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Collocamento Enel Green Power, la società e le politiche di incentivazione

Enel Green Power può contare su un mix di attività che, rispetto ad altre aziende attive nel settore, risulta meno dipendente dalle politiche di incentivazioni

di Redazione Soldionline 28 ott 2010 ore 14:43
Enel Green Power (lo speciale di Soldionline.it sull'ipo di Enel Green Power) può contare su un mix di attività che, rispetto ad altre aziende attive nel settore delle energie da fonti rinnovabili, risulta meno dipendente dalle politiche di incentivazioni adottate dai vari paesi. Nel prospetto informativo, infatti, la società ha ricordato che diversi paesi hanno adottato da alcuni anni una politica di sostegno attivo ai progetti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Queste forme di incentivazione possono incidere in maniera significativa sulle prospettive reddituali della produzione da fonti rinnovabili per gli operatori del settore e fanno dipendere l’attività operativa delle aziende da fattori esterni poco controllabili. Per questo la società ha deciso di perseguire una strategia di investimento volta a massimizzare la redditività mantenendo una limitata dipendenza dalle politiche di incentivazione. Enel Green Power ha ricordato che la parte dei ricavi riveniente dall’incentivazione è pari, per l’esercizio 2009 e per il primo semestre 2010, rispettivamente solamente al 24% e al 22% dei ricavi totali. Inoltre, sempre a fine giugno, la percentuale di energia elettrica prodotta dal gruppo e soggetta a incentivazione era pari al 35% (dato storico che tiene conto dell’acquisizione di Ecyr dal 1° aprile 2010). Tale percentuale è destinata ad essere incrementata per effetto dei progetti di sviluppo in corso.

Connesso a questo elemento, Enel Green Power ha segnalato che una quota compresa tra il 75% e l’80% della produzione di energia elettrica arriva da impianti idroelettrici (circa metà della produzione del gruppo) e da impianti geotermici (il 25% della produzione totali), caratterizzati da un elevato tasso di sfruttamento. La società ha evidenziato che il load factor per i primo si attesta intorno al 50%, mentre per i secondi supera l’80%. Enel Green Power ha ricordato che solo gli impianti nucleari e gli impianti termoelettrici alimentati a carbone possono contare su un tasso di sfruttamento degli impianti simile. Gli impianti eolici e solari del gruppo, infatti, evidenziano un load factor nell’ordine del 20-25%. Nel caso di Enel Green Power il load factor medio è del 44%, contro il 26 -29% dei competitor quotati, che hanno un parco installato prevalentemente eolico.
Il load factor è definito come rapporto tra la produzione di energia annua netta e la produzione annua teorica di un impianto e consente di confrontare le diverse tecnologie, comparando la produzione effettiva ottenuta alla massima producibilità teorica. Logicamente un load factor più elevato consente una maggiore redditività dell’investimento effettuato.

Tra le criticità, va evidenziato che i circa 3,4 miliardi di euro che potrebbero essere raccolti (supponendo la sottoscrizione integrale delle azioni al prezzo massimo di 2,1 euro e l’esercizio integrale della greenshoe) finiranno interamente all’azionista venditore Enel. Di conseguenza, Enel Green Power non potrà contare su queste risorse per finanziare i propri progetti di crescita. Tuttavia, il management dell’azienda ha evidenziato che i piani di investimento del gruppo saranno finanziati facendo ricorso alla liquidità generata dalle attività operative e sfruttando la leva del debito, in quanto, stando agli ultimi dati comunicati, la società risulta sufficientemente patrimonializzata.
È stata infatti confermata dal management Enel l’operazione di ricapitalizzazione di Enel Green Power attraverso la cancellazione di un debito verso la capogruppo da 3,7 miliardi di euro. Con questa operazione Enel Green Power ha raggiunto un rapporto debiti/ebitda di 2,5.
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