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Non riesce il rimbalzo del FTSEMib

In altalena UniCredit, nel giorno in cui ha presentato il nuovo piano strategico. GEDI ha registrato un balzo del 60% e si è allineata al prezzo dell'OPA

di Edoardo Fagnani 3 dic 2019 ore 17:50

I maggiori indici di Borsa Italiana e le principali borse europee non sono riusciti a rimbalzare e hanno terminato la seduta del 3 dicembre con variazioni frazionali. La volatilità a Piazza Affari è rimasta elevata, dopo la fiammata registrata il giorno precedente. In altalena UniCredit, nel giorno in cui la banca ha presentato alla comunità finanziaria il nuovo piano strategico per il periodo 2020/2023. Spicca il balzo di GEDI: il prezzo delle azioni si è allineato al valore dell’OPA che sarà lanciata da EXOR.

andamento-mercato_1Il FTSEMib ha terminato la giornata con un progresso dello 0,03% a 22.737 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 22.581 punti e un massimo di 22.987 punti. Il FTSE Italia All Share ha ceduto lo 0,05%. Ribassi frazionali anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,67%) e per il FTSE Italia Star (-0,01%). Nella seduta del 3 dicembre il controvalore degli scambi è sceso a 2,39 miliardi di euro, rispetto ai 2,87 miliardi di lunedì; sono passate di mano 811.978.402 azioni (679.442.363 nella seduta di lunedì). Su 422 titoli trattati, 265 hanno registrato una performance negativa, mentre i rialzi sono stati 129; invariate le restanti 28 azioni.

L’euro ha sfiorato gli 1,11 dollari, mentre il bitcoin è rimasto sotto i 7.500 dollari (circa 6.500 euro).

Lo spread Btp-Bund è salito a 164 punti.

 

Hanno prevalso le vendite sui titoli del settore bancario.

In altalena UniCredit (-0,45% a 12,312 euro), nel giorno in cui la banca ha presentato alla comunità finanziaria il nuovo piano strategico per il periodo 2020/2023, denominato “Team23”. A livello finanziario il piano strategico di UniCredit dovrebbe portare a una crescita media annua dei ricavi dello 0,8% nel periodo 2018/2023, per arrivare a 19,3 miliardi di euro a fine piano. L’utile netto per azione è stimato in crescita del 12% in media ogni anno nel periodo 2018/2023; di conseguenza a fine piano l’utile netto sottostante dovrebbe toccare i 5 miliardi di euro, rispetto ai 4,7 miliardi stimati per il 2019. UniCredit ha calcolato che il nuovo piano genererà valore per gli azionisti per complessivi 16 miliardi di euro nel piano, di cui 6 miliardi di dividendi cash, 2 miliardi con riacquisti di azioni e 8 miliardi di incremento del patrimonio netto tangibile. Intanto, La banca è stata informata dalla Banca Centrale Europea (BCE) della decisione finale riguardante i requisiti di capitale al termine dell'annuale ciclo di Supervisory Review and Evaluation Process (SREP). In particolare, a partire dal 1° gennaio 2020 UniCredit è tenuta a rispettare un Common Equity Tier 1 ratio del 9,84% su base consolidata. L'istituto ha ricordato che al 30 settembre 2019 il CET 1 ratio, fully loaded era pari al 12,6%.

Performance peggiori per IntesaSanpaolo (-1,14% a 2,245 euro) e per UBI Banca (-1,34% a 2,866 euro).

 

GEDI ha registrato un balzo del 60,2% a 0,455 euro, dopo essere rimasta sospesa per l’intera seduta del 2 dicembre. CIR (-7,82% a 1,084 euro) ed EXOR (+0,85% a 68,64 euro) hanno sottoscritto un accordo vincolante per il trasferimento alla holding di casa Agnelli della partecipazione nella società editoriale, pari al 43,78% del capitale e quindi del controllo della stessa. Il corrispettivo della cessione è stato fissato in 0,46 euro per azione, con un premio del 64% rispetto al prezzo di chiusura di GEDI nella seduta venerdì 29 novembre (0,284 euro). All’esito del closing, EXOR avvierà per il tramite di una società per azioni di nuova costituzione un’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sulle azioni GEDI non detenute. CIR intende reinvestire nella nuova società, al valore corrispondente al prezzo dell’OPA, acquisendo una quota pari al 5% di GEDI. Intanto, gli analisti di Kepler Cheuvreux e di Equita sim hanno ridotto il prezzo obiettivo su EXOR, portandolo rispettivamente a 77 euro e a 82 euro; tuttavia, gli esperti delle due banche d’affari hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

 

Chiusura negativa per Fiat Chrysler Automobiles (-0,68% a 13,202 euro). Il Ministero dei Trasporti ha comunicato che nel mese di novembre 2019 sono state immatricolate in Italia poco meno di 151mila vetture, in aumento del 2,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Anche lo scorso mese Fiat Chrysler Automobiles ha performato peggio del mercato. Secondo quanto riportato dall'agenzia Reuters a novembre le immatricolazioni del gruppo si sono ridotte del 4,3% (poco meno di 36mila vetture) rispetto allo stesso periodo del 2018. La quota di mercato di FCA si è attestata al 22,7%.

Ferrari tra i migliori al FTSEMib. Il titolo del Cavallino Rampante ha registrato un progresso dell’1,96% a 151,1 euro. Gli analisti di Goldman Sachs hanno ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo su Ferrari, portandolo da 164 euro a 170 euro, in seguito al miglioramento delle stime sul fatturato e sulla redditività per il triennio 2019/2021. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

 

Rimbalzo di Recordati (+1,52% a 36,71 euro), dopo la forte correzione subita nella seduta di lunedì 2 dicembre. Secondo Matteo Oddi di Exante da circa due mesi il quadro tecnico di medio periodo su Recordati mostra un’evidente difficoltà a scambiare sopra quota 38,5 euro, anche se il titolo è per ora riuscito a evitare grossi scivoloni scambiando lateralmente in area 37 euro. “Sarà fondamentale nella giornata odierna capire come il titolo reagirà al test del supporto a quota 36 euro, poiché una chiusura al di sotto di tale livello, sia sul giornaliero ma ancor più sul settimanale, contribuirebbe ad alimentare il rischio di ulteriori crolli; viceversa un rimbalzo darebbe ancora una chance al titolo per resistere alla forza dei venditori”; ha precisato l’esperto. Secondo Matteo Oddi prima di effettuare nuovi acquisti attuale è comunque consigliabile attendere un chiaro segnale d’inversione, ovvero una chiusura giornaliera superiore a 38,9 euro.

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