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ENI crolla e per Piazza Affari è un lunedì nero!

Pesano i timori sul futuro della Grecia e dell’euro, anche se la Germania ha ribadito che un’eventuale uscita del paese ellenico dalla zona Euro non sarà facilmente tollerata. Sulle montagne russe i bancari

di Edoardo Fagnani 5 gen 2015 ore 17:46

Piazza Affari e le principali borse europee in pesante ribasso nella prima seduta della settimana. Pesano i timori sul futuro della Grecia e dell’euro, anche se la Germania ha ribadito che un’eventuale uscita del paese ellenico dalla zona Euro non sarà facilmente tollerata. Giornata disastrosa per i petroliferi, dopo che a New York il prezzo del greggio è sceso a 50 dollari: crollo di ENI, che ha terminato la giornata sotto quota 14 euro. Sulle montagne russe i bancari: spiccano le sole performance positive del Monte dei Paschi di Siena e di Banca Carige.
Il FTSEMib ha perso il 4,92% a 18.188 punti, il minimo di giornata. Male anche il FTSE Italia All Share che ha subito una flessione del 4,47% a 19.369 punti. Più limitati i ribassi per il FTSE Italia Mid Cap (-1,19%) e il FTSE Italia Star (-0,65%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è balzato a 3,23 miliardi di euro, rispetto agli 1,81 miliardi di venerdì. Su 325 titoli trattati, 232 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 85. Invariate le restanti otto azioni.
L’euro è sceso a 1,19 dollari. L’oro ha sfiorato i 1.200 dollari.

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mercato_rosso_1Giornata disastrosa per i petroliferi, dopo che a New York il prezzo del greggio è sceso a 50 dollari.
Pesante ribasso per ENI, che ha perso l’8,36% a 13,73 euro. Gli analisti di Citigroup hanno tagliato da 16,5 euro a 13 euro il prezzo obiettivo sul Cane a sei zampe, in seguito al forte ribasso subito dal prezzo del petrolio e al taglio delle stime sull’utile per azione per i prossimi esercizi. Gli esperti hanno anche peggiorato il giudizio e ora consigliano di vendere le azioni. Indicazione simile da Raymond James e da Bernstein, che hanno tagliato rispettivamente a 16 euro e a 17 euro il prezzo obiettivo su ENI. Tuttavia, gli esperti delle due banche d’affari hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato). Intanto, il colosso petrolifero italiano si è aggiudicato una licenza esplorativa nell’ambito del primo offshore Licensing Round croato, consolidando la propria presenza nel paese. Il Cane a sei zampe deterrà una quota del 60%, con ruolo di operatore, in partnership con Rockhopper (40%). L’assegnazione sarà formalizzata con la firma del relativo contratto, prevista entro aprile 2015. Inoltre, ENI ha annunciato l'avvio della produzione del campo congolese offshore di Nené Marine, situato nel Blocco Marine XII a circa 17 chilometri dalla costa, a soli 8 mesi dall’ottenimento del permesso di produzione e a 16 mesi dalla scoperta esplorativa.
Pioggia di vendite anche su Saipem (-4,78% a 8,36 euro), Tenaris (-5,39% a 11,76 euro) e Trevi Fin. (-5,75% a 2,722 euro).
Enel tra i peggiori. Il colosso elettrico ha lasciato sul terreno il 6,47% a 3,442 euro.

Sulle montagne russe i bancari.
Giornata positiva per il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha messo a segno un progresso dello 0,23% a 0,4825 euro. Secondo quanto riportato dalla stampa il piano di rafforzamento del capitale elaborato dalla banca senese potrebbe essere approvato dalla BCE a inizio febbraio.
Banca Carige è balzata del 4,11% a 0,0583 euro. Secondo quanto scritto su La Repubblica di domenica il consorzio che dovrà garantire l'aumento di capitale dell’istituto ligure avrebbe alzato da 650 a 700 milioni la quota garantita. Inoltre, il quotidiano ha ricordato che, nel caso dovesse scattare il “bail in” (in seguito all’entrata in vigore della normativa europea prevista per il 2016), gli obbligazionisti potrebbero essere chiamati direttamente a supportare un eventuale salvataggio dell'istituto, attraverso una conversione dei titoli in azioni. Intanto, Banca Carige ha annunciato di aver venduto tra il 10 e il 31 dicembre 2014 oltre 2 milioni di azioni ordinarie sindacate di Prelios ancora vincolate all'accordo stipulato con Fenice. Con questa operazione l'istituto ligure ora non ha più azioni vincolate al patto.
In forte ribasso, invece, Unicredit (-6,62% a 5,075 euro) e IntesaSanpaolo (-5,95% a 2,308 euro).

Generali è scesa del 3,58% a 16,43 euro. Gli analisti di Berenberg hanno migliorato il giudizio sulla compagnia assicurativa e ora consigliano di acquistare le azioni, sulla base di un nuovo prezzo obiettivo di 20 euro. Gli esperti ipotizzano una crescita dei volumi e della redditività nel segmento danni.

Telecom Italia ha ceduto il 2,97% a 0,85 euro. Il Sole24Ore di domenica ha scritto che tra febbraio e marzo del 2015 si concretizzerà la scissione di Telco, la holding azionista di riferimento del colosso telefonico. Secondo il quotidiano finanziario, Generali sarebbe la più attiva su questo fronte: la compagnia assicurativa, infatti, controllerà al 100% un veicolo che avrà in portafoglio il 4,32% del colosso telefonico. Al contrario, Mediobanca e IntesaSanapolo sarebbero pronte a cedere sul mercato le partecipazioni, quando le condizioni saranno favorevoli.

Fiat Chrysler Automobiles ha registrato un calo del 2,17% a 9,465 euro
. Venerdì sera il Ministero dei trasporti ha comunicato che nel mese di dicembre in Italia sono state immatricolate 91.518 vetture, il 2,4% in più rispetto allo stesso periodo del 2013. Nell’intero 2014 sono state immatricolate complessivamente circa 1,36 milioni di automobili, in aumento del 4,2% rispetto all’anno precedente. Lo scorso mese Fiat Chrysler Automobilies ha immatricolato 25.265 vetture, in aumento dell’1,4% rispetto allo stesso mese del 2013. Nell’intero 2014 il gruppo guidato da Sergio Marchionne ha venduto quasi 377mila automobili, in aumento dello 0,7% rispetto all’esercizio precedente. A dicembre la quota di mercato in Italia di Fiat Chrysler Automobilies era pari al 27,7%.

Seat Pagine Gialle ha subito una flessione del 3,33% a 0,0029 euro. La società editoriale ha comunicato di aver ricevuto le dimissioni da amministratore della società di Guido de Vivo, che conseguentemente cessa anche dalla carica di Presidente del consiglio di amministrazione. Le dimissioni sono motivate da divergenze relative alla gestione della fase di transizione che, dalla conclusione della procedura concordataria, condurrà alla scadenza naturale dell'attuale consiglio di amministrazione con l'approvazione del bilancio per l'esercizio chiuso al 31 dicembre 2014.

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