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Piazza Affari, è proseguito il trend negativo: FTSEMib -1,7%

Seduta nervosa per i bancari: in flessione il Monte dei Paschi di Siena e Unicredit. Segno più, invece, per il Banco Popolare e per la Popolare di Milano.

di Edoardo Fagnani 13 set 2016 ore 17:49

Chiusura negativa per Piazza Affari e per le principali borse europee dopo i pesanti ribassi subiti nelle ultime due sedute; anche oggi i gli indici sono stati penalizzati dal pessimo avvio di Wall Street. In mattinata il Tesoro ha collocato quattro Btp per un ammontare di 8 miliardi di euro; il rendimento del titolo con scadenza a tre anni è rimasto negativo e pari al -0,02%. Senza direzione i bancari: chiusura negativa per il Monte dei Paschi di Siena e Unicredit, mentre Banco Popolare e BPM hanno terminato la giornata in rialzo. Da segnalare la buona performance di poste Italiane, in scia alle indiscrezioni relative al rinvio del collocamento della seconda tranche di azioni.
I principali indici di Borsa Italiana hanno registrato ribassi superiori al punto e mezzo percentuale. Il FTSEMib è sceso dell’1,74% a 16.548 punti, il minimo di giornata (massimo di 16.965 punti). Il FTSE Italia All Share ha perso l’1,58%. In rosso anche il FTSE Italia Mid Cap (-0,6%) e il FTSE Italia Star (-0,6%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 1,99 miliardi di euro, rispetto ai 2,12 miliardi di ieri. Su 322 titoli trattati, 206 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 94; invariate le restanti 22 azioni. 
L’euro ha oscillato tra gli 1,12 e gli 1,125 dollari.

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mercato2_4Seduta nervosa per i bancari.
Chiusura negativa per il Monte dei Paschi di Siena. Il titolo della banca senese ha subito una flessione dell’1,04% a 0,2285 euro. Secondo gli esperti di DBRS, le dimissioni di Fabrizio Viola dalla carica di amministratore delegato dell’istituto aumentano l'incertezza sull'operazione di aumento di capitale da 5 miliardi con contestuale cessione di sofferenze già annunciata dalla banca senese lo scorso luglio. Non solo nella sua tempistica (che appare sicuramente differita) ma anche nella sua struttura.
Performance peggiore per Unicredit che ha ceduto il 4,17% a 2,158 euro.
In rosso anche UBI Banca (-2,65% a 2,35 euro). Secondo quanto scritto su Il Messaggero l’istituto potrebbe offrire fino a 500 milioni di euro per rilevare il controllo di Banca Etruria, CariFerrara, CariChieti e Banca Marche. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 12 settembre BlackRock Investment Management (UK) Limited ha ridotto lo “short” su UBI Banca, portandolo dallo 0,86% allo 0,76%.
Segno più, invece, per il Banco Popolare (+0,97% a 2,298 euro) e per la Popolare di Milano (+0,47% a 0,3832 euro). Il Banco Popolare ha comunicato che il valore di liquidazione unitario delle azioni ordinarie, eventualmente oggetto di recesso nell'ambito dell'operazione di fusione con la Popolare di Milano, è stato determinato in 3,156 euro per azione. Per le azioni della Popolare di Milano, invece, il valore di recesso è stato fissato a 0,4918 euro. Intanto, alle comunicazioni giornaliere fornite dalla Consob si apprende che il 12 settembre Marshall Wace ha incrementato la posizione corta sul Banco Popolare, portandola dallo 0,9% all’1,02%.

Andamento negativo per i titoli del settore petrolifero, dopo che a New York il prezzo del greggio è sceso a 45 dollari al barile.
ENI ha registrato uno scivolone del 3,32% a 13,11 euro. MF ha scritto che il colosso petrolifero sarebbe in anticipo sui target di produzione a Nooros, in Egitto. Nel giacimento si è arrivati a una produzione di 128mila barili di olio equivalente, di cui 67mila in quota al Cane a Sei Zampe. E si prevede che il campo possa raggiungere una massima capacità produttiva di circa 160mila barili di olio equivalente al giorno nella primavera dell’anno prossimo. Inoltre, secondo MF, Qatar Petroleum, insieme a Exxon Mobil, avrebbe manifestato interesse per le attività del colosso italiano in Mozambico. Intanto, ENI ha dato mandato a Banca IMI, BNP Paribas, BofA Merrill Lynch, Deutsche Bank, MUFG e UniCredit Bank per l'organizzazione del collocamento di un'emissione obbligazionaria a tasso fisso in due tranche con durata di 8 anni e di 12 anni; i titoli sarebbero stati emessi per un ammontare totale di 1,5 miliardi di euro, dopo aver ottenuto richieste per circa 2,5 miliardi.
Performance peggiore per Saipem (-4,83% a 0,3764 euro).
Saras ha lasciato sul terreno il 3,18% a 1,371 euro. Gli analisti di UBS hanno limato da 1,85 euro a 1,8 euro il target price sulla società di raffinazione, ipotizzando un contesto macroeconomico meno favorevole per il settore; tuttavia, gli esperti hanno confermato Saras nella propria lista dei titoli preferiti tra le società europee attive nel settore della raffinazione. Kepler Cheuvreux, invece, ha migliorato le previsioni sull’utile per azione per il biennio 2016/2017, stimando minori oneri finanziari; gli esperti hanno confermato il prezzo obiettivo di 1,5 euro e l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. 

Poste Italiane ha terminato la giornata con un rialzo dell’1,49% a 6,135 euro. Secondo quanto avrebbe dichiarato il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, il collocamento della seconda tranche di azioni della società guidata da Francesco Caio sarebbe stata messa in stand by dal Governo. L'esponente del PD avrebbe comunque puntualizzato di non avere una diretta competenza sulla privatizzazione della società.

Fiat Chrysler Automobiles è scesa dell’1,36% a 5,8 euro. I vertici della società hanno fornito alcune stime sugli investimenti in conto capitale per il triennio 2016/2018. Il management prevede di confermare anche negli esercizi 2017 e 2018 l’ammontare del Capex stimato per l’esercizio in corso e indicato tra gli 8,5 miliardi e i 9 miliardi di euro. Al contrario, la quota di investimenti come percentuale dei ricavi dovrebbe gradualmente diminuire rispetto al 7,6%-8% stimato per il 2016, in linea con il trend del settore. 

Buzzi Unicem ha ceduto il 2,64% a 17,33 euro. Gli analisti di Mediobanca hanno ritoccato al rialzo il prezzo obiettivo sulla società, portandolo da 18,6 euro a 19 euro; tuttavia, gli esperti hanno peggiorato il giudizio da “Outperform” (farà meglio del mercato) a “Neutrale”, in seguito al rialzo messo a segno dal titolo nelle scorse settimane.

Luxottica è salita dell’1,39% a 43 euro. Gli analisti di Deutsche Bank hanno migliorato il giudizio sulla società e ora consigliano di acquistare le azioni, segnalando che il titolo tratta a valutazioni inferiori rispetto a quella dei concorrenti; gli esperti hanno fissato un prezzo obiettivo di 52 euro.

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