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Il FTSEMib chiude sui massimi (grazie alle banche): brilla Unicredit

I principali indici di Borsa Italiana hanno terminato la giornata con rialzi di poco superiori al punto percentuale. Vendite, invece, su Geox, dopo la diffusone dei risultati del 2016

di Edoardo Fagnani 3 mar 2017 ore 17:52

Piazza Affari ha terminato l’ultima seduta della settimana con i principali indici in forte rialzo, mentre le borse europee hanno registrato variazioni frazionali. Borsa Italiana ha beneficiato delle ottime performance registrate dai titoli del settore bancario, in particolare di Unicredit. Ottima giornata anche per ENI. Vendite, invece, su Geox, dopo la diffusione dei risultati del 2016.
I principali indici di Borsa Italiana hanno terminato la giornata con rialzi di poco superiori al punto percentuale. Il FTSEMib ha registrato un progresso dell’1,15% a 19.664 punti (minimo di 19.348 punti, massimo di 19.676 punti), terminando la settimana con un rialzo del 5,74%. Il FTSE Italia All Share ha guadagnato l’1,02%. Variazioni minime per il FTSE Italia Mid Cap (+0,06%) e il FTSE Italia Star (+0,08%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,79 miliardi di euro, dai 2,84 miliardi di ieri; oggi sono passate di mano 739.818.102 azioni (718.162.871 nella seduta di ieri). Su 356 titoli trattati, 198 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre le performance negative sono state 143; invariate le restanti 15 azioni.

L’euro è risalito a 1,055 dollari.

 

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borsa-positivaIn generale progresso i bancari.

In forte rialzo Unicredit; il titolo dell’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier è balzato del 3,7% a 14 euro. Unicredit ha comunicato che l’aumento di capitale è stato integralmente sottoscritto per un controvalore complessivo pari a circa 13 miliardi di euro. Considerando la sottoscrizione integrale delle 1.606.876.817 il capitale dell'istituto sarà composto da 2.224.911.123 titoli. Inoltre, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 27 febbraio Capital Research And Management Company ha ridotto la partecipazione detenuta nel capitale di Unicredit, portandola dal 6,725% al 5,486%; il giorno seguente la quota si era ulteriormente ridotta al 4,092%. La Consob ha precisato che la comunicazione è stata resa a seguito di vendita di azioni effettuata al di fuori dell'operazione di aumento di capitale dell’istituto, la cui attestazione non risulta ancora depositata presso il registro delle imprese. Di conseguenza la percentuale dichiarata è calcolata sul capitale ordinario di Unicredit antecedente all’aumento. Intanto, gli analisti di Mediobanca hanno iniziato la copertura sull’istituto con un prezzo obiettivo di 19,4 euro e un giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato); gli esperti non escludono possibili sorprese nella politica dei dividendi. Nuova indicazione anche da Exane, che ha fissato un prezzo obiettivo di 13,6 euro e un rating “Neutrale”.

Segno più anche per BPER Banca (+4,49% a 4,7 euro). Gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno alzato da 5,7 euro a 6,1 euro il target price sulla banca; gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Al contrario, Exane ha sforbiciato da 6,1 euro a 5,7 euro il prezzo obiettivo su BPER Banca, in seguito al taglio delle stime sull’utile per azione per il triennio 2017/2019; tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform”. Banca Akros, invece, ha migliorato da “Reduce” (ridurre) a “Neutrale” il giudizio, dopo l’annuncio dell’acquisizione di Nuova Carife; gli esperti hanno confermato il target price di 4,5 euro.

Buon rialzo per BancoBPM (+2,37% a 2,506 euro). Gli analisti di Mediobanca hanno tagliato da 3,2 euro a 2,8 euro il prezzo obiettivo sull’istituto; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.

Performance migliore per UBI Banca (+4,93% a 3,28 euro). Exane ha alzato da 4,2 euro a 4,4 euro il target price sull’istituto, apprezzando la solidità patrimoniale della banca; gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform”.

Chiusura positiva anche per IntesaSanpaolo (+2,01% a 2,336 euro). Gli analisti di Exane hanno rivisto le stime sul dividendo dell’istituto per i prossimi esercizi; in particolare gli esperti hanno incrementato la previsione sulla cedola relativa al bilancio 2017, mentre hanno ridotto quelle sui due esercizi successivi. Gli esperti hanno confermato il prezzo obiettivo di 2,6 euro e il giudizio “Outperform”. 

Al contrario, Banca Carige ha subito una flessione del 5% a 0,247 euro. MF ha segnalato che la ricapitalizzazione da 450 milioni di euro dovrebbe essere varata in autunno, probabilmente il prossimo ottobre. L’aumento di capitale servirà alla banca per mettere in sicurezza la struttura patrimoniale.

 

ENI ha registrato un rialzo dell’1,73% a 15,27 euro. Gli analisti di Oddo Securities hanno alzato da 16,5 euro a 17,5 euro il target price sul Cane a sei zampe, segnalando che i risultati del quarto trimestre del 2016 sono stati migliori delle attese; gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

Saras ha ceduto l’1,35% a 1,677 euro. Gli analisti del Credit Suisse hanno tagliato da 2 euro a 1,85 euro il target price sulla società di raffinazione, segnalando che il dividendo 2017, relativo all’esercizio 2016, è stato inferiore alle attese; gli esperti hanno anche peggiorato da “Outperform” (farà meglio del mercato) a “Neutrale” il rating.

 

Geox ha subito uno scivolone del 4,33% a 1,965 euro. La società ha chiuso il 2016 con ricavi consolidati in salita del 3% a 900,8 milioni di euro, una quota in crescita del 3,3% a cambi costanti. L'utile netto è stato pari a 2 milioni di euro, in peggioramento rispetto ai 10 milioni del 2015. Dopo la diffusione dei risultati del 2016 gli analisti di Equita sim hanno tagliato da 2,45 euro a 2,19 euro il target price su Geox, in seguito al peggioramento delle stime sul fatturato e sulla redditività per il biennio 2017/2018; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Indicazione simile da Banca IMI, che ha sforbiciato da 2,6 euro a 2,38 euro per azione la valutazione sulla società, in seguito al peggioramento della stima sull’utile per azione del 2017; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Citigroup, invece, si è limitata a ridurre le stime sui ricavi e sulla redditività per il biennio 2017/2018, segnalando che i risultati del 2016 sono stati peggiori delle attese; gli esperti hanno confermato l’indicazione di vendita delle azioni.

 

Brembo è scesa dello 0,3% a 65,8 euro. La società bergamasca ha comunicato i risultati del 2016, periodo chiuso con un giro d’affari di 2,28 miliardi di euro, in aumento del 9,9% rispetto ai 2,07 miliardi realizzati nell’esercizio precedente. Brembo ha terminato lo scorso anno con un utile netto di 240,6 milioni di euro, il 30,8% in più rispetto ai 184 milioni contabilizzati nel 2015. Il management di Brembo ha proposto la distribuzione del dividendo 2017 (relativo all’esercizio 2016) di un euro per azione, in aumento rispetto agli 0,8 euro assegnati lo scorso anno. Il management ha anticipato che la prossima assemblea sarà chiamata a deliberare l’esclusione volontaria delle azioni Brembo dal Segmento STAR di Borsa Italiana e ad approvare un frazionamento azionario.

 

CTI Biopharma ha terminato la giornata con un frazionale progresso dello 0,34% a 4,174 euro. L'azienda biotech chiuso lo scorso anno con ricavi per 57,41 milioni di dollari, rispetto ai 16,12 milioni contabilizzati nell'esercizio precedente. La società ha precisato che l'aumento dei ricavi totali riflette prevalentemente l'iscrizione in bilancio di 32 milioni per pagamenti milestone e rimborso di costi di sviluppo, ricevuti da Shire, e relativi a Pacritinib. Il risultato finale è stato negativo per 52,01 milioni di dollari, rispetto alla perdita di 122,62 milioni contabilizzata nel 2015. CTI Biopharma non ha fornito stime puntuali per l'esercizio in corso. Il management della società biotech ha precisato che, congiuntamente a Servier, intende continuare i suoi sforzi per la commercializzazione di PIXUVRI in Europa.

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