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Piazza Affari chiude in rosso: male Unicredit

I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi nell’ordine del punto percentuale. Chiusura negativa anche per Monte Paschi e e BPER

di Edoardo Fagnani 25 ago 2016 ore 17:47

Chiusura negativa per Piazza Affari e per le principali borse europee. Non sono arrivate buone notizie dai dati macroeconomici europei: nel mese di agosto l’indice IFO in Germania ha registrato una contrazione, attestandosi a 106,2 punti, rispetto ai 108,3 punti di luglio; il dato è stato anche inferiore alla stima degli analisti, che si attendevano un risultato di 108,5 punti. Bancari sempre protagonisti: sono scattate le prese di beneficio su Unicredit.
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi nell’ordine del punto percentuale. Il FTSEMib ha ceduto l’1,07% a 16.711 punti, oscillando tra un minimo di 16.682 punti e un massimo di 16.880 punti. Il FTSE Italia All Share ha perso l’1%. Segno meno anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,66%) e il FTSE Italia Star (-0,55%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 1,57 miliardi di euro, rispetto agli 1,95 miliardi di ieri. Su 309 titoli trattati, 202 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 82. Invariate le rimanenti 25 azioni.
L’euro ha sfiorato gli 1,13 dollari.

CONSULTA le quotazioni dei titoli del SOLMib40

mercato2_4Bancari anche oggi protagonisti a Piazza Affari.
Prese di beneficio su Unicredit (-3,72% a 2,174 euro), dopo il forte rialzo messo a segno nelle ultime due sedute. Ieri l’istituto ha emesso un bond garantito decennale per un ammontare di un miliardo di euro; il titolo ha raccolto ordini per quasi 1,8 miliardi. Il rendimento è stato fissato a 20 punti base oltre il tasso mid swap di pari durata.
FinecoBank ha perso l’1,45% a 5,42 euro. Il Corriere della Sera ha riportato alcune indiscrezioni in merito all’ipotesi di creare un grande polo del risparmio gestito e della consulenza finanziaria attraverso uno scambio azionario, o una fusione, con Banca Generali (+0,67% a 18,02 euro).
La Popolare dell’Emilia Romagna è scesa del 2,91% a 3,402 euro. Secondo quanto scritto su MF in giornata si è riunito il consiglio di amministrazione della banca per esaminare un’eventuale offerta per rilevare il controllo della Banca delle Marche e di Banca Etruria. La Popolare dell’Emilia Romagna avrebbe messo sul piatto circa 300 milioni di euro.
In rosso anche il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca senese ha registrato un calo dell’1,92% a 0,2354 euro. La Repubblica ha quantificato in 600 milioni di euro le commissioni che potrebbero incassare gli istituti che formano il consorzio, guidato da Jp Morgan e Mediobanca, che accompagnerà Monte dei Paschi di Siena nel suo riassetto.
Vendite su UBI Banca (-2,15% a 2,364 euro). Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 24 agosto BlackRock Investment Management (UK) Limited ha ridotto lo “short” su UBI Banca, portandolo dallo 0,8% allo 0,7%. Lo stesso giorno AQR Capital Management ha incrementato la posizione corta sull’istituto, portandola dal 3,1% al 3,26%.

ENI ha ceduto l’1,18% a 13,35 euro. Gli analisti di Macquarie hanno iniziato la copertura sul titolo del Cane a sei zampe con un target price di 16 euro e un giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato). Gli esperti apprezzano le prospettive di crescita dei flussi di cassa operativi e, quindi, ritengono sostenibile la politica dei dividendi nei prossimi esercizi.

Terna ha registrato un ribasso dello 0,17% a 4,67 euro, nonostante gli analisti di HSBC abbiano tagliato da 4,5 euro a 4,4 euro il target price sulla società. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio.

Fiat Chrysler Automobiles ha subito un minimo calo dello 0,16% a 6,135 euro. Si sono riaccese le indiscrezioni in merito alla cessione della controllata Magneti Marelli.

Da segnalare il balzo di Elica (+6,77% a 1,83 euro). La società ha comunicato i risultati del primo semestre del 2016, periodo chiuso con ricavi in aumento del 6,1%, mentre l’utile netto di pertinenza del gruppo è salito da 1,37 milioni a 2,61 milioni euro (+90,2%).

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