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Milano nervosa: vola FCA, crollano STM e MPS

Indici in forte ribasso a Piazza Affari, mentre le principali borse europee hanno chiuso la seduta con variazioni frazionali. Pessima seduta anche per Saipem

di Edoardo Fagnani 29 ott 2014 ore 17:49

Indici in forte ribasso a Piazza Affari, mentre le principali borse europee hanno chiuso la seduta con variazioni frazionali. Gli addetti ai lavori erano in attesa delle decisioni della FED in materia di politica monetaria. Intanto, è proseguita la tre giorni di aste dei titoli di stato italiani. In mattinata il Tesoro ha collocato un BOT semestrale per un ammontare massimo di 6,5 miliardi di euro: il rendimento del titolo ha superato lo 0,3%. Spicca il balzo di Fiat Chrysler Automobiles, più volte sospesa per eccesso di rialzo, dopo la diffusione dei dati trimestrali e la decisione di separare attività che fanno capo al marchio Ferrari. Al contrario, non è piaciuta la trimestrale di STM, che ha registrato la peggiore performance della giornata al FTSEMib. In forte ribasso anche Saipem, in scia alle bocciature delle banche d’affari. Monte dei Paschi di Siena guida il calo dei bancari.
Il FTSEMib ha perso l’1,64% a 19.157 punti, mentre il FTSE Italia All Share ha ceduto l’1,52% a 20.239 punti. In rosso anche il FTSE Italia Mid Cap (-0,69%), mentre il FTSE Italia Star non ha subito variazioni. Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 3,63 miliardi di euro, rispetto ai 2,65 miliardi di ieri. Su 308 titoli trattati, 110 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre le performance negative sono state 181. Invariate le restanti 17 azioni.
L’euro è salito a 1,275 dollari. L’oro è sceso a 1.225 dollari.

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milano4Fiat Chrysler Automobiles è balzata del 12,8% a 8,6 euro, dopo alcune sospensioni per eccesso di rialzo. La società automobilistica ha comunicato i risultati dei primi nove mesi del 2014, chiusi con ricavi in crescita a 69 miliardi di euro e un utile netto in calo a 212 milioni. Il management ha confermato le stime finanziarie per l’intero esercizio, che dovrebbe chiudersi con un utile netto tra i 600 e gli 800 milioni di euro. Inoltre, il consiglio di amministrazione ha autorizzato il collocamento e la vendita di azioni ordinarie FCA, oltre a un prestito obbligazionario a conversione obbligatoria per un ammontare di 2,5 miliardi di dollari. Infine, il management ha annunciato la separazione delle attività che fanno capo al marchio Ferrari: la separazione verrà attuata attraverso l’offerta pubblica di una parte della partecipazione di FCA in Ferrari pari al 10% del capitale di Ferrari e la distribuzione della rimanente partecipazione di FCA in Ferrari agli azionisti di FCA.
Molto bene anche Exor (+7,03% a 31,37 euro). La holding di casa Agnelli ha deliberato di aderire all'operazione di emissione del prestito obbligazionario a conversione obbligatoria approvato da FCA. Exor ha deliberato di aderire all'operazione investendo circa 600 milioni.

STM ha subito un tonfo del 10,2% a 5 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso. La società ha chiuso il terzo trimestre del 2014 con ricavi per 1,89 miliardi di dollari, in contrazione del 6,3% rispetto ai 2,01 miliardi realizzati nello stesso periodo dello scorso anno, principalmente a causa della progressiva riduzione dei prodotti ST-Ericsson. Rispetto al secondo trimestre i ricavi sono cresciuti dell'1,2%, un risultato inferiore al 3% stimato dal management. La marginalità è cresciuta al 34,3%, valore che si confronta con il 32,4% del terzo trimestre del 2013 e con il 34% del secondo trimestre dell'anno in corso. I vertici di STM stimavano una marginalità nell'ordine del 34,4%. STM ha terminato il terzo trimestre del 2014 con un utile netto di 72 milioni di dollari, rispetto al rosso di 142 milioni dello stesso periodo dello scorso esercizio. Per il trimestre in corso i vertici di STM prevedono un calo del fatturato su base sequenziale nell'ordine del 3,5%, mentre la marginalità dovrebbe collocarsi nell'intorno del 33,8%. Le indicazioni di STM per il trimestre in corso non sono piaciute a Kepler Cheuvreux, che ha ridotto da 7,5 euro a 6 euro il target price. Tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere il titolo in portafoglio.

Sono tornate le vendite sui bancari.
Crolla sul finale il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano è sceso dell’8,25% a 0,7305 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso. Secondo quanto scritto sui principali quotidiani il Tesoro starebbe valutando la possibilità di concedere un rinvio del rimborso dei Monti Bond da parte della banca senese. In questo modo il deficit di capitale del Monte dei Paschi di Siena scenderebbe da 2,11 miliardi a 1,3 miliardi di euro. Intanto, Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha dichiarato che l'organo di controllo della borsa italiana non avrebbe altre misure da applicare a Monte dei Paschi di Siena oltre quelle già intraprese.
Segno meno per Banca Carige (-3,35% a 0,075 euro). La banca ligure ha precisato che l’accordo di cessione raggiunto con Apollo Management Holdings rappresenta il primo passo verso la realizzazione del Capital Plan che il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di sottoporre a BCE per far fronte alla prospettata esigenza di una supplementare dotazione di capitale. Banca Carige ha segnalato che l'accordo con Apollo Management Holdings comporterà un beneficio di circa 94 punti base sul Core Equity Tier 1.
Male anche Unicredit (-4,48% a 5,54 euro) e IntesaSanpaolo (-3,77% a 2,248 euro). Performance peggiori per il Banco Popolare (-5,72%), la Popolare dell’Emilia Romagna (-5,81%) e la Popolare di Milano (-5,73%).
Mediobanca ha perso l’1,94% a 6,81 euro. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali gli analisti di Banca IMI hanno ridotto da 8,68 euro a 8,52 euro il prezzo obiettivo sull’istituto di Piazzetta Cuccia, in seguito alla riduzione del valore delle attività in portafoglio. Tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni.
Mediolanum ha lasciato sul terreno l’1,21% a 5,29 euro. Il consiglio di amministrazione di Fininvest ha dato mandato all'amministratore delegato di esaminare la possibilità di trasferire a un trust la parte eccedente il 9,9% nel capitale della compagnia posseduta indirettamente da Silvio Berlusconi per tramite della holding. Lo stesso Cda di Fininvest ha dato mandato all'amministratore delegato di concordare con FinProg Italia di Ennio Doris la formalizzazione dello scioglimento anticipato e consensuale del patto di sindacato Mediolanum.

Anche oggi vendite su Saipem (-6,01% a 12,67 euro), dopo il forte ribasso subito ieri. Nel corso della conference call a commento dei risultati del terzo trimestre del 2014 il direttore finanziario di Saipem, Alberto Chiarini, ha ricordato che l’indebitamento netto del gruppo a fine anno dovrebbe attestarsi a 4,7 miliardi di euro. Il manager ha avanzato l’ipotesi che il debito possa essere rifinanziato e non ha escluso la possibilità di procedere con un aumento di capitale. Intanto, sono arrivate le nuove valutazioni degli analisti su Saipem dopo la trimestrale. Société Générale e Citigroup hanno tagliato rispettivamente a 12,3 euro e a 11,5 euro il target price sulla società e ora consigliano di vendere le azioni, in seguito al peggioramento delle stime sulla redditività per i prossimi esercizi. Giudizio “Sell” (vendere) anche da UBS e da Deutsche Bank. La banca svizzera ha limato da 13,5 euro a 13 euro il prezzo obiettivo sulla società, mentre l’istituto tedesco ha ridotto a 12,5 euro il target price, in seguito al peggioramento delle stime sulla redditività per il triennio 2014/2016. Indicazione simile dal Credit Suisse, che ha sforbiciato da 15 euro a 12,5 euro per azione la valutazione su Saipem, in conseguenza alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2015/2016. Il giudizio è “Underperform” (farà peggio del mercato). Sulla stessa lunghezza d’onda Equita sim, Exane, NatIxis e Morgan Stanley, che hanno tagliato a 17 euro, a 15 euro, a 14,4 euro e a 16,5 euro il prezzo obiettivo su Saipem. Le quattro banche d’affari hanno confermato l’indicazione “Neutrale”.
ENI ha ceduto lo 0,79% a 16,33 euro. In giornata si sono riuniti i vertici del Cane a sei zampe per l’esame dei risultati del terzo trimestre del 2014. I dati saranno diffusi domani prima dell’apertura di Piazza Affari.
Saras ha perso l’1,9% a 0,8015 euro. Deutsche Bank ha ridotto da 0,75 euro a 0,7 euro il target price sulla società di raffinazione, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il triennio 2014/2016. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio.

Atlantia è scesa dello 0,91% a 18,42 euro. Secondo quanto scritto su Il Sole24Ore a breve potrebbe partire il riassetto della controllata Aeroporti di Roma. La concessionaria autostradale potrebbe cedere il 40% del capitale dell’azienda che gestisce gli scali della capitale. Tuttavia, i vertici di Atlantia hanno smentito questa ipotesi.

Salvatore Ferragamo ha lasciato sul terreno il 2,31% a 18,59 euro. Société Générale ha ridotto da 21,5 euro a 20 euro il target price sulla società del lusso, in seguito al taglio delle stime sull’utile per azione per il biennio 2014/2015. Tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere il titolo in portafoglio.

Molto bene Recordati (+2,25% a 13,63 euro). Dopo la diffusione dei risultati trimestrali gli analisti di Jefferies hanno alzato da 11,5 euro a 13,2 euro il prezzo obiettivo sull’azienda, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione per i prossimi trimestri. Per lo stesso motivo Equita sim ha incrementato da 11,5 euro a 12,6 euro il target price sulla società farmaceutica. Gli esperti delle due banche d’affari hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere). Indicazione simile da Banca Akros, che ha alzato da 14 euro a 15 euro il target price su Recordati, in seguito al miglioramento delle stime sulla marginalità per il biennio 2014/2015. Gli esperti hanno ribadito l’indicazione di accumulare le azioni in portafoglio.

 

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