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Il FTSEMib chiude in rosso: tonfo di Unicredit

Il Messaggero ha scritto che l’aumento di capitale potrebbe partire il 6 febbraio; inoltre, il prezzo delle nuove azioni potrebbe incorporare uno sconto nell’ordine del 40%

di Edoardo Fagnani 27 gen 2017 ore 17:49

Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato l’ultima seduta della settimana con ribassi frazionali. È proseguita la tre giorni di aste di titoli di stato italiano; in mattinata il Tesoro ha collocato il BOT semestrale per un ammontare di 6,5 miliardi di euro: il rendimento del titolo è rimasto negativo. Pessima seduta Unicredit, in scia alle indiscrezioni in merito al prossimo avvio dell’aumento di capitale. In rosso anche Generali. Anche oggi in forte rialzo STM, dopo le nuove valutazioni degli analisti.

I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi nell’ordine del mezzo punto percentuale. Il FTSEMib ha subito una flessione dello 0,57% a 19.329 punti (minimo di 19.243 punti, massimo di 19.478 punti), chiudendo la settimana con calo dello 0,77%. Il FTSE Italia All Share ha perso lo 0,52%. Segno meno anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,17%) e per il FTSE Italia Star (-0,13%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,42 miliardi di euro, rispetto ai 3,4 miliardi di ieri; oggi sono passate di mano 750.155.468 azioni (892.561.717 nella seduta di ieri). Su 348 titoli trattati, 196 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 131; invariate le restanti 21 azioni.

L’euro ha oscillato intorno agli 1,07 dollari.

 

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mercato2_3In forte ribasso Unicredit. Il titolo dell’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier ha registrato una flessione del 5,17% a 27,71 euro. Secondo quanto scritto su Il Messaggero l’aumento di capitale di Unicredit potrebbe partire lunedì 6 febbraio; inoltre, il prezzo delle nuove azioni potrebbe incorporare uno sconto nell’ordine del 40% rispetto al prezzo teorico di un’azione dopo che sono stati attribuiti i diritti dell’aumento di capitale. Di conseguenza, la ricapitalizzazione potrebbe partire prima dell’approvazione dei dati preliminari del 2016, in agenda per il 9 febbraio. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 19 gennaio Mubadala Investment Company Pjsc è diventato uno dei maggiori azionisti di Unicredit con una quota del 5,042%. La comunicazione è stata effettuata a seguito della costituzione della società Mubadala Investment Company Pjsc, che ha contestualmente acquisito il controllo indiretto della Aabar Luxembourg, già titolare della partecipazione in Unicredit. Sempre dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 26 gennaio Jane Street Group ha incrementato la posizione corta su Unicredit, portandola dallo 0,71% allo 0,8%; lo stesso giorno AQR Capital Management ha aumentato dallo 0,59% allo 0,61% lo “short” sull’istituto.

 

Chiusura negativa per Generali; il titolo della compagnia triestina ha perso l’1,47% a 15,4 euro. Il Corriere della Sera ha riportato quanto dichiarato da Carlo Messina durante l’intervento di chiusura della celebrazione dei 10 anni di IntesaSanpaolo (+0,8% a 2,268 euro). Su Generali il banchiere ha dichiarato che l’offerta ci sarà solo se saranno soddisfatte condizioni irrinunciabili, come la preservazione della forza patrimoniale e la capacità di remunerazione degli azionisti della banca e il giusto prezzo per il Leone di Trieste.

 

Poste Italiane ha ceduto lo 0,75% a 5,98 euro. Secondo il Sole24Ore entro la fine del primo semestre del 2017 il Tesoro procederà con la seconda tranche del collocamento della società guidata da Francesco Caio. L’obiettivo sarebbe quello di vendere la residua quota del 30% con le stesse modalità dell’Ipo, ossia cedendo azioni a investitori istituzionali e risparmiatori. L’incasso per la cessione del 30% di Poste potrebbe attestarsi attorno ai 2,4 miliardi di euro.

 

STM ha messo a segno un progresso del 3,64% a 12,53 euro. Non si sono fatte attendere le indicazioni degli analisti dopo la diffusione dei dati relativi all’esercizio 2016. Jp Morgan ha aumentato da 7,8 euro a 12,5 euro il target price sull’azienda, in seguito al miglioramento delle stime sui ricavi e sulla redditività per il biennio 2017/2018. Anche il Credit Suisse ha aumentato il prezzo obiettivo, portandolo da 6,5 euro a 11,7 euro, in seguito all’incremento delle previsioni sul fatturato per il biennio 2017/2018. Gli esperti delle due banche d’affari hanno anche migliorato da “Underweight” (sottopesare) a “Neutrale” il giudizio. Promozione completa anche da Equita sim, che ha incrementato da 10,8 euro a 14 euro il target price sull’azienda e ora consigliano l’acquisto delle azioni. Kepler Cheuvreux e S&P Global MI hanno aumentato a 10 dollari e a 13 euro il prezzo obiettivo su STM, ribadendo l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Indicazione simile da UBS e da Banca Akros, che hanno incrementato a 12 euro e a 11 euro per azione la valutazione sull’azienda, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per i prossimi esercizi; gli esperti delle due banche d’affari hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Più cauta Deutsche Bank: gli analisti della banca tedesca hanno alzato da 8 euro a 10 euro il target price su STM, in seguito al miglioramento della stima sull’utile per azione per il 2018; tuttavia, gli esperti hanno confermato l’indicazione di vendita delle azioni.

 

Fiat Chrysler Automobiles ha guadagnato lo 0,48% a 10,38 euro. Non si sono fatte attendere le indicazioni degli analisti dopo la diffusione dei dati relativi all’esercizio 2016. Mediobanca ha aumentato da 12 euro a 14 euro il prezzo obiettivo sul gruppo guidato da Sergio Marchionne, in seguito al miglioramento delle stime finanziarie per il triennio 2017/2019; gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato). Sulla stessa lunghezza d’onda Equita sim, che ha aumentato da 9,8 euro a 10,7 euro per azione la valutazione sull’azienda, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per il biennio 2017/2018; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Per lo stesso motivo Jefferies e Banca Akros hanno incremento a 14 dollari e a 12,7 euro il target price su Fiat Chrysler Automobiles; gli esperti delle due banche d’affari hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Indicazione simile da Banca IMI, che ha aumentato da 10,4 euro a 12,2 euro il prezzo obiettivo sull’azienda, in seguito al miglioramento della stima sull’utile per azione per l’esercizio in corso; gli esperti hanno confermato l’indicazione di aggiungere le azioni in portafoglio.

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