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BORSE, ANCORA UN CROLLO!

Nella seduta odierna si sono aggiunte anche le tensioni politiche tra Corea del Nord e Corea del Sud. Sempre sotto pressione i bancari, anche oggi venduti

di Edoardo Fagnani 23 nov 2010 ore 17:54
Ancora una seduta negativa per Piazza Affari e per le principali borse europee. Resta sotto i riflettori la situazione politica e finanziaria in Irlanda. Secondo quanto riportato dalla stampa, l’agenzia Moody’s potrebbe tagliare di diversi livelli il rating sul debito del paese. Nella seduta odierna si sono aggiunte anche le tensioni politiche tra Corea del Nord e Corea del Sud. Sempre sotto pressione i bancari, anche oggi venduti a mani basse. In generale ribasso i petroliferi. Male la galassia Ligresti. Da segnalare anche la performance negativa di Prysmian, mentre ha brillato Gemina. Il FTSEMib ha ceduto il 2,07% a 19.951 punti, molto vicino al minimo di giornata (19.943 punti). Il FTSE Italia All Share ha subito una flessione del 2,02% a 20.591 punti. In rosso anche il FTSE Italia Mid Cap (-2,03%) e il FTSE Italia Star (-1,84%). Il controvalore degli scambi nella seduta odierna è stato pari a 3,42 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 2,71 miliardi di ieri. Su 327 titoli trattati, 268 hanno terminato la giornata con il segno meno, mentre le performance positive sono state solo 44. Invariate le restanti 15 azioni. L’euro scivola sotto gli 1,34 dollari, mentre l’oro sale a 1.375 dollari.

Anche oggi sotto pressione i bancari. IntesaSanpaolo ha registrato una flessione del 3,46% a 2,1625 euro. Il numero uno dell’istituto, Corrado Passera, ha nuovamente smentito la necessità per la banca di procedere con un aumento di capitale. Il manager ha segnalato che gli ultimi dati trimestrali confermano la solidità della banca. Male anche Unicredit (-2,23% a 1,624 euro), protagonista di una seduta sulle montagne russe. Il numero uno dell’istituto, Federico Ghizzoni, ha dichiarato che al momento non ci sono trattative per cedere attività nell’Europa dell’Est. Al contrario, il manager ha ribadito la volontà di rafforzare la presenza in quell’area. Ribassi nell’ordine del 3% per Mediobanca (-3,09%), Monte dei Paschi di Siena (-3,01%) e la Popolare di Milano (–2,71%).

In generale ribasso i petroliferi. Eni ha subito una flessione del 2,04% a 15,86 euro. Il colosso petrolifero ha ufficializzato l’emissione di un prestito obbligazionario della durata di 7 anni per un ammontare di un miliardo di euro. Il bond paga una cedola annua del 3,5% ed è stato emesso a un prezzo di 99,577%. A due velocità Saipem (-0,31% a 31,95 euro) e Tenaris (+0,94% a 16,09 euro). In forte ribasso Saras (-3,38% a 1,345 euro) ed Erg (-1,93% a 9,395 euro). Vendite anche su Enel (-2,24% a 3,82 euro) e sulla controllata Enel Green Power (-0,38% a 1,594 euro). In rosso Snam Rete Gas (-0,4%) e Terna (-1,07%).
A2A ha perso l’1,77% a 1,052 euro. Secondo quanto riportato dalla stampa, entro la fine del primo semestre del 2011 la municipalizzata milanese potrebbe cedere il 23,5% detenuto in MetroWeb. L’operazione rientra nel programma di cessione delle attività non strategiche, con l’obiettivo di ridurre il livello di indebitamento.

Tra gli assicurativi ancora in difficoltà la galassia Ligresti. Fondiaria-Sai ha registrato uno scivolone del 3,4% a 6,11 euro. La compagnia convocherà l’assemblea straordinaria degli azionisti con all’ordine del giorno la delega ad aumentare il capitale, per un importo massimo di 460 milioni di euro. La holding di controllo Premafin (-1,89% a 0,83 euro) ha deciso di non modificare l'ammontare dell'aumento di capitale, fissato a 225,7 milioni di euro. La holding destinerà almeno 100 milioni di euro alla sottoscrizione dell’aumento di capitale di Fondiaria-Sai. In forte ribasso anche Generali (-2,41%) e Unipol (-2,89%).

Le vendite non risparmiano i telefonici. Telecom Italia ha terminato la giornata con una flessione dell’1,83% a 0,9925 euro. Performance peggiore per Tiscali (-3,33%a  0,087 euro). Segno più solo per FastWeb (+0,17%).

Tra luci e ombre gli editoriali. Chiusura negativa per Seat e Telecom Italia Media, che hanno perso rispettivamente il 5,51% a 0,1064 euro e il 3,73% a 0,2402 euro. In rialzo, invece, Mondadori (+0,1%). In calo di mezzo punto percentuale Mediaset (-0,5%).

In rosso i cementiferi. Italcementi ha perso il 4,16% a 5,535 euro. Gli analisti del Credit Suisse hanno tagliato il prezzo obiettivo sulla società bergamasca, portandolo da 6 euro a 5 euro. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. La stessa banca d’affari svizzera ha sforbiciato a 9 euro il target price su Buzzi Unicem (-3,13% a 7,42 euro), dai precedenti 10 euro. Gli analisti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato).

Tra le altre società a maggiore capitalizzazione, anche oggi in difficoltà Prysmian (-2,9% a 12,04 euro). Nel corso di un incontro con la comunità finanziaria i vertici della società hanno ribadito che non aumenteranno l’offerta per rilevare il controllo del gruppo olandese Draka. Intanto, gli analisti di Intermonte hanno tagliato da 15,5 euro a 14 euro il target price su Prysmian, in quanto temono un rialzo dell’offerta per Draka. Gli esperti hanno peggiorato a “Neutrale” il giudizio, dal precedente “Outperform” (farà meglio del mercato). Al contrario, Mediobanca ha migliorato da “Underperform” (farà peggio del mercato) a “Neutrale” il rating sulla società, sulla base di un prezzo obiettivo di 13 euro. Inoltre, la Consob ha comunicato che il 17 novembre BlackRock ha ridotto la partecipazione nella società, portandola dal 7,107% al 4,746% del capitale. Il giorno seguente, Franklin Templeton Institutional è diventato uno dei maggiori azionisti di Prysmian, con una quota del 2,023% del capitale. Pesanti ribassi anche per Fiat (-4,62% a 13,02 euro) ed Exor (-3,84%). Finmeccanica ha limitato i danni (-0,23% a 8,69 euro). Al contrario, Bulgari è salita dell’1,64% a 7,45 euro. La società ha siglato una partnership strategica con Hengdeli Holdings Limited, il maggiore distributore di orologi di lusso, in negozi multimarca, localizzati prevalentemente in Cina.

Tra le società a media capitalizzazione spicca il rialzo di Gemina (+1,93% a 0,5005 euro). Secondo quanto scritto su Il Sole 24 Ore, Changi Airport sarebbe interessato a rilevare il 4,19% del capitale della holding italiana detenuta dalla famiglia Ligresti. Il gruppo di Singapore, che secondo le ultime indicazioni della Consob è accreditato del 5,19% del capitale di Gemina, potrebbe portare la partecipazione a oltre il 9%. Tuttavia, secondo il quotidiano finanziario, Changi Airport sarebbe intenzionato a salire fino al 15% del capitale della holding italiana, anche acquistando quote sul mercato. Tod’s ha guadagnato l’1,07% a 76,8 euro. Gli analisti di UBS hanno migliorato a 82 euro il prezzo obiettivo sulla società. Gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Piaggio ha lasciato sul terreno il 4,8% a 2,33 euro. L’agenzia S&P ha migliorato le prospettive sul rating della società motociclistica per i prossimi trimestri, portandole da “Negative” a “Stabili”. Gli esperti hanno confermato a “BB” il rating sul debito.

Spunti interessanti al segmento STAR. Non si è fermata la discesa di Kerself (-11,7% a 1,935 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso). Nel solo mese di novembre, il titolo della società ha lasciato sul terreno il 30% del valore. Prese di beneficio su Cobra Automotive (-6,1% a 1,37 euro) e Falck Renewables (-10% a 2,15 euro), dopo i rialzi degli ultimi giorni. IGD ha registrato un rialzo dell’1,09% a 1,395 euro. Secondo quanto scritto su MF, il nuovo piano industriale della società immobiliare prevede nuovi investimenti per un ammontare di 100 milioni di euro. UniLand ha perso l’1,38% a 0,4995 euro. La controllata Solar Energy ha acquistato un terreno situato a Crespino (Rovigo), dove saranno effettuati i lavori di realizzazione di serre agricole con copertura fotovoltaica della potenza nominale di 3,2 MW. Brembo ha registrato una flessione dello 0,97% a 8,2 euro. Il numero uno del gruppo bergamasco, Alberto Bombassei, ha ribadito che i risultati del 2010 saranno in linea con i target fissati dall’azienda. PanariaGroup ha ceduto l’1,23% a 1,6 euro. Dalle comunicazioni di Internal Dealing diffuse da Borsa Italiana si apprende che nelle sedute comprese tra i 19 e il 22 novembre, l’amministratore delegato dell’azienda, Andrea Mussini, ha acquistato complessivamente 186.700 azioni. Il manager ha speso circa 300mila euro.


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