La borsa italiana è la peggiore in Europa. Male le banche
FTSEMib sui minimi di seduta. Male MPS: il titolo senese ha subito diverse sospensioni per eccesso di ribasso in mattinata. Ha chiuso in rosso anche Unicredit. Allo Star tonfo di La Doria
di Edoardo Fagnani 20 set 2016 ore 17:42Piazza Affari chiude in calo di quasi un punto percentuale e registra la peggior performance tra le borse del Vecchio Continente alla vigilia delle indicazioni della FED e della Bank of Japan in materia di politica monetaria. Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas, si è focalizzato sulla banca centrale statunitense, evidenziando che lo scenario base rimane quello di un rialzo dei tassi a dicembre, anche se un aumento (accompagnato da un tono dovish) nella prossima riunione non sarebbe uno scenario da escludere a priori.
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi superiori al punto percentuale. Il FTSEMib è sceso dell’1,17% a 16.207 punti, oscillando tra i 16.207 punti e i 16.430 punti. Il FTSE Italia All Share ha perso l’1,09%. Performance negative anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,49%) e per il FTSE Italia Star (-0,36%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 1,64 miliardi di euro, rispetto agli 1,73 miliardi di ieri. Su 324 titoli trattati, 90 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre le performance negative sono state 214. Invariate le restanti 20 azioni.
L’euro è tornato sotto gli 1,12 dollari.
CONSULTA le quotazioni dei titoli del SOLMib40
Bancari sempre protagonisti.
Giornata decisamente negativa per il Monte dei Paschi di Siena, dopo i forti ribassi subiti nelle ultime sedute. Il titolo della banca senese ha registrato un calo del 5,95% a 0,1881 euro, dopo alcune sospensioni per eccesso di ribasso. Il Sole24Ore ha scritto che nel consiglio di amministrazione in agenda per il 26 settembre non è in programma la discussione del piano industriale.
Pessima giornata anche per il Banco Popolare (-4,2% a 2,006 euro) e per la Popolare di Milano (-5,61% a 0,3367 euro).
In rosso anche Unicredit (-0,97% a 2,034 euro) dopo una mattinata positiva. Il Sole24Ore ha scritto che sono 7 o 8 le offerte arrivate sul tavolo per Pioneer, l’asset manager che l’istituto guidato da Jean Pierre Mustier ha messo in vendita. Ieri era infatti in programma la scadenza per le proposte non vincolanti, anche se non è da escludere che la deadline possa anche essere prolungata. Tra i pretendenti italiani si sarebbe fatta avanti Poste Italiane (-0,41% a 6,09 euro) con un veicolo insieme ad Anima e alla Cdp. Il gruppo di Caio potrebbe investire fino a 1,5 miliardi per il 50% della società, e se dovesse vincere la corsa diventerebbe il terzo player italiano nel risparmio gestito dopo Generali e Eurizon. Un’offerta l’avrebbe presentata anche Generali (-0,36% a 11,15 euro). Tra le straniere il Sole24Ore cita le transalpine Amundi e Axa. Poi Natixis, Aberdeen, gli australiani di Macquarie. Intanto, gli analisti di Mediobanca hanno alzato il prezzo obiettivo su Unicredit, portandolo da 3,5 euro a 4,4 euro, apprezzando le mosse studiate dal management per aumentare la redditività dell’istituto; gli esperti hanno anche migliorato da “Neutrale” ad “Outperform” (farà meglio del mercato) il giudizio.
Atlantia ha registrato una flessione dello 0,18% a 22,77 euro. La concessionaria autostradale ha comunicato di aver sottoscritto un accordo con San Lazzaro Investments Spain per l’acquisto del 21,3% del capitale di SAVE. L’intesa prevede l’acquisto della partecipazione a un prezzo di 14,75 euro per azione, per un investimento complessivo di circa 174 milioni di euro. Inoltre, l’accordo prevede un meccanismo di integrazione parziale del prezzo qualora entro tre anni venisse promossa un’offerta pubblica di acquisto o scambio sul titolo SAVE a un prezzo superiore a quello riconosciuto nell’accordo.
Pesante ribasso per La Doria (-10,36% a 9,43 euro). Gli operatori non hanno apprezzato le nuove stime finanziarie comunicate dal management in occasione della diffusione dei risultati semestrali. Nel dettaglio, i ricavi sono attesi a 656 milioni nel 2016 e a 702 milioni nel 2018 mentre l'utile netto è stimato a 29,6 milioni di euro nel 2016 e a 33,2 milioni nel 2018.