Piazza Affari la peggiore in Europa: crollo dei bancari
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi superiori al 2%. Giornata decisamente negativa per il Monte dei Paschi di Siena. Male anche Unicredit
di Edoardo Fagnani 16 set 2016 ore 17:54Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato la settimana con una seduta negativa, penalizzate dalle vendite sui titoli del settore bancario: Borsa italiana ha registrato la peggiore performance in Europa. Oggi è stata giornata di scadenze tecniche; sono arrivati a termine i future e i contratti di opzione sulle azioni e sugli indici datati settembre 2016: il valore di regolamento del FTSEMib è stato fissato a 16.478 punti. Pioggia di vendite sui bancari, in scia allo scivolone subito da Deutsche Bank: spicca il calo registrato dal Monte dei Paschi di Siena. In rosso anche Fiat Chrysler Automobiles.
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi superiori al 2%. Il FTSEMib ha subito uno scivolone del 2,43% a 16.192 punti (minimo di 16.181 punti, massimo di 16.548 punti), terminando la settimana con un ribasso del 5,62%. Il FTSE Italia All Share ha perso il 2,2%. Performance negative anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,63%) e per il FTSE Italia Star (-0,62%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è balzato a 4,13 miliardi di euro, rispetto ai 2,07 miliardi di ieri. Su 327 titoli trattati, 229 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 83. Invariate le rimanenti 15 azioni.
L’euro è sceso a 1,115 dollari.
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Pioggia di vendite sui bancari. Ha pesato lo scivolone subito da Deutsche Bank (-8,5%) a Francoforte, dopo che il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha proposto di comminare una multa di 14 miliardi di dollari alla banca tedesca per la vendita di titoli aventi sottostante mutui immobiliari.
Seduta decisamente negativa per il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca senese ha registrato uno scivolone del 9,34% a 0,202 euro dopo alcune sospensioni per eccesso di ribasso. Elevati i volumi: nella seduta odierna sono passate di mano oltre 164 milioni di azioni. Secondo il Sole24Ore quello del Monte dei Paschi di Siena potrebbe essere un salvataggio “alla greca”. Nel 2015 quattro istituti ellenici hanno dovuto fronteggiare la necessità di raccogliere mezzi freschi (per ben 14,4 miliardi di euro) in condizioni proibitive. Il caso di Eurobank, in particolare, è esemplare. La ricapitalizzazione era stata gestita come un private placement presso investitori istituzionali, raccogliendo, prima del lancio dell’offerta, l’impegno a sottoscrivere 453 milioni di euro da un gruppo ristretto di investitori. L’80% dei capitali richiesti era arrivato dal collocamento azionario, il 20% da uno swap volontario bond-azioni.
Pessima giornata anche per Unicredit (-5,79% a 1,969 euro). Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che l’8 settembre Capital Research And Management Company ha incrementato la partecipazione detenuta nel capitale dell’istituto, portandola dal 5,082% al 6,725%. La Commissione ha precisato che il 5,132% è detenuto per conto di Europacific Growth Fund. Sempre dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 15 settembre Millennium International Management ha incrementato la posizione corta su Unicredit, portandola dallo 0,62% allo 0,72%. Lo stesso giorno AQR Capital Management ha incrementato dallo 0,79% allo 0,8% lo “short” sull’istituto.
Male il Banco Popolare (-4,8% a 2,142 euro) e la Popolare di Milano (-4,5% a 0,3562 euro). Dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 15 settembre AQR Capital Management ha incrementato lo “short” sul Banco Popolare, portandolo dall’1,88% all’1,93%; lo stesso giorno Marshall Wace ha aumentato dall’1,16% all’1,21% la posizione corta sull'istituto. Sempre la Consob ha comunicato che Syquant Capital ha incrementato lo “short” sulla Popolare di Milano, portandolo dallo 0,61% allo 0,75%.
In rosso la Popolare dell’Emilia Romagna (-3,42% a 3,276 euro). MF ha scritto che ieri il consiglio di amministrazione dell’istituto ha approvato una proposta non vincolante per Banca Etruria, una delle 4 good bank nate dalla risoluzione di altrettanti istituti in crisi nel novembre 2015. Dopo un mese di intenso lavoro sembra che la Popolare dell’Emilia Romagna abbia deciso di optare per la sola banca toscana nonostante inizialmente sembrava interessata anche a Banca Marche. Per Etruria non circolano cifre ufficiali ma indiscrezioni indicano che l’istituto modenese sarebbe disposto a mettere sul piatto una somma compresa tra i 50 e gli 80 milioni di euro. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 15 settembre AQR Capital Management ha ritoccato al rialzo la posizione corta sulla Popolare dell’Emilia Romagna, portandola dallo 0,49% allo 0,5%.
Pessima giornata anche per le compagnie maggiormente attive nel risparmio gestito. Spiccano i ribassi subiti da Azimut Holding (-6,35% a 12,98 euro) e da Banca Mediolanum (-5,54% a 5,97 euro).
Fiat Chrysler Automobiles è scesa del 2,06% a 5,7 euro. Il titolo ha risentito della notizia relativa al richiamo di 1,9 milioni di vetture per un malfunzionamento dell’airbag. Gli analisti di Banca Akros stimano che questa operazione possa avere un impatto di circa 190 milioni di dollari.
Poste Italiane ha lasciato sul terreno lo 0,9% a 6,075 euro. La società guidata da Francesco Caio ha comunicato che si è perfezionato l'accordo di trasferimento da FSI Investimenti a Poste Italiane di una partecipazione azionaria in SIA. In particolare, l'operazione prevede che Poste Italiane acquisti con un investimento complessivo pari ad 278 milioni di euro una quota del 30% di FSIA Investimenti, società che detiene il 49,5% di SIA. A seguito dell'operazione, Poste Italiane arriverà a detenere indirettamente una partecipazione pari al 14,85% del capitale di SIA.
Generali ha perso il 2,65% a 11 euro. Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 1° luglio Leonardo Del Vecchio, tramite la holding Delfin, ha incrementato la partecipazione detenuta nel capitale della compagnia triestina, portandola dal 2,002% al 3,163%.
Tod’s ha subito una flessione dell’1,8% a 47,35 euro. Ancora indicazioni delle banche d’affari sulla società, dopo la diffusione dei risultati semestrali. Goldman Sachs ha tagliato da 47,2 euro a 45 euro il target price su Tod’s, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2016/2017; gli esperti hanno confermato l’indicazione di vendita delle azioni.
Ribasso a due cifre per Esprinet (-11,3% a 5,95 euro). La società ha chiuso il primo semestre del 2016 con ricavi per oltre 1,24 miliardi di euro, in aumento dell’1% rispetto ai quasi 1,24 miliardi ottenuti negli stessi mesi dello scorso anno. In contrazione, invece, l’utile netto, che è passato da 13,24 milioni a 10,36 milioni di euro (-22%).