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Il FTSEMib chiude in rosso: male ENI e MPS

I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi nell’ordine del mezzo punto percentuale. La trimestrale del Cane a sei zampe non è piaciuta. Ancora rally per STM

di Edoardo Fagnani 28 ott 2016 ore 17:50

Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato l’ultima seduta della settimana con variazioni frazionali. Laurence Boone, Head of Research di AXA IM e Chief Economist AXA Group, ha segnalato che nell'attuale scenario carico di rischi e incertezze preferisce un’asset allocation prudente, in quanto tutti gli strumenti finanziari sembrano costosi in una fase in cui le banche centrali iniziano a ritirare lentamente gli stimoli economici. "Dato che, mentre l’inflazione sale, le banche centrali potrebbero sembrare più favorevoli a un rialzo dei tassi di quanto si aspettano i mercati, i quali sembrano scontare una crescita economica più alta, temiamo che i tassi core saliranno ancora favorendo il credito rispetto alle azioni", ha precisato l'esperta. Anche gli analisti di Equita sim hanno confermato la propria visione cauta sulle prospettive per i mercati azionari. Oggi è terminata la tre giorni di aste di titoli di stato italiani: in mattinata il Tesoro ha collocato due Btp con scadenza a 5 e 10 anni per un ammontare di 5,25 miliardi di euro; il rendimento del decennale è balzato all’1,6%. Spicca il forte ribasso di ENI, dopo la diffusione dei risultati trimestrali. Giornata nervosa per i bancari, dove spiccano i cali subiti dal Monte dei Paschi di Siena e da Banca Carige. Anche oggi in forte rialzo STM, in scia alle indicazioni positive delle banche d’affari.
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi nell’ordine del mezzo punto percentuale. Il FTSEMib è sceso dello 0,59% a 17.324 punti (minimo di 17.202 punti, massimo di 17.375 punti), terminando la settimana con un rialzo dello 0,92%. Il FTSE Italia All Share ha registrato un ribasso dello 0,54%. In rosso anche il FTSE Italia Mid Cap (-0,13%) e il FTSE Italia Star (-0,18%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,11 miliardi di euro, rispetto ai 2,16 miliardi di ieri. Su 333 titoli trattati, 176 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 127; invariate le restanti trenta azioni.
L’euro è rimasto sopra gli 1,09 dollari.

CONSULTA le quotazioni dei titoli del SOLMib40

mercato_negativo3ENI ha terminato la seduta con un ribasso dell’1,75% a 13,51 euro. In mattinata il Cane a sei zampe ha comunicato i risultati dei primi nove mesi del 2016, periodo chiuso con ricavi pari a 39,88 miliardi di euro, in calo rispetto ai 57,33 miliardi dello stesso periodo del2015. L’utile operativo adjusted delle continuing operations si è attestato a 1,03 miliardi di euro, in decisa flessione rispetto ai 4,56 miliardi del pari periodo del 2015. I nove mesi si sono chiusi così con una perdita netta adjusted di competenza degli azionisti Eni pari a 799 milioni, in peggioramento dall’utile di 1,4 miliardi dei primi tre trimestri del 2015. Il flusso di cassa dei primi nove mesi del 2016 è stato pari a 4,43 miliardi di euro, in calo del 38% rispetto al 2015. L’indebitamento finanziario netto, al 30 settembre 2016, era pari a 16,01 miliardi, con una riduzione di 860 milioni rispetto a fine 2015. Il leverage, ossia il rapporto tra indebitamento finanziario netto e patrimonio netto comprese le interessenze di terzi, è aumentato a 0,32 al 30 settembre 2016 rispetto a 0,29 al 31 dicembre 2015. Secondo le stime dei vertici Eni il leverage, in assenza di incassi da dismissioni entro fine anno, è previsto attestarsi al 31 dicembre su livelli di poco superiori a 0,30. Gli analisti di Banca IMI hanno segnalato che la trimestrale di ENI è stata inferiore alle attese e non escludono la possibilità che il management possa decidere di ridurre l’ammontare del dividendo.

In generale ribasso i bancari.
Seduta nervosa per il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca senese ha subito una flessione del 3,85% a 0,2625 euro. Il Corriere della Sera ha scritto che si sta iniziando a delineare la mappa degli obbligazionisti di Monte dei Paschi di Siena, in particolare degli investitori istituzionali che hanno in mano circa 2,5 miliardi di euro di bond: si tratta di poco più della metà delle emissioni, considerando che altri 2,1 miliardi sono in mano ai risparmiatori retail. Tra i maggiori investitori ci sarebbe Generali (-2,31% a 11,85 euro) che, nel tempo, avrebbe accumulato poco più di 400 milioni lordi di bond; una quota che se convertita potrebbe rendere Generali uno dei grandi soci della banca senese.
Banca Carige ha registrato uno scivolone dell’8,13% a 0,331 euro. L’istituto ligure ha ricevuto dalla Banca Centrale Europea una lettera di trasmissione di due “bozze” di decisioni, l’adozione delle quali potrebbe seguire in esito alle osservazioni della banca da sottoporsi alla BCE entro il 3 novembre 2016. La prima bozza ha ad oggetto gli esiti del processo annuale di revisione e valutazione prudenziale. La seconda bozza prevede che entro il 31 gennaio 2017 la banca proceda a sottoporre alla stessa BCE, come intervento precoce, un piano strategico e operativo in merito alla riduzione dei Non Performing Loan, valutandone anche gli impatti in termini di adeguatezza patrimoniale. In particolare, l'istituto ligure dovrebbe ridurre i crediti problematici lordi a un massimo di 5,5 miliardi di euro entro la fine del 2016 e a un massimo di 3,7 miliardi entro la fine del 2019.
Mediobanca ha guadagnato l’1,01% a 7,01 euro. L’istituto di Piazzetta Cuccia ha comunicato i risultati del primo trimestre dell’esercizio 2016/2017, periodo chiuso con un utile netto di 270,7 milioni di euro, in aumento del 10,7% rispetto ai 244,3 milioni contabilizzati nello stesso periodo dello scorso esercizio. A fine settembre gli impieghi erano saliti del 6% a 36,62 miliardi di euro, per l’ingresso dei mutui ipotecari ex Barclays (2,5 miliardi). Alla stessa data le attività deteriorate erano salite a 1,05 miliardi, pari a un’incidenza del 2,9% sul totale degli impieghi, mentre il tasso di copertura era rimasto fermo al 54%. Per l’intero esercizio l’istituto prevede una tenuta del margine di interesse e un miglioramento del costo del rischio, mentre i costi di struttura sono previsti in crescita coerentemente con i progetti pianificati. Nel corso dell’assemblea degli azionisti chiamata ad approvare i risultati dell’esercizio 2015/2016 il numero uno di Mediobanca, Alberto Nagel, ha ribadito la possibilità di cedere una quota del 3% del capitale di Generali senza vincoli di scadenza e a prezzi definiti. Attualmente l’istituto di Piazzetta Cuccia detiene il 13,465% (fonte Consob) del capitale della compagnia assicurativa.
Unicredit ha perso l’1,26% a 2,35 euro. Gli analisti del Credit Suisse hanno ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo sull’istituto, in seguito al miglioramento della stima sull’utile per azione dell’esercizio in corso; tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “neutrale” e hanno ridotto le previsioni sull’utile per azione relative al biennio 2017/2018.
La stessa banca d’affari ha sforbiciato il target price su UBI Banca (-1,64% a 2,514 euro), portandolo da 2,7 euro a 2,6 euro, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2017/2018; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.

Azimut Holding ha ceduto il 2,88% a 14,86 euro. Gli analisti di Deutsche Bank hanno tagliato da 20 euro a 18 euro il target price sulla compagnia, in seguito alla riduzione della stima sull’utile per azione per l’esercizio in corso; gli esperti hanno peggiorato da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere) il giudizio. Al contrario, gli esperti della banca tedesca hanno ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo su Banca Mediolanum (+0,16% a 6,42 euro), portandolo da 7,8 euro a 8 euro; gli analisti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

STM ha terminato la giornata con un rialzo del 5,51% a 8,42 euro. Non si sono fatte attendere le indicazioni degli analisti dopo la diffusione dei risultati trimestrali. Gli analisti di Kepler Cheuvreux hanno alzato il target price sul gruppo italofrancese, portandolo da 7 dollari a 8 dollari, prospettando un 2017 positivo; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Per lo stesso motivo Exane ha aumentato da 9,3 euro a 12 euro il prezzo obiettivo su STM, confermando il titolo come una delle migliori opportunità di investimento, nonostante il recente rally. Anche Jp Morgan ha incrementato il target price sulla società, in seguito al miglioramento della stima sull’utile per azione per il 2017; tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Underweight” (sottopesare) e hanno ridotto la previsione sull’utile per azione per l’esercizio in corso. Indicazione simile da Banca Akros, che ha alzato da 7,3 euro a 7,9 euro il prezzo obiettivo s STM, in seguito al miglioramento delle stime sui ricavi e sulla redditività per il triennio 2016/2018; gli analisti hanno confermato il giudizio “neutrale”.

Snam è salita dello 0,29% a 4,83 euro. FTSE Russell ha comunicato che, subordinatamente al completamento della scissione di Italgas nel rapporto di un'azione di Italgas ogni 5 azioni Snam, con efficacia attesa per lunedì 7 novembre 2016, le due società saranno incluse nell’indice FTSEMib. Di conseguenza, almeno per i giorni di lunedì 7, martedì 8 e mercoledì 9 novembre il paniere sarà composto da 41 azioni.

Fiat Chrysler Automobiles è salita dello 0,15% a 0,595 euro. Gli esperti di UBS hanno tagliato da 7 euro a 6,7 euro il target price sul gruppo guidato da Sergio Marchionne, in seguito alla forte esposizione dell’azienda nel segmento dei SUV negli Stati Uniti; gli esperti hanno confermato il giudizio “neutrale”. Indicazione simile da Banca IMI, che ha limato da 9,2 euro a 9,1 euro il prezzo obiettivo su Fiat Chrysler Automobiles, in seguito alla revisione delle stime per i prossimi trimestri, dopo i nuovi target indicati dal management; gli esperti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.

Poste Italiane è scesa dell’1,05% a 6,12 euro. Gli analisti di Jp Morgan hanno alzato da 7,34 euro a 7,64 euro il prezzo obiettivo sul gruppo guidato da Francesco Caio, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione relative al biennio 2016/2017; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.

Recordati ha ceduto il 3,14% a 25,94 euro. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali gli analisti del Credit Suisse hanno aumentato da 28 euro a 30 euro il target price sulla società farmaceutica, in seguito al miglioramento delle stime sull’utile per azione relative al biennio 2016/2017; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.

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