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Come funziona l'aumento di capitale di Cattolica Assicurazioni

Le opzioni a disposizione di chi era già azionista sono 3: partecipare integralmente per la quota di sua spettanza, partecipare parzialmente o cedere in toto i diritti

di Mauro Introzzi 18 nov 2014 ore 11:44

Lo scritto seguente non intende fornire alcun consiglio d’investimento, ma indicare alcune modalità operative nell'ambito dell’operazione di aumento di capitale di Cattolica Assicurazioni

Diversi utenti ci hanno chiesto di spiegare come funziona l’aumento di capitale di Cattolica Assicurazioni. Per fornire una spiegazione dettagliata, riprendiamo l’analisi elaborata per le precedenti ricapitalizzazioni e operiamo una simulazione sulla base delle possibilità a disposizione di chi era già azionista a inizio aumento di capitale e si trova quindi a dover scegliere se partecipare o meno alla ricapitalizzazione di Cattolica Assicurazioni.

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cattolica-assicurazioni3Il primo giorno di aumento di capitale, lo scorso lunedì 10 novembre, dal titolo azionario della società è stato staccato un diritto, che è stato assegnato gratuitamente agli azionisti. Quest'ultimo rappresenta l’opzione (per l’azionista) di partecipare all’aumento di capitale alle condizioni stabilite, ossia la sottoscrizione di 21 nuove azioni ogni 10 diritti posseduti, a un prezzo unitario di 4,25 euro. In questo modo la quota del singolo azionista nel capitale dell’istituto non sarà diluita, nel senso che il peso della partecipazione del socio in rapporto al totale del capitale non scenderà.
A questo proposito, nel prospetto informativo, Cattolica Assicurazioni ha segnalato che gli azionisti che decidessero di non sottoscrivere l’offerta per la parte di loro competenza e nel caso di integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale, subirebbero una diluizione massima della loro partecipazione pari al 67,42%.

Logicamente chi non vuole incrementare il proprio impegno in Cattolica Assicurazioni può decidere di non partecipare all’aumento di capitale. In questo caso l’azionista può cedere sul mercato i diritti che gli sono stati assegnati. Questi titoli, infatti, sono contrattati come fossero un normale titolo azionario.
Tuttavia, a differenza delle azioni, i diritti hanno una scadenza e nel caso di Cattolica Assicurazioni l’ultimo giorno di contrattazione dei diritti è venerdì 21 novembre. Va ricordato che gli operatori consigliano di vendere i diritti senza aspettare gli ultimi giorni di contrattazione degli stessi, sedute caratterizzate da volatilità molto elevata. E non va trascurato il fatto che il valore dei diritti negli ultimi giorni di contrattazioni potrebbe azzerarsi.

Ma esistono anche numerose opzioni intermedie. Ovvero si può vendere una parte dei diritti e utilizzare la somma incassata per acquistare nuove azioni, esercitando i diritti rimasti in portafoglio.

Proviamo a chiarire maggiormente il quadro con alcuni esempi numerici. Un investitore che aveva in carico 1.000 azioni ordinarie di Cattolica Assicurazioni a 9,9 euro (prezzo di chiusura di venerdì 7 novembre) si è trovato lunedì mattina 10 novembre con 1.000 azioni in carico a 6,075 euro e 1.000 diritti a 3,282 euro. Quindi, fino a questo momento, l’operazione per l’azionista è neutrale.
Come ricordato, le opzioni a disposizione sono tre. La prima è quella di cedere i propri diritti, sulla base del prezzo dei titoli sul mercato, diluendo la propria partecipazione. La seconda è quella di utilizzare i 1.000 diritti per sottoscrivere 2.100 azioni a un prezzo unitario di 4,25 euro, che equivale a una spesa aggiuntiva di circa 8.925 euro. A fine aumento di capitale l’azionista avrà in portafoglio 3.100 azioni con un prezzo che sarà risultate dalla media ponderata dei due acquisti. L’ultima opzione comprende innumerevoli possibilità è può essere considerata la via di mezzo delle precedenti. Un’alternativa, ad esempio, è quella di vendere 500 diritti ed esercitare i restanti 500 diritti, sottoscrivendo 1.050 nuove azioni. In questo modo una parte della spesa di 4.462,5 euro (1.050 x 4,25 euro) può essere coperta con la somma incassata dalla vendita dei diritti. In questo modo. A fine aumento di capitale l’azionista avrà in portafoglio 2.050 azioni.

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