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Il FTSEMib riesce a chiudere con un rialzo

Giornata nervosa per Telecom Italia, sulle voci di un rafforzamento della posizione di Vincent Bolloré nell’azionariato della compagnia. Spunti importanti tra i bancari

di Edoardo Fagnani 2 nov 2015 ore 17:47

Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato la prima seduta della settimana e del mese di novembre in territorio positivo, dopo un avvio di giornata caratterizzato dal segno meno. Giornata nervosa per Telecom Italia, sulle voci di un rafforzamento della posizione di Vincent Bolloré nell’azionariato della compagnia. Da segnalare il balzo di Snam. Spunti importanti tra i bancari, dove si segnala lo scivolone del Banco Popolare. Male anche Luxottica.
Il FTSEMib ha registrato un progresso dello 0,18% a 22.482 punti, mentre il FTSE Italia All Share è salito dello 0,22% a 24.173 punti. Performance migliori per il FTSE Italia Mid Cap (+0,5%) e il FTSE Italia Star (+1,11%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,59 miliardi di euro, rispetto ai 2,9 miliardi di venerdì. Su 332 titoli trattati, 190 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre le performance negative sono state 124. Invariate le restanti 18 azioni.
L’euro ha oscillato tra gli 1,1 e gli 1,105 dollari. L’oro è sceso a 1.135 dollari.

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mercato2_1Telecom Italia anche oggi protagonista a Piazza Affari. La compagnia telefonica ha guadagnato lo 0,08% a 1,27 euro, in una seduta caratterizzata da forte volatilità. Il Sole24Ore di domenica ha segnalato che la Consob ha aperto un indagine a tutto campo sui movimenti di Xavier Niel, numero uno di Iliad, nell’azionariato di Telecom Italia. Il quotidiano finanziario ha precisato che le indagini riguardano anche “la natura dei contratti stipulati e la titolarità dei diritti di voto”. Intanto, secondo alcune indiscrezioni di stampa, Vincent Bolloré potrebbe rispondere a Xavier Niel, incrementando la partecipazione detenuta in Telecom Italia dall’attuale 20,1% a poco meno del 25%. In questo modo il finanziere bretone resterebbe sotto la quota che fa scattare l’obbligo di lanciare l’OPA.

Spicca il balzo di Snam che ha guadagnato il 3,27% a 4,864 euro. Gli operatori hanno segnalato che l’Authority potrebbe rivedere, in maniera più favorevole per l’azienda, gli indicatori per il calcolo delle tariffe sul trasporto e stoccaggio del gas. Il nuovo sistema di calcolo di remunerazione del capitale potrebbe portare a un incremento del 5% dell’utile netto della società. Intanto, gli analisti di Mediobanca hanno migliorato ad “Outperform” (farà meglio del mercato) il giudizio su Snam; gli esperti hanno anche incrementato da 4,3 euro a 5,15 euro il target price, in seguito al miglioramento delle stime per i prossimi esercizi. Il Credit Suisse, invece, ha alzato da 4,1 euro a 4,5 euro il target price sulla società, in seguito all’incremento della stima sull’utile per azione per il 2016 e sul dividendo relativo all’esercizio 2016; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Sulla stessa lunghezza d’onda Citigroup e Equita sim, che hanno incrementato il prezzo obiettivo sul titolo, portandolo rispettivamente a 5,7 euro e a 5,3 euro; entrambe le banche d’affari hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni.
In rialzo anche Terna (+1,12% a 4,68 euro). Il Credit Suisse ha alzato da 3,5 euro a 3,8 euro il target price sulla società, in seguito all’incremento della stima sull’utile per azione per il 2016; gli esperti hanno confermato il giudizio “Underweight” (sottopesare). Per lo stesso motivo Citigroup e Equita sim hanno incrementato il prezzo obiettivo sul titolo, portandolo rispettivamente a 5,4 euro e a 4,7 euro; Citigroup ha ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni, mentre Equita sim ha confermato il rating “Hold” (mantenere).
Saipem ha subito una flessione del 2,16% a 8,36 euro. Gli analisti di Jefferies hanno tagliato da 7,85 euro a 7,1 euro il target price sulla società, in seguito al prossimo aumento di capitale da 3,5 miliardi di euro; gli esperti hanno anche peggiorato da “Hold” ad “Underperform” (farà peggio del mercato) il giudizio.
ENI ha registrato un minimo ribasso dello 0,07% a 14,85 euro. Gli analisti di Morgan Stanley hanno tagliato da 15,5 euro a 15 euro il target price sul Cane a sei zampe, sulle prospettive di una debole crescita dell’attività nei prossimi trimestri. Gli esperti hanno anche peggiorato da “Equalweight” (neutrale) ad “Underweight” (sottopesare) il giudizio. Barclays, invece, ha tagliato le stime sull’utile per azione di ENI per il biennio 2015/2016, segnalando che la produzione del terzo trimestre è stata negativa; gli esperti hanno confermato il giudizio “Underweight”.

Spunti importanti tra i bancari.
Unicredit è salita dello 0,17% a 5,89 euro. La banca ha fornito l’aggiornamento sulle stime di consensus degli analisti. Le previsioni degli esperti per il terzo trimestre del 2015 indicano un utile netto di 458 milioni di euro, stima che si confronta con i 722 milioni contabilizzati nello stesso periodo dell’esercizio precedente. Il margine di intermediazione e il risultato di gestione sono previsti rispettivamente a 5,41 miliardi (in leggero calo rispetto ai 5,55 miliardi del terzo trimestre del 2014) e a 1,02 miliardi di euro. Le stime degli analisti per l’intero 2015 indicano per Unicredit un utile netto di 2,03 miliardi di euro, previsione peggiore rispetto alla precedente stima di 2,25 miliardi. L’utile per azione, quindi, dovrebbe collocarsi a 0,34 euro. Inoltre, Unicredit e affiliate di Fortress - insieme a Prelios - hanno perfezionato la cessione di Unicredit Credit Management Bank, incluso un portafoglio di sofferenze pari a circa 2,4 miliardi di euro. Intanto, gli analisti di Exane hanno tagliato da 6,6 euro a 6,1 euro il target price su Unicredit, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il triennio 2015/2017; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.
La stessa banca d’affari ha tagliato da 2,8 euro a 2,6 euro il prezzo obiettivo sul Monte dei Paschi di Siena (+0,9% a 1,687 euro), in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2016/2017; gli esperti hanno ribadito il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato). Per lo stesso motivo Banca Akros ha sforbiciato da 2,15 euro a 1,95 euro il target price sull’istituto senese; tuttavia, gli analisti hanno confermato l’indicazione di acquisto delle azioni.
Giornata positiva per IntesaSanpaolo (+0,38% a 3,18 euro). Il numero uno dell’istituto, Carlo Messina, è fiducioso di poter superare i target finanziari fissati nel piano industriale, anche se non è prevista una revisione del business plan. Il manager ha aggiunto che al momento non è tra le priorità procedere con eventuali operazioni straordinarie. Carlo Messina ha segnalato che gli investitori istituzionali stranieri sono arrivati a detenere il 65% del capitale di IntesaSanpaolo. Intanto, gli analisti di Exane hanno tagliato da 3,2 euro a 3,1 euro il target price sull’istituto, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2015/2016; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”. Banca Akros, invece, ha migliorato da “Reduce” (ridurre) a “Neutrale” il giudizio su IntesaSanpaolo, dopo il ribasso subito dal titolo nel mese di settembre. Gli esperti hanno confermato il target price di 3,2 euro.
Il Banco Popolare ha ceduto il 3,6% a 13,12 euro. Banca Akros ha limato da 15,5 euro a 14,5 euro il target price sull’istituto, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2016/2017; tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di accumulare le azioni in portafoglio. Indicazione simile da Exane, che ha tagliato da 15,1 euro a 13 euro il target price sull’istituto, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il triennio 2015/2017. Gli esperti hanno anche peggiorato da “Outperform” (farà meglio del mercato) a “Neutrale” il rating.
Sempre Exane ha sforbiciato il prezzo obiettivo su UBI Banca (-1,4% a 6,715 euro) e sulla Popolare dell’Emilia Romagna (-1,43% a 7,24 euro), portandolo rispettivamente a 6,5 euro e a 8,4 euro; Exane ha confermato  il giudizio “Neutrale” su UBI Banca e il rating “Outperform” sulla banca emiliana.

UnipolSAI ha guadagnato il 2% a 2,24 euro
. Gli analisti di Banca Akros hanno tagliato da 2,45 euro a 2,3 euro il prezzo obiettivo sulla compagnia assicurativa, sulla base di una visione più cauta sul settore auto; gli esperti hanno anche peggiorato da "Outoerform" a "Neutrale" il rating, in seguito al rialzo messo a segno dal titolo nelle ultime settimane.

Luxottica ha perso il 3,84% a 61,3 euro. Gli analisti di Bank of America hanno peggiorato il giudizio sulla società, portandolo da “Neutrale” ad “Underperform” (farà peggio del mercato), sulle prospettive di un rallentamento della crescita della redditività nei prossimi esercizi. Gli esperti hanno confermato il prezzo obiettivo di 62 euro.

Buzzi Unicem ha ceduto lo 0,06% a 15,38 euro. Goldman Sachs ha tagliato da 22,9 euro a 21,7 euro il prezzo obiettivo sulla società. Gli esperti hanno tolto Buzzi Unicem dalla propria lista di titoli da acquistare con convinzione, anche se hanno ribadito il rating “Buy” (acquistare).

Salvatore Ferragamo è scesa dello 0,61% a 24,55 euro. Deutsche Bank ha limato da 27,5 euro a 26,5 euro il target price sulla società del lusso, sull’ipotesi di un rallentamento dell’attività nel terzo trimestre del 2015; gli analisti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.

Anima Holding ha ceduto l’1,9% a 8,755 euro. Oggi la compagnia ha debuttato al FTSEMib prendendo il posto di Pirelli.

Poste Italiane ha terminato la giornata con un rialzo dell’1,54% a 6,6 euro. Nella seduta odierna sono passate di mano oltre 7 milioni di azioni.

 

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