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Il FTSEMib parte bene ma finisce in rosso

I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi nell’ordine del mezzo punto percentuale. Sulle montagne russe i bancari. Molto bene FCA e Salvatore Ferragamo

di Edoardo Fagnani 22 ott 2018 ore 17:50

Seduta nervosa per Piazza Affari, dopo che venerdì Moody’s aveva tagliato il rating sul debito sovrano dell’Italia, portandolo da "Baa2" a "Baa3" con outlook "stabile". Dopo un avvio brillante (il FTSEMib era arrivato a guadagnare quasi il 2% in avvio di giornata) i principali indici di Borsa Italiana hanno chiuso la seduta con ribassi nell’ordine del mezzo punto percentuale. Secondo gli analisti di IntesaSanpaolo "un downgrade di un notch era ampiamente atteso e pare già prezzato dai mercati". Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte SIM, ha segnalato che il rientro dello spread sotto i 300 punti base di questa mattina potrebbe rivelarsi nel breve temporaneo in attesa di verificare quale sarà il percorso del confronto con la Commissione europea, che sembrerebbe essere intenzionata a mettere sotto pressione il governo affinché modifichi la legge di bilancio e di conseguenza anche gli obiettivi di deficit per il 2019. Intanto, in mattinata il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, ha risposto alle contestazioni della Commissione Europea sul documento programmatico di bilancio. Il ministro ha ribadito il quadro macroeconomico contenuto nel documento e i termini della politica economica del governo, finalizzata a stimolare crescita per favorire la riduzione del debito pubblico. Un sostegno importante alla crescita economica è atteso dal rilancio degli investimenti, sia pubblici che privati che in capitale umano, e dalle riforme strutturali che il governo intende mettere in atto. Nella lettera di risposta Giovanni Tria ha precisato che, qualora i rapporti debito/PIL e deficit/PIL non dovessero evolvere in linea con quanto programmato il governo si impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rigorosamente rispettati.

Il FTSEMib ha terminato la giornata con un ribasso dello 0,6% a 18.966 punti, dopo aver oscillato tra un minimo di 18.928 punti e un massimo di 19,467 punti. Il FTSE Italia All Share ha perso lo 0,61%. In flessione anche il FTSE Italia Mid Cap (-0,78%) e il FTSE Italia Star (-0,78%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,17 miliardi di euro, rispetto ai 2,87 miliardi di venerdì; oggi sono passate di mano 1.047.902.940 azioni (1.700.807.837 nella seduta di venerdì). Su 374 titoli trattati, 214 hanno registrato una performance negativa, mentre i rialzi sono stati 138; invariate le restanti 22 azioni.

L’euro è sceso sotto gli 1,15 dollari; alle 17.30 il bitcoin si confermava sotto quota 6.500 dollari (poco più di 5.500 euro).

 

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azioni-di-mercatoSulle montagne russe i bancari, dopo la bocciatura di Moody’s.

IntesaSanpaolo ha limitato i danni, terminando la giornata con una flessione dello 0,84% a 1,9676 euro. Gli analisti del Credit Suisse hanno tagliato il prezzo obiettivo sull’istituto guidato da Carlo Messina, portandolo da 2,9 euro a 2,3 euro, ipotizzando un peggioramento della performance nell’attività di gestione del risparmio, che potrebbe avere impatti sul dividendo relativo ai prossimi esercizi. Gli esperti hanno anche peggiorato da “Outperform” (farà meglio del mercato) a “Neutrale” il rating.

La stessa banca d’affari ha sforbiciato da 2,5 euro a 1,7 euro il target price sul BancoBPM (-3,12% a 1,6692 euro), sulla base di possibili rallentamenti nell’attività di riduzione dei crediti problematici. Gli esperti hanno anche peggiorato da “Neutrale” ad “Underperform” (farà peggio del mercato) il giudizio. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 19 ottobre Marshall Wace ha incrementato dal 4,09% al 4,15% la posizione corta sul BancoBPM; al contrario PDT Partners e BlackRock Institutional Trust Company hanno ridotto lo "short" sulla banca, portandolo rispettivamente allo 0,86% e allo 0,89%.

Male anche Unicredit (-1,93% a 11,308 euro). Il Credit Suisse ha tagliato da 15,9 euro a 14,2 euro il target price sull’istituto guidato da Jean-Pierre Mustier, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2019/2020. Gli esperti hanno ribadito il rating “Neutrale”.

La stessa banca d’affari ha ridotto la valutazione su UBI Banca (-2,18% a 2,736 euro) e su BPER Banca (-3,65% a 3,38 euro), portandola rispettivamente a 3,3 euro e a 4,1 euro per azione, in seguito al taglio delle stime sull’utile per azione per il triennio 2018/2020. Il giudizio su entrambi gli istituti resta “Neutrale”. Inoltre, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 19 ottobre Marshall Wace ha incrementato dall'1,54% all'1,62% la posizione corta su UBI Banca; al contrario, RENAISSANCE TECHNOLOGIES ha limato lo "short" sull'istituto, portandolo dallo 0,5% allo 0,49%.

Altro scivolone per il Monte dei Paschi di Siena (-5,31% a 1,506 euro). Gli analisti del Credit Suisse hanno tagliato da 2,2 euro a 1,65 euro il prezzo obiettivo sull’istituto senese, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il triennio 2018/2020. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Underperform” (farà peggio del mercato).

 

Fiat Chrysler Automobiles ha registrato un progresso del 2,98% a 13,842 euro, dopo uno stop in avvio per eccesso di rialzo. La società automobilistica ha comunicato di aver siglato un accordo definitivo per la cessione del business della componentistica per autoveicoli Magneti Marelli a CK Holdings, holding di Calsonic Kansei Corporation, uno dei principali fornitori giapponesi di componentistica per autoveicoli. Al termine dell'operazione, CK Holdings sarà rinominata come Magneti Marelli CK Holdings. Il controvalore dell’operazione è pari a 6,2 miliardi di euro. Alcuni analisti non escludono che le risorse incassate possano andare a finanziare la distribuzione di un dividendo straordinario.

 

Salvatore Ferragamo (+7,44% a 20,94 euro) ha registrato la migliore performance della giornata al FTSEMib. Secondo alcuni operatori la morte di Wanda Miletti, la vedova di Salvatore Ferragamo, potrebbe aprire all’ipotesi di operazioni straordinarie sul gruppo del lusso.

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