Piazza Affari, le banche mandano in rosso il FTSEMib
Chiusura negativa anche per Finmeccanica e Telecom Italia, mentre Prysmian ha terminato la giornata con un forte rialzo. Sono scattate le prese di beneficio su Fidia
di Edoardo Fagnani 18 mar 2015 ore 17:43Piazza Affari e le principali borse europee hanno chiuso la seduta odierna con ribassi generalizzati, prima delle decisioni della FED in materia di politica monetaria. Vendite sui bancari, con la sola eccezione di Banca Carige. Chiusura negativa anche per Finmeccanica e Telecom Italia, mentre Prysmian ha terminato la giornata con un forte rialzo. Sono scattate le prese di beneficio su Fidia, dopo il rally delle ultime due sedute.
Il FTSEMib è sceso dello 0,69% a 22.565 punti. Stessa variazione per il FTSE Italia All Share che ha terminato la giornata a 24.072 punti. Andamento opposto per il FTSE Italia Mid Cap (-0,32%) e il FTSE Italia Star (+0,31%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 3,99 miliardi di euro, rispetto ai 3,82 miliardi di ieri. Su 340 titoli trattati, 202 hanno terminato la giornata in territorio negativo, mentre i rialzi sono stati 125. Invariate le rimanenti 13 azioni.
L’euro è risalito a 1,065 dollari. L’oro si è confermato a 1.150 dollari.
CONSULTA le quotazioni dei titoli del FTSE MIBGiornata negativa per i bancari. Il Sole24Ore ha scritto che gli istituti italiani si stanno preparando a chiedere oltre 32,75 miliardi di euro nella prossima asta TLTRO della BCE, la prima del 2015 e la terza dal lancio dell’autunno scorso. Questa somma è decisamente superiore a quella delle prime due aste del 2014.
La Popolare di Milano ha ceduto l’1,91% a 0,924 euro. Il consiglio di sorveglianza della banca ha approvato il bilancio d’esercizio della banca e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2014. Il management dell'istituto ha confermato l'intenzione di distribuire un dividendo di 0,022 euro per azione.
Performance peggiore per il Banco Popolare (-2,61% a 13,79 euro). A seguito della pubblicazione della nuova metodologia per i rating bancari, Moody's ha confermato a "b3" il rating "standalone" Baseline Credit Assessment sull’istituto e ha messo sotto osservazione il giudizio per un eventuale miglioramento. Al contrario, il rating di Lungo Termine su Depositi e debito Senior unsecured è stato confermato a "Ba3" e messo sotto osservazione per un eventuale peggioramento.
In flessione anche IntesaSanpaolo (-2,58% a 3,024 euro). Il consiglio di sorveglianza dell’istituto ha approvato il bilancio d’esercizio e consolidato al 31 dicembre 2014, che ha evidenziato un risultato netto pari rispettivamente a 1,21 miliardi di euro (negativo per 3,87 miliardi nel 2013) e a 1,25 miliardi di euro (negativo per 4,55 miliardi nel 2013).
Unicredit è scesa del 2,25% a 6,075 euro. L'agenzia Moody's ha posto sotto osservazione i rating di lungo termine sul debito senior unsecured e sui depositi dell’istituto per un possibile miglioramento. Attualmente il rating è fissato a "Baa2". L'indicazione per il probabile esito della revisione, che dovrebbe concludersi nei prossimi mesi, è "Baa1" per entrambi i rating.
Seduta negativa anche per il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha perso lo 0,61% a 0,5715 euro.
In controtendenza Banca Carige che è salita del 2,03% a 0,0703 euro. MF ha scritto che l’istituto avrebbe incassato il via libera della Banca Centrale Europea al capital plan che nella sua prima stesura prevedeva un aumento di capitale garantito per 650 milioni di euro, importo poi alzato a 700 milioni. La banca ha già convocato il consiglio di amministrazione per giovedì 19 marzo con l'obiettivo di deliberare l'aumento di capitale che dovrebbe essere ancora più importante dei 700 milioni stabiliti e compreso in un range tra gli 800 e i 900 milioni di euro. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 10 marzo UBS Group ha ritoccato al rialzo la partecipazione detenuta nel capitale di Banca Carige, portandola dal 4,624% al 4,72%. La commissione ha precisato che il 2,367% è senza diritto di voto. La quota è detenuta in gestione non discrezionale del risparmio.
Finmeccanica ha terminato la giornata con una flessione del 2,84% a 11,29 euro. Il gruppo aerospaziale e della difesa ha chiuso il 2014 con ricavi pari a 14,66 miliardi di euro, in crescita del 7,1% rispetto al risultato ottenuto nell’esercizio precedente. Il risultato netto è stato positivo per 20 milioni di euro, nonostante la perdita di 50 milioni per gli effetti derivanti dall’uscita dal segmento autobus nel settore Trasporti. Il management stima di chiudere il 2015 con ricavi compresi tra i 12 e i 12,5 miliardi di euro.
Segno più per i petroliferi, nonostante a New York il prezzo del greggio sia sceso a 42 dollari al barile.
Performance positiva per Saipem (+2,02% a 8,855 euro). Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 10 marzo Dodge&Cox ha incrementato la partecipazione detenuta nel capitale della società, portandola dal 5,044% al 10,423%. La quota è detenuta in gestione discrezionale del risparmio.
ENI è salita dell’1,5% a 15,54 euro.
Snam ha ceduto lo 0,97% a 4,48 euro. Gli analisti di Goldman Sachs hanno tagliato da 4,4 euro a 4,1 euro il target price sulla società, in seguito alla riduzione della stima sull’utile per azione relativa all’esercizio 2016. Gli esperti hanno anche peggiorato il giudizio e ora consigliano di vendere le azioni.
Telecom Italia ha subito un ribasso del 3,26% a 1,097 euro. La Repubblica ha scritto che il colosso telefonico francese Orange sarebbe interessato all’azienda italiana. Tuttavia, i vertici della società transalpina hanno precisato che non ci sono in corso negoziati tra i due gruppi. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che AQR Capital Management ha riaperto la posizione corta su Telecom Italia, con una quota dello 0,5%.
Atlantia ha perso l’1,11% a 24,11 euro. Banca IMI ha alzato da 23,8 euro a 26,1 euro il prezzo obiettivo sulla concessionaria autostradale, in seguito al miglioramento delle stime sul traffico nel biennio 2015/2016. Tuttavia, gli esperti hanno peggiorato da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere) il giudizio, dopo il rialzo messo a segno dal titolo nelle ultime settimane.
Mediaset ha recuperato lo 0,28% a 4,254 euro. Gli analisti di Mediobanca hanno alzato da 4,58 euro a 4,74 euro il prezzo obiettivo sul gruppo del Biscione, sulle prospettive di un miglioramento del mercato pubblicitario nei prossimi trimestri. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Outperform” (farà meglio del mercato). Indicazione simile da Morgan Stanley, che ha alzato da 3,7 euro a 4,1 euro il target price su Mediaset, in scia al miglioramento della valutazione delle società controllate. Gli analisti hanno ribadito il rating “Equalweight” (neutrale).
Prysmian è balzata del 3,65% a 18,75 euro. I vertici della società hanno smentito di avere in corso trattative per rilevare il controllo di General Cable. Il management ha precisato che l’azienda valuta tutte le opportunità di crescita.
Prese di beneficio su Fidia, dopo i forti rialzi messi a segno nelle ultime due sedute. Il titolo ha lasciato sul terreno il 12,3% a 5,52 euro, dopo alcune sospensioni per eccesso di ribasso.