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Campari, i numeri dei primi nove mesi del 2017

Ricavi e redditività in aumento. Il management di Campari resta fiducioso sul conseguimento di una performance positiva nell’anno per i principali indicatori

di Edoardo Fagnani 7 nov 2017 ore 11:26

Campari ha terminato i primi nove mesi del 2017 con ricavi per 1,28 miliardi di euro, in aumento dell’8,1% rispetto agli 1,18 miliardi contabilizzati nello stesso periodo dello scorso esercizio. Il management ha precisato che la crescita organica delle vendite è stata pari al 6,2%. L’effetto cambi è stato leggermente positivo e pari a +0,3%, per effetto di un impatto negativo nel terzo trimestre, dovuto al progressivo rafforzamento dell’euro rispetto alle principali valute. In aumento anche il margine operativo lordo rettificato, che è salito da 272,7 milioni a 299,3 milioni di euro (+9,8%).

Campari ha terminato il periodo gennaio-settembre con un utile ante imposte rettificato di 224,6 milioni di euro, in aumento del 22,3% rispetto ai 183,7 milioni dei primi nove mesi del 2016.

 

campari-logoA fine settembre l’indebitamento netto del gruppo era sceso a 1,08 miliardi di euro, rispetto agli 1,19 miliardi di inizio anno, grazie alla sostenuta generazione di cassa e inclusivo dei proventi dalla cessione dei business vinicoli cileno e francese e dei brand Carolans e Irish Mist.

 

Il management di Campari resta fiducioso sul conseguimento di una performance positiva nell’anno per i principali indicatori, trainata dalla sovraperformance delle marche a priorità globale e regionale a elevata marginalità nei mercati principali. I vertici si attendono che la marginalità lorda possa continuare a beneficiare del mix favorevole delle vendite, ancorché impattata da effetti inflazionistici sui costi dei materiali nei mercati emergenti e da rialzi nei prezzi di alcune materie prime.

Inoltre, la marginalità operativa nel quarto trimestre beneficerà della graduale normalizzazione degli investimenti pubblicitari e dei costi di struttura.

Infine, il management si attende un’ulteriore riduzione del livello di indebitamento finanziario per la fine del 2017, per effetto delle cessioni di business non-core e attività immobiliari, oltre a quanto determinato dal sostenuto flusso di cassa generato dal nostro business.

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