BPM, uno sguardo ai rischi
Il prospetto informativo ha dato ampio risalto ai rischi connessi agli assetti proprietari della banca. L’attività dell’istituto è esposta al rischio di credito
di Edoardo Fagnani 17 nov 2011 ore 17:10
Nel prospetto informativo dell’aumento di capitale, la Popolare di Milano ha ricordato che nel periodo dal 27 settembre 2010 al 4 marzo 2011, l’istituto è stato sottoposto ai periodici accertamenti ispettivi della Banca d’Italia. Al termine di queste ispezioni, Bankitalia ha emesso un giudizio “parzialmente sfavorevole” nei confronti della Popolare di Milano, avendo rilevato profili di criticità connessi agli assetti tecnico-organizzativi, al presidio dei sistemi di controllo interni, alla governance nonché alla struttura della banca. A fronte delle criticità rilevate, la Banca d’Italia ha chiesto, tra l'altro, alla Popolare di Milano di adottare fattori di ponderazione per alcune tipologie dei propri attivi particolarmente prudenziali fino alla risoluzione delle carenze rilevate in sede ispettiva.
Inoltre, l’istituto ha dedicato ampio spazio ai rischi connessi alla crisi finanziaria che ha colpito l’Europa e, in particolare l’Italia. Questo contesto negativo, oltre ad aver contribuito ad accelerare il deterioramento dello stato della finanza pubblica dei Paesi dell’Unione Europea, ha colpito in particolare i sistemi bancari più esposti ai debiti sovrani, causando un progressivo peggioramento della crisi e della pressione subita dal mercato Italiano a partire dal mese di luglio. La Popolare di Milano ha segnalato che a fine giugno il portafoglio dell’istituto in titoli governativi era composto per il 99,7% da titoli di Stato italiani, per un ammontare complessivo di quasi 6 miliardi di euro. Alla stessa data e non risultano esposizioni significative verso altri paesi.
Questo scenario ha determinato, anche per la Popolare di Milano, un rallentamento dell’attività ordinaria, un incremento del costo dell’attività di finanziamento, una diminuzione del valore delle attività per effetto della diminuzione dei corsi azionari e obbligazionari, e ulteriori costi derivanti da svalutazioni e deprezzamenti, con conseguente diminuzione della profittabilità.
Il prospetto informativo ha dato ampio risalto ai rischi connessi agli assetti proprietari della banca. La Popolare di Milano ha ricordato che i soci di banche popolari possano esprimere un solo voto a prescindere dal numero di azioni possedute. Di conseguenza, considerato anche che la partecipazione dei soci alle assemblee della banca è generalmente limitata rispetto al numero complessivo degli aventi diritto, gli azionisti dipendenti assumono un peso superiore alle quote di capitale detenute, procedendo di fatto a nominare la maggioranza dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio di Sorveglianza. La Popolare di Milano ha ricordato che nel caso in cui la partecipazione alle assemblee della banca da parte dei soci dipendenti continuasse ad essere prevalente rispetto a quella degli altri azionisti, i dipendenti potrebbero anche esercitare in futuro un peso rilevante nell’assunzione delle decisioni da parte dell’organo assembleare.
Senza dimenticare che l’attività dell’istituto, come quelle delle principali banche italiane, è esposta al rischio di credito, ossia al rischio che un debitore non adempia alle proprie obbligazioni o che il relativo merito creditizio subisca un peggioramento. La Popolare di Milano ha ricordato che il perdurare della situazione di crisi dei mercati del credito, il deterioramento delle condizioni dei mercati dei capitali e il rallentamento dell’economia globale potrebbero avere riflessi negativi sulla capacità della clientela di onorare gli impegni e determinare, conseguentemente, un significativo peggioramento della qualità del credito. Nel dettaglio, a fine giugno, i crediti deteriorati erano pari a 2,85 miliardi di euro, pari al 7,8% del portafoglio crediti dell’istituto. A inizio anno questa percentuale era del 7,6%. Sempre a fine giugno le attività deteriorate nette erano pari a 2,15 miliardi di euro, con un’incidenza del 6% portafoglio crediti della banca.
L’istituto ha ricordato di essere esposto al settore immobiliare anche attraverso attività di finanziamento a società edili/immobiliari e fondi immobiliari, classificati dall’istituto come controparti i cui flussi di cassa sono in prevalenza, o esclusivamente, generati dalla costruzione e/o locazione e/o dalla compravendita di immobili. Al 30 giugno, l’esposizione dei finanziamenti riconducibili al settore definito “immobiliare allargato” è pari a 21,8 miliardi di euro, di cui 8,1 miliardi erogati come mutui ipotecari a famiglie per acquisto di abitazioni. Complessivamente, il settore immobiliare allargato rappresenta il 31,3% del totale dei crediti lordi accordati alla clientela della Popolare di Milano.
Infine, il prospetto informativo ha segnalato che la Popolare di Milano è parte in numerosi procedimenti giudiziari di varia natura. Di conseguenza, l’istituto ha costituito nel proprio bilancio un fondo contenzioso legale destinato a coprire le passività che potrebbero derivare da queste vertenze giudiziali. Nel dettaglio, a fine 2010 l’ammontare di questo fondo era pari a 28,96 milioni di euro.
La Popolare di Milano ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di questi procedimenti non possa avere un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica dell’istituto.
Inoltre, l’istituto ha dedicato ampio spazio ai rischi connessi alla crisi finanziaria che ha colpito l’Europa e, in particolare l’Italia. Questo contesto negativo, oltre ad aver contribuito ad accelerare il deterioramento dello stato della finanza pubblica dei Paesi dell’Unione Europea, ha colpito in particolare i sistemi bancari più esposti ai debiti sovrani, causando un progressivo peggioramento della crisi e della pressione subita dal mercato Italiano a partire dal mese di luglio. La Popolare di Milano ha segnalato che a fine giugno il portafoglio dell’istituto in titoli governativi era composto per il 99,7% da titoli di Stato italiani, per un ammontare complessivo di quasi 6 miliardi di euro. Alla stessa data e non risultano esposizioni significative verso altri paesi.
Questo scenario ha determinato, anche per la Popolare di Milano, un rallentamento dell’attività ordinaria, un incremento del costo dell’attività di finanziamento, una diminuzione del valore delle attività per effetto della diminuzione dei corsi azionari e obbligazionari, e ulteriori costi derivanti da svalutazioni e deprezzamenti, con conseguente diminuzione della profittabilità.
Il prospetto informativo ha dato ampio risalto ai rischi connessi agli assetti proprietari della banca. La Popolare di Milano ha ricordato che i soci di banche popolari possano esprimere un solo voto a prescindere dal numero di azioni possedute. Di conseguenza, considerato anche che la partecipazione dei soci alle assemblee della banca è generalmente limitata rispetto al numero complessivo degli aventi diritto, gli azionisti dipendenti assumono un peso superiore alle quote di capitale detenute, procedendo di fatto a nominare la maggioranza dei componenti del Consiglio di Amministrazione e del Consiglio di Sorveglianza. La Popolare di Milano ha ricordato che nel caso in cui la partecipazione alle assemblee della banca da parte dei soci dipendenti continuasse ad essere prevalente rispetto a quella degli altri azionisti, i dipendenti potrebbero anche esercitare in futuro un peso rilevante nell’assunzione delle decisioni da parte dell’organo assembleare.
Senza dimenticare che l’attività dell’istituto, come quelle delle principali banche italiane, è esposta al rischio di credito, ossia al rischio che un debitore non adempia alle proprie obbligazioni o che il relativo merito creditizio subisca un peggioramento. La Popolare di Milano ha ricordato che il perdurare della situazione di crisi dei mercati del credito, il deterioramento delle condizioni dei mercati dei capitali e il rallentamento dell’economia globale potrebbero avere riflessi negativi sulla capacità della clientela di onorare gli impegni e determinare, conseguentemente, un significativo peggioramento della qualità del credito. Nel dettaglio, a fine giugno, i crediti deteriorati erano pari a 2,85 miliardi di euro, pari al 7,8% del portafoglio crediti dell’istituto. A inizio anno questa percentuale era del 7,6%. Sempre a fine giugno le attività deteriorate nette erano pari a 2,15 miliardi di euro, con un’incidenza del 6% portafoglio crediti della banca.
L’istituto ha ricordato di essere esposto al settore immobiliare anche attraverso attività di finanziamento a società edili/immobiliari e fondi immobiliari, classificati dall’istituto come controparti i cui flussi di cassa sono in prevalenza, o esclusivamente, generati dalla costruzione e/o locazione e/o dalla compravendita di immobili. Al 30 giugno, l’esposizione dei finanziamenti riconducibili al settore definito “immobiliare allargato” è pari a 21,8 miliardi di euro, di cui 8,1 miliardi erogati come mutui ipotecari a famiglie per acquisto di abitazioni. Complessivamente, il settore immobiliare allargato rappresenta il 31,3% del totale dei crediti lordi accordati alla clientela della Popolare di Milano.
Infine, il prospetto informativo ha segnalato che la Popolare di Milano è parte in numerosi procedimenti giudiziari di varia natura. Di conseguenza, l’istituto ha costituito nel proprio bilancio un fondo contenzioso legale destinato a coprire le passività che potrebbero derivare da queste vertenze giudiziali. Nel dettaglio, a fine 2010 l’ammontare di questo fondo era pari a 28,96 milioni di euro.
La Popolare di Milano ritiene che l’eventuale risultato sfavorevole di questi procedimenti non possa avere un effetto negativo rilevante sulla situazione finanziaria ed economica dell’istituto.
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