ENI e banche fanno salire Piazza Affari
Piazza Affari e le principali borse europee hanno chiuso la seduta odierna con gli indici in forte rialzo. Monte dei Paschi di Siena tra i pochi titoli a chiudere in rosso
di Edoardo Fagnani 18 dic 2014 ore 17:45Piazza Affari e le principali borse europee hanno chiuso la seduta odierna con gli indici in forte rialzo. Ieri la FED ha precisato che non affretterà i tempi per tornare ad aumentare i tassi di interesse. Intanto, nel mese di dicembre l’indice IFO in Germania è salito a 105,5 punti, rispetto ai 104,7 punti di Novembre. Il dato ha centrato la stima degli analisti. In ripresa i bancari, con la sola eccezione del Monte dei Paschi di Siena. Seduta nervosa per i petroliferi. Da segnalare anche le performance positive di UnipolSAI e Fiat Chrysler Automobiles.
Il FTSEMib ha registrato un progresso del 2,65% a 19.061 punti, il massimo di giornata. Molto bene anche il FTSE Italia All Share che ha guadagnato il 2,55% a 21.146 punti. Performance simili per il FTSE Italia Mid Cap (+1,76%) e il FTSE Italia Star (+1,88%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 3,65 miliardi di euro, rispetto ai 2,96 miliardi di ieri. Su 320 titoli trattati, 258 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre i segni meno sono stati 54. Invariate le restanti otto azioni.
L’euro è scivolato sotto gli 1,23 dollari. L’oro è sceso a 1.195 dollari.
CONSULTA le quotazioni dei titoli del FTSE MIBIn ripresa i bancari.
Ha fatto eccezione il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha subito una flessione dell’1,7% a 0,52 euro. Oggi si è riunito il consiglio di amministrazione della banca toscana. Intanto, gli analisti di Banca IMI hanno tagliato da 0,74 euro a 0,63 euro il prezzo obiettivo sul Monte dei Paschi di Siena, in seguito alla riduzione delle stime per i prossimi esercizi. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere).
Performance decisamente positiva, invece, per Unicredit (+2,95% a 5,41 euro). Gli analisti di Banca IMI hanno ridotto il prezzo obiettivo sulla banca, portandolo da 7,77 euro a 6,86 euro, in seguito alla revisione delle stime per i prossimi trimestri. Tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 15 dicembre Capital Research and Management Company ha ridotto la partecipazione detenuta nell’istituto guidato da Federico Ghizzoni, portandola dal 2,732% all’1,902%.
UBI Banca ha terminato la giornata con un progresso del 2,21% a 6,005 euro. Banca IMI ha ridotto da 6,7 euro a 6,58 euro per azione la valutazione sull’istituto. Tuttavia, gli esperti hanno confermato il giudizio “Add” (aggiungere).
Il Banco Popolare è salito dell’1,61% a 10,11 euro. Gli analisti di Banca IMI hanno tagliato da 11,85 euro a 11 euro il prezzo obiettivo sull’istituto, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2015/2016. Gli esperti prevedono che la banca chiuderà il 2014 con una perdita netta di 220 milioni di euro.
La Popolare di Milano ha guadagnato il 2,89% a 0,5525 euro. Banca IMI ha aumentato da 0,67 euro a 0,72 euro il prezzo obiettivo sull’istituto, in seguito alla revisione dei parametri di valutazione del gruppo. Gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano l’acquisto delle azioni. Per lo stesso motivo gli analisti hanno ritoccato al rialzo il target price su Mediobanca (+2,39% a 6,845 euro), portandolo da 8,52 euro a 8,58 euro. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Buy” (acquistare).
Molto bene anche IntesaSanpaolo (+3,39% a 2,498 euro).
Banca Carige è salita dello 0,83% a 0,061 euro. Secondo quanto riportato da alcune agenzie stampa, l’istituto potrebbe portare a 700 milioni di euro l’ammontare dell’aumento di capitale, che servirà per coprire il deficit patrimoniale emerso dagli ultimi stress test condotti dalla BCE. In precedenza, il management di Banca Carige aveva stimato un ammontare massimo di 650 milioni di euro per la ricapitalizzazione.
Seduta nervosa per i petroliferi. A New York il prezzo del greggio si è riportato a 56 dollari al barile.
In forte progresso ENI (+3,13% a 14,5 euro).
Performance negativa, invece, per Saipem (-0,58% a 8,615 euro). Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che Oceanic Investment Management Limited ha ridotto la posizione corta su Saipem, portandola dallo 0,52% allo 0,44%. Anche Key Group Holdings (Cayman) ha diminuito lo “short” sulla società, riducendolo dallo 0,56% allo 0,49%.
UnipolSAI ha messo a segno un rialzo del 2,23% a 2,202 euro. Il Corriere della Sera ha intervistato Carlo Cimbri, numero uno della compagnia assicurativa. Il manager ha dichiarato che il gruppo è pronto per valutare ipotesi di crescita sui mercati esteri. Sul dividendo Cimbri ha puntualizzato che, se i risultati confermeranno le attese, la società non si discosterà dal payout compreso fra il 60 e l’80%, come previsto dal piano industriale.
Unipol è balzata del 3,48% a 4,226 euro. Gli analisti di Banca IMI hanno alzato il prezzo obiettivo sulle azioni ordinarie e privilegiate (+3,83% a 4,18 euro) della compagnia assicurativa, portandolo rispettivamente a 5,4 euro e a 5,42 euro, in seguito alla modifica dei parametri di valutazione dell’azienda. Gli esperti hanno anche migliorato il giudizio e ora consigliano l’acquisto di entrambi i titoli.
Telecom Italia è salita del 2,36% a 0,91 euro. Gli analisti di RBC Capital Markets hanno inserito il colosso telefonico nella propria lista di titoli europei preferiti per il 2015. Gli esperti hanno fissato un prezzo obiettivo di 1,25 euro. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 16 dicembre Grantham Mayo Van Otterloo ha ridotto la partecipazione detenuta nel colosso telefonico, portandola dal 2,09% all’1,966%. Inoltre, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che B&G Master Fund ha ridotto la posizione “short” su Telecom Italia, portandola dallo 0,52% allo 0,48%.
GTech ha guadagnato il 2,21% a 17,55 euro. La società ha annunciato la distribuzione di un acconto sul dividendo relativo all'esercizio 2014 per un ammontare di 0,75 euro per azione. La cedola sarà staccata il 19 gennaio 2015 e sarà pagata il 21 gennaio, per un importo complessivo di circa 130 milioni di euro.
Fiat Chrysler Automobiles ha messo a segno un rialzo dell’1,42% a 9,38 euro. Bank of America ha ripreso la copertura sul gruppo guidato da Sergio Marchionne con un prezzo obiettivo di 10 euro e un giudizio “Neutrale”.
Buzzi Unicem ha recuperato il 3,45% a 10,5 euro. Gli analisti di Banca IMI hanno ridotto da 14,6 euro a 13,7 euro il prezzo obiettivo sulla società, in seguito al peggioramento delle previsioni di crescita sull’Italia e sulla Russia. Tuttavia, gli esperti hanno migliorato il rating e ora consigliano l’acquisto delle azioni. Al contrario, Kepler Cheuvreux ha sforbiciato da 14,8 euro a 11,2 euro il prezzo obiettivo, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2015/2016, come conseguenza alla crisi economica in Russia. Gli esperti hanno anche peggiorato da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere) il giudizio. Anche Deutsche Bank ha tagliato il target price su Buzzi Unicem, portandolo da 14,5 euro a 12,5 euro. Tuttavia, gli esperti hanno ribadito l’indicazione di acquisto delle azioni. Al contrario, la banca d’affari tedesca ha incrementato da 5,3 euro a 5,8 euro il prezzo obiettivo su Italcementi (+5,91% a 4,948 euro), apprezzando l’esposizione geografica delle attività del gruppo. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Hold” (mantenere) sulla società bergamasca.
Salvatore Ferragamo ha guadagnato il 2,26% a 19,94 euro. Gli analisti di Barclays hanno limato da 25 euro a 24 euro il target price sulla società del lusso. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Overweight” (sovrappesare).
Atlantia è salita del 2,72% a 19,29 euro. Gli analisti di Banca IMI hanno ridotto da 24,5 euro a 23,8 euro il prezzo obiettivo sulla concessionaria autostradale. Tuttavia, gli esperti hanno migliorato il giudizio e ora consigliano l’acquisto delle azioni, grazie all’effetto positivo derivante dai bassi tassi di interesse.