FTSEMib negativo: male la galassia Enel
Gli operatori continuano a monitorare la situazione a Parigi. Inoltre, gli addetti ai lavori sono sempre in attesa delle prossime decisioni delle banche centrali
di Edoardo Fagnani 18 nov 2015 ore 17:44Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato la seduta odierna con gli indici in territorio negativo. Gli operatori continuano a monitorare la situazione a Parigi, dove da stamattina è stato compiuto un blitz delle teste di cuoio con l'obiettivo di catturare uno dei terroristi che hanno organizzato gli attentati dello scorso venerdì. Inoltre, gli addetti ai lavori sono sempre in attesa delle prossime decisioni delle banche centrali. Secondo Yves Longchamp, capoeconomista di Ethenea Independent Investors, la FED potrebbe innalzare i tassi entro la fine del 2015 anche se l’inflazione rimane debole e il dollaro Usa è forte, dato che il mercato del lavoro ha acquistato slancio e l’economia cinese sembra preoccupare un po’ meno i mercati globali. Giornata decisamente negativa per la galassia Enel, dopo che il colosso elettrico ha approvato il progetto di integrazione con Enel Green Power.
Il FTSEMib ha lasciato sul terreno lo 0,98% a 22.092 punti, mentre il FTSE Italia All Share ha perso lo 0,86% a 23.813 punti. Sulla parità il FTSE Italia Mid Cap (-0,04%) e il FTSE Italia Star (invariato). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 2,44 miliardi di euro, rispetto ai 2,83 miliardi di ieri. Su 322 titoli trattati, 180 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre i segni più sono stati 126. Invariate le rimanenti 16 azioni.
L’euro si è confermato sotto gli 1,065 dollari. L’oro è sceso sotto i 1.070 dollari.
CONSULTA le quotazioni dei titoli del FTSE MIB
In forte ribasso Enel (-2,99% a 4,086 euro). Il colosso elettrico ha approvato il progetto di integrazione con Enel Green Power (-3,44% a 1,939 euro). Nel dettaglio, l’operazione sarà eseguita mediante una scissione parziale non-proporzionale di Enel Green Power per effetto della quale le attività italiane rimarranno in capo alla stessa Enel Green Power, che diventerà interamente controllata da Enel e conseguentemente verrà delistata. Di conseguenza, gli attuali azionisti di Enel Green Power riceveranno azioni di Enel di nuova emissione, con un rapporto di cambio di 0,486 azioni Enel per ciascuna azione Enel Green Power portata in concambio. Le assemblee straordinarie di Enel e di Enel Green Power per l’approvazione del progetto di scissione sono state convocate per l’11 gennaio 2016, con l'obiettivo di perfezionare l'operazione entro la fine del primo trimestre 2016. Inoltre, Enel ha presentato il piano industriale per il periodo 2015/2019, che prevede un incremento della redditività nel periodo in esame e un dividendo minimo di 0,16 euro e di 0,18 euro rispettivamente con riferimento agli esercizi 2015 e 2016. Con riferimento all’esercizio successivo il dividendo complessivo sarà pari al 60% dell’utile realizzato.
Qualche spunto tra i petroliferi.
Saipem ha registrato un progresso dello 0,68% a 8,14 euro. Il Sole24Ore ha riportato quanto emerso ieri dall'audizione dei vertici dell’azienda, l'ad Stefano Cao e il presidente Paolo Andrea Colombo, davanti alle commissioni riunite Attività produttive (Camera) e Industria (Senato). Il management della società ha respinto le indiscrezioni che hanno contrassegnato la storia più recente di Saipem, su possibili spezzatini o smembramenti di asset dell’azienda.
Tenaris è salita dello 0,34% a 11,93 euro. Gli analisti di Banca IMI hanno ridotto da 13,01 euro a 11,85 euro il target price sulla società, segnalando che i risultati del terzo trimestre del 2015 sono stati inferiori alle attese; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.
Hanno prevalso le vendite sui bancari.
Chiusura decisamente negativa per Unicredit (-1,87% a 5,515 euro). Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa l’istituto guidato da Federico Ghizzoni avrebbe venduto il 3,2% della quota detenuta nella Banca d’Italia, per un ammontare nell’ordine dei 200 milioni di euro. Tuttavia, l’operazione deve ancora essere autorizzata dalla stessa banca centrale italiana.
In calo di oltre un punto percentuale anche IntesaSanpaolo (-1,58% a 3,12 euro).
Il Monte dei Paschi di Siena ha limitato i danni. L’istituto toscano ha lasciato sul terreno lo 0,2% a 1,461 euro.
Il Credem è sceso dell’1,77% a 6,4 euro. Gli analisti di Equita sim hanno alzato da 7,3 euro a 7,6 euro il target price sull’istituto emiliano, in seguito all’incremento delle stime sull’utile per azione per il triennio 2016/2018; gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio.
Giornata nervosa per i titoli del settore del lusso.
Salvatore Ferragamo ha perso l’1,38% a 21,37 euro. Gli analisti del Credit Suisse hanno tagliato da 28 euro a 24 euro il target price sulla società; tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato). Mediobanca, invece, ha migliorato il giudizio, portandolo da “Neutrale” ad “Outperform”, confermando il prezzo obiettivo di 27 euro. Fidentiis ha iniziato la copertura su Salvatore Ferragamo, consigliando l’acquisto delle azioni, sulla base di una valutazione di 26-27 euro per azione; gli esperti apprezzano la suddivisione geografica dell’attività dell’azienda.
Tod’s ha lasciato sul terreno l’1,84% a 77,35 euro. Il Credit Suisse ha alzato da 73 euro a 80 euro il target price sul titolo, in seguito al miglioramento delle stime sulla redditività per il triennio 2015/2017. La banca d’affari ha anche migliorato il giudizio sulla società, portandolo da “Underperform” (farà peggio del mercato) a “Neutrale”. Il Credit Suisse prevede che Tod’s possa chiudere il 2015 con ricavi in aumento a 1,03 miliardi di euro (dai 976 milioni del 2014) e un utile netto di 102 milioni (dai 97 milioni dello scorso anno). L’utile per azione sarebbe pari a 3,34 euro.
Chiusura positiva per Exprivia (+2,61% a 0,8255 euro). La società ha presentato alla comunità finanziaria il piano industriale per il periodo 2015/2020. L'obiettivo dell'azienda è quello di diventare uno dei primi cinque operatori italiani nel settore informatico. Nel dettaglio, il business plan prevede un incremento medio annuo del giro d’affari del 16%, un tasso più che doppio rispetto all’attuale. I ricavi dell’azienda, quindi, dovrebbero passare dai 147 milioni realizzati nel 2014 ai 360 milioni stimati per il 2020. Più in particolare, 205 milioni dovrebbero arrivare dall’attuale perimetro del gruppo, mentre i rimanenti 155 milioni saranno da crescita per linee esterne. Il margine operativo lordo dovrebbe triplicare, passando dai 14,5 milioni contabilizzati nel 2014 ai 44 milioni stimati per il 2020, con una marginalità nell’ordine del 12,3%.