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MALE PIAZZA AFFARI: TONFO DI UNICREDIT!

Sull'istituto hanno pesato i giudizi degli analisti dopo la trimestrale. Pesanti ribassi anche per Exor e Astaldi. Chiusura positiva, invece, per Salini Impregilo

di Edoardo Fagnani 12 nov 2015 ore 17:53

Piazza Affari e le principali borse europee hanno terminato la seduta odierna con forti ribassi. Secondo Bejamin Melman, Head of Asset Allocation and Sovereign Debt di Edmond de Rothschild Asset Management, la politica monetaria adottata dalla BCE dovrebbe favorire le azioni europee. In mattinata il Tesoro ha collocato quattro Btp per un ammontare di 5,5 miliardi di euro; in particolare il rendimento del titolo settennale è sceso sotto l’1%. Tra i bancari spicca il forte ribasso subito da Unicredit, penalizzata dai tagli di target price di alcune banche d’affari. Pesante flessione anche per EXOR, dopo che la holding di Casa Agnelli ha completato il collocamento di 12 milioni di azioni proprie. In forte rialzo, invece, Tod’s e Salini Impregilo.
Il FTSEMib è sceso del 2,35% a 21.859 punti, mentre il FTSE Italia All Share ha perso il 2,19% a 23.585 punti. In rosso anche il FTSE Italia Mid Cap (-1,11%) e il FTSE Italia Star (-0,95%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 3,55 miliardi di euro, rispetto ai 2,91 miliardi di ieri. Su 330 titoli trattati, 250 hanno terminato la giornata con un ribasso, mentre le performance positive sono state 63. Invariate le rimanenti 17 azioni.
L’euro è risalito a 1,075 dollari. L’oro è sceso sotto i 1.080 dollari.

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mercato-scendePioggia di vendite sui bancari.
In forte ribasso Unicredit. Il titolo dell’istituto guidato da Federico Ghizzoni ha subito uno scivolone del 5,49% a 5,59 euro, dopo uno stop per eccesso di ribasso. Elevati anche i volumi; nella seduta odierna sono passate di mano quasi 107 milioni di azioni. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali Banca Akros ha tagliato le stime sull’utile per azione dell’istituto per il biennio 2015/2016; gli esperti hanno confermato il prezzo obiettivo di 6,6 euro e il giudizio “Neutrale”. KBW, invece, ha peggiorato da “Outperform” (farà meglio del mercato) a “Market perform” (neutrale) il giudizio su Unicredit, sulla base di un nuovo prezzo obiettivo di 6,98 euro (precedente di 8,01 euro). Indicazione simile da Jp Morgan, che ha limato da 6,2 euro a 6,1 euro il target price su Unicredit. Al contrario, Kepler Cheuvreux ha alzato da 6,1 euro a 6,3 euro il prezzo obiettivo sull’istituto, in seguito al miglioramento delle stime sul lungo periodo. Gli esperti hanno confermato l’indicazione di mantenere le azioni in portafoglio. Intanto, dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 4 novembre People's Bank of China ha ridotto all’1,997% la quota detenuta nel capitale dell’istituto guidato da Federico Ghizzoni. In precedenza, la banca cinese era accreditata del 2,005% di Unicredit.
In forte ribasso anche il Monte dei Paschi di Siena. L’istituto toscano ha perso il 3,17% a 1,497 euro. Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 5 novembre BTP Pactual Europe ha ridotto all’1,916% la quota detenuta nel capitale dell’istituto toscano. In precedenza, l’azionista era accreditato del 3,13% del capitale del Monte dei Paschi di Siena. Il giorno seguente Norges Bank ha ridotto dal 2,31% all’1,854% la partecipazione detenuta nella banca senese.
La Popolare dell’Emilia Romagna ha limitato i danni (-0,21% a 7,225 euro). Ieri l’istituto ha comunicato i risultati dei primi nove mesi del 2015, periodo chiuso con un utile netto (escluse le quote di terzi e al netto della componente straordinaria sui costi del personale) di 112,5 milioni di euro, in aumento dell’84,1% rispetto ai 61,1 milioni ottenuti nello stesso periodo dello scorso anno. A fine settembre i crediti alla clientela, al netto delle rettifiche, ammontavano a 43,4 miliardi di euro, in flessione dell’1,1% rispetto al valore di inizio anno. Alla stessa data i crediti deteriorati erano cresciuti dell’1% salendo a 6,6 miliardi di euro. Il management della Popolare dell’Emilia Romagna ha segnalato che le prospettive complessive di redditività sono attese in miglioramento rispetto allo scorso anno.
In rosso anche la Popolare di Milano (-1,99% a 0,8865 euro). Gli analisti di Banca IMI hanno migliorato il giudizio sull’istituto e ora consigliano l’acquisto delle azioni, segnalando che i risultati trimestrali sono stati migliori delle attese; tuttavia, gli esperti hanno limato da 1,09 euro a 1,06 euro il target price.
UBI Banca ha perso il 3,38% a 6,295 euro. Société Générale ha peggiorato il giudizio sull’istituto, portandolo da “Buy” (acquistare) a “Hold” (mantenere). Banca Akros, invece, ha sforbiciato da 7,6 euro a 7,2 euro il target price, in seguito alla riduzione delle stime sull’utile per azione per il triennio 2015/2017; gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.

Male per i petroliferi, dopo che a New York il prezzo del greggio è sceso sotto i 42 dollari al barile.
ENI ha terminato la seduta con un calo del 2,76% a 14,44 euro. La Consob ha precisato che l'acquisto della partecipazione del 12,5% di Saipem (-4,5% a 7,965 euro) detenuta da ENI da parte di FSI e la sottoscrizione del patto parasociale tra il Cane a sei zampe e lo stesso FSI non comporta un obbligo di offerta pubblica di acquisto.
In frazionale rialzo A2A (+0,5% a 1,215 euro). La società lombarda ha chiuso i primi nove mesi del 2015 con un utile netto pari a 237 milioni di euro, in salita del 49,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il management ha segnalato che alla crescita del risultato netto hanno contribuito minori ammortamenti, minori oneri netti della gestione finanziaria e un minor carico fiscale conseguente soprattutto all’abolizione della “Robin Hood Tax”. Inoltre, i vertici non hanno escluso la possibilità modificare la politica aziendale dei dividendi, valutando l’ipotesi di distribuire un dividendo straordinario.

EXOR ha lasciato sul terreno il 6,45% a 41,95 euro. La holding di Casa Agnelli ha completato il collocamento a investitori istituzionali di 12 milioni di azioni proprie corrispondenti al 4,87% del capitale, per un ammontare lordo complessivo di 511,2 milioni di euro. Il collocamento delle azioni – acquistate da EXOR ad un prezzo medio di 14,41 euro – è avvenuto al prezzo di 42,6 euro per azione, corrispondente a uno sconto del 4,99% rispetto alla chiusura di ieri.

In rosso anche Telecom Italia. Le azioni hanno ceduto il 2,21% a 1,149 euro. Dalle comunicazioni giornaliere diffuse dalla Consob si apprende che il 10 novembre Norges Bank è diventato uno dei maggiori azionisti della compagnia telefonica. L’istituto norvegese è accreditato del 2,775% del capitale di Telecom Italia.

Tod’s ha registrato un rialzo dell’1,83% a 80,7 euro. La società ha terminato i primi nove mesi del 2015 con ricavi pari a 786,9 milioni di euro, in crescita del 6,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il reddito operativo è invece stato pari a 122,5 milioni di euro, con un margine sulle vendite del 15,6%. Non si sono fatte attendere le indicazioni degli analisti dopo i risultati trimestrali. Kepler Cheuvreux ha migliorato il giudizio su Tod’s, portandolo da “Reduce” (ridurre) a “Hold” (mantenere), sulla possibilità che l’azienda possa centrare le stime per l’esercizio in corso; il target price è di 82 euro.

YOOX Net a Porter Group è salita del 2,93% a 32,02 euro. La società, che ha diffuso i dati pro-forma per tenere conto della fusione di qualche mese fa, ha chiuso i primi nove mesi del 2015 con ricavi pari a 1,2 miliardi di euro, in crescita del 32,2%, rispetto agli 894,1 milioni dei primi nove mesi del 2014. Il risultato netto adjusted è stato pari a 32,4 milioni di euro, in crescita del 50,4% rispetto ai 21,5 milioni dei primi nove mesi del 2014. Intanto, YOOX Net a Porter Group ha completato il collocamento di 1.987.986 milioni di azioni, corrispondenti all’1,5% del nuovo capitale, per un controvalore complessivo pari a 61,3 milioni di euro. L’operazione è stata effettuata attraverso un collocamento riservato a investitori istituzionali a un prezzo pari a 30,85 euro per azione, valore che si confronta con i 31,11 euro della chiusura di ieri. Dopo la diffusione dei risultati trimestrali gli analisti di Jp Morgan hanno alzato da 35 euro a 36,5 euro il target price su YOOX Net a Porter Group; gli esperti hanno confermato il giudizio “Overweight” (sovrappesare).

Salini Impregilo è balzata del 6,88% a 4,104 euro. La società di costruzioni ha comunicato i risultati dei primi nove mesi del 2015, chiuso con ricavi per 3,37 miliardi di euro, in crescita dell’8,4% ai 3,11 miliardi ottenuti nello stesso periodo dello scorso anno. Salini Impregilo ha terminato il periodo gennaio-settembre con un utile netto (escluse le quote di terzi) di 68,78 milioni di euro, risultato che si confronta con i 108,28 milioni contabilizzati nei primi nove mesi del 2014, dato che includeva un utile straordinario per la vendita di Fisia Babock. Inoltre, la società ha annunciato l’acquisizione di Lane Industries, società statunitense attiva nel settore delle infrastrutture. Il valore dell’operazione è pari a 406 milioni di dollari, al netto di componenti aggiuntive che saranno definite al closing dell’acquisizione, fissata per il mese di gennaio del 2016. L’obiettivo dell’operazione è quella di creare un gruppo con ricavi pro-forma per il 2015 di oltre 6 miliardi di euro.

Ancora un tonfo per Astaldi (-18,5% a 5,21 euro). Agli analisti non è piaciuta la trimestrale di dell’azienda. Kepler Cheuvreux e Mediobanca hanno tagliato il prezzo obiettivo sulla società di costruzioni, portandolo rispettivamente a 6 euro e a 5,6 euro. Le due banche d’affari hanno anche tagliato il rating sull’azienda; Kepler Cheuvreux ora consiglia di ridurre l’esposizione del titolo in portafoglio, mentre l’istituto di piazzetta Cuccia ha portato il giudizio da “Neutrale” ad “Underperform” (farà peggio del mercato). Sulla stessa lunghezza d’onda Banca Akros, che ha tagliato da 8,3 euro a 5,5 euro il target price su Astaldi e ha peggiorato da “Neutrale” a “Reduce” (ridurre) il rating.

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