduzione domanda gas mondiale (ed estensione della forza maggiore in Libia per tutto il primo semestre. Inoltre, le stime di produzione non comprendono gli effetti dei tagli OPEC+ recentemente annunciati.

ENI prevede anche azioni diffuse di saving dei costi per circa 600 milioni di euro nel 2020.

Infine, il Cane a sei zampe ha sospeso il programma di acquisto di azioni proprie 2020. Il piano sarà riconsiderato nel momento in cui la previsione del prezzo Brent per l’anno di riferimento (parametro per la decisione di attivazione del piano di buy-back) tornerà a essere almeno uguale a 60 dollari al barile.

 

ENI, le indicazioni dalla conference call

Nel corso della conference call a commento dei risultati del primo trimestre del 2020, l’amministratore delegato di ENI, Claudio Descalzi, non ha fornito indicazioni sulla politica dei dividendi, rimandando a luglio per un eventuale aggiornamento.

Il manager non esclude una ripresa dell’attività operativa nel secondo trimestre, ma ha precisato che lo scenario di riferimento resta caratterizzato da elevata incertezza.

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