Milano evita il giovedì nero!
Piazza Affari chiude in rosso anche la seduta odierna, anche se riesce a evitare un nuovo tracollo. Altra ondata di vendite per i bancari. Male anche Telecom Italia
di Edoardo Fagnani 16 ott 2014 ore 17:41Piazza Affari ha chiuso in rosso anche la seduta odierna, anche se è riusicita a evitare un nuovo tracollo, dopo il pesante scivolone di ieri. Parallelamente è tornato a crescere lo spread tra Btp e Bund con scadenza a 10 anni, che ha toccato i 200 punti nel corso della mattinata. Jefferies ha cercato di riportare un minimo di ottimismo sui mercati, in particolare a Piazza Affari: secondo gli analisti in Italia non si stanno verificando grossi deflussi di capitali. Altra ondata di vendite per i bancari, dove spicca lo scivolone di Monte dei Paschi di Siena, protagonista di diverse sospensioni per eccesso di ribasso. Male anche Telecom Italia. Al contrario, spicca l’ottima performance registrata da CNH Industrial.
Il FTSEMib ha subito un ribasso dell’1,21% a 18.083 punti, dopo essere arrivato a perdere oltre il 4% in mattinata. Nella prima metà di ottobre il principale indice di Borsa Italiana ha lasciato sul terreno il 13,5%. Il FTSE Italia All Share ha ceduto l’1,18% a 19.127 punti. Performance negative anche per il FTSE Italia Mid Cap (-0,83%) e il FTSE Italia Star (-0,92%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è balzato a 5,7 miliardi di euro (massimo del 2014), rispetto ai 4,19 miliardi di ieri. Su 325 titoli trattati, 244 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 68. Invariate le restanti 13 azioni.
L’euro è risalito a 1,28 dollari. L’oro si è riportato a 1.240 dollari.
CONSULTA le quotazioni dei titoli del FTSE MIB
Altra ondata di vendite per i bancari.
Ancora un pesante calo per il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha lasciato sul terreno l’8,72% a 0,817 euro, in una seduta caratterizzata da diverse sospensioni per eccesso di ribasso. Alcuni operatori temono che la banca senese non riesca a superare gli stress test disposti dalla BCE. I risultati delle analisi condotte dalla banca centrale saranno diffusi il 26 ottobre.
In flessione anche Unicredit (-3,04% a 5,265 euro) e IntesaSanpaolo (-1,13% a 2,1 euro), entrambe sospese al ribasso in mattinata.
Tra i peggiori anche la Popolare di Milano (-4,86% a 0,53,85 euro).
Telecom Italia ha terminato la seduta con uno scivolone del 4% a 0,767 euro. La Repubblica ha scritto che il governo starebbe nuovamente valutando la possibilità per Telecom Italia di scorporare l’infrastruttura di rete. Più nel dettaglio, secondo il quotidiano, il governo sarebbe pronto a intervenire per diventare socio del colosso telefonico italiano, anche in collaborazione con altri operatori telefonici e gruppi industriali del settore, in una società ad hoc che avrebbe il controllo dell’infrastruttura. Il progetto dovrebbe potrebbe coinvolgere anche la Cassa Depositi e Prestiti. Tuttavia, Telecom Italia ha seccamente smentito queste indiscrezioni, definendole prive di fondamento.
Enel è scesa dell’1,93% a 3,552 euro. MF ha scritto che entro novembre sono attese le offerte vincolanti per le attività messe in vendita dal colosso elettrico in Romania e in Slovacchia. Il numero uno di Enel, Francesco Starace, nel corso di un’audizione alla commissione industria al Senato, ha precisato il perimetro delle attività potenzialmente cedibili è stato allargato fino a un ammontare massimo di 9 miliardi di euro, con l’obiettivo di raccogliere risorse per almeno 4,4 miliardi, che saranno destinate alla riduzione dell’indebitamento fino a 37 miliardi di euro.
Snam ha recuperato lo 0,95% a 4,032 euro. Ieri la società ha ufficializzato l'emissione di un bond con scadenza ad aprile 2023, per un ammontare complessivo di 500 milioni di euro. L'operazione ha fatto registrare una domanda pari a oltre 3 volte l'offerta. Il titolo ha una cedola annua del 1,5% ed è stato emesso a un prezzo di 99,285, corrispondente a uno spread di 78 punti base sul tasso mid swap di riferimento.
Fiat Chrysler Automobiles ha guadagnato lo 0,29% a 6,895 euro. L’agenzia Moody's ha riassegnato un rating “B1” al debito a lungo termine. Il giudizio conferma la società automobilistica tra gli emittenti speculativi. Le prospettive sul rating di Fiat Chrysler Automobiles per i prossimi trimestri restano “stabili”.
CNH Industrial ha registrato un progresso del 3,69% a 6,325 euro. Indicazioni contrastate dalle banche d’affari sulla società. NatIxis ha alzato da 8,67 euro a 9,1 euro il prezzo obiettivo e ha confermato l’indicazione di acquisto delle azioni. Al contrario, Kepler Cheuvreux ha tagliato da 8,4 euro a 6,5 euro il target price su CNH Industrial, in seguito alla riduzione della stima sulla redditività per il prossimo esercizio. Gli esperti hanno anche peggiorato il rating e ora consigliano di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio.
Un timido rimbalzo per Luxottica (+0,28% a 35,8 euro), dopo i forti ribassi subiti nelle ultime tre sedute. Secondo quanto scritto sul Corriere della Sera, sulla base delle comunicazioni di Borsa italiana, dal primo settembre fino al 10 ottobre l'azionista Delfin avrebbe speso circa 70 milioni di euro per acquistare azioni sul mercato. E il quotidiano non esclude che la holding sia intervenuta anche nei giorni successivi.
Buzzi Unicem ha ceduto l’1,88% a 9,665 euro. Gli analisti di Jp Morgan hanno tagliato da 12 euro a 11 euro il target price sulla società, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per i prossimi esercizi. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Underweight” (sottopesare). Per lo stesso motivo la stessa banca d’affari ha ridotto da 6 euro a 5,4 euro il prezzo obiettivo su Italcementi (-1,51% a 4,3 euro). Gli esperti hanno ribadito il rating “Neutrale” sulla società bergamasca.
Chiusura in forte ribasso per Sogefi (-8,21% a 2,28 euro). Gli analisti di Banca IMI hanno tagliato da 4,23 euro a 2,72 euro il prezzo obiettivo sulla società di componentistica per automobili, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il biennio 2014/ 2015 e alla revisione dei parametri di valutazione dell’azienda. Stessa decisione da Kepler Cheuvreux, che ha sforbiciato da 4,2 euro a 3 euro il target price. Le due banche d’affari hanno anche tagliato da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere) il rating sul titolo.