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Piazza Affari in rosso. Torna lo spauracchio greco

In calo la borsa italiana nella prima seduta dopo la sosta natalizia. Ma poteva andare decisamente peggio, visto che il mercato milanese è arrivato a perdere a metà sessione più del 2,5%. Male le banche

di Mauro Introzzi 29 dic 2014 ore 17:49

In calo la borsa italiana nella prima seduta dopo la sosta natalizia. Ma poteva andare decisamente peggio, visto che il mercato milanese è arrivato a perdere a metà sessione più del 2,5%. Ad appesantire i prezzi ci ha pensato la Grecia, dove in mattinata è arrivata la terza fumata nera per l'elezione del presidente e si prefigurano quindi elezioni anticipate tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio. Si tratta dello scenario peggiore perché mina la stabilità del Governo di Atene. Dalle consultazioni potrebbe infatti uscire vincitore Syriza. Il principale partito di opposizione è da sempre contrario alle condizioni del piano di salvataggio della Troika (Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale).

milano_3Il FTSEMib è sceso dell’1,15% a 19.130 punti mentre il FTSE Italia All Share ha incassato un ribasso dello 0,96% a 20.255 punti.
In progresso, invece, il FTSE Italia Mid Cap (+0,47%) e il FTSE Italia Star (+0,94%). Volumi in crescita: nella seduta odierna il controvalore degli scambi è salito a 2,09 miliardi di euro, dagli 1,8 miliardi di martedì 23 dicembre (ultimo giorno di borsa aperta). Su 323 titoli trattati, 136 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre i segni meno sono stati 168. Invariate le restanti 19 azioni.
In mattinata le aste dei Bot semestrali (7 miliardi) e del Ctz agosto 2016 (2,5 miliardi). Per i primi la domanda non è stata elevata, in quanto i BOT richiesti sono stati pari a circa 9,73 miliardi di euro, che equivale a un rapporto di copertura (ammontare di titoli richiesti su titoli offerti) di 1,39, in diminuzione rispetto all’1,72 dell’asta di fine novembre.Il rendimento lordo di aggiudicazione è stato pari allo 0,297%, in crescita rispetto allo 0,272% dell’asta del BOT semestrale dello scorso mese.
La richiesta dei CTZ è stata di oltre 3,65 miliardi, che equivale a un rapporto di copertura (ammontare di titoli richiesti su titoli offerti) di 1,46 volte, in calo rispetto all’1,71 dell’asta di ottobre per il titolo con caratteristiche simili. Il rendimento lordo è stato fissato allo 0,489%, in calo rispetto allo 0,692% del collocamento del mese di ottobre.

Consulta: QUOTAZIONE TITOLI FTSEMIB

Tra i peggiori i bancari. Ha perso il 2,46% Unicredit.
Gli analisti di Fitch hanno alzato da "AA" a "AA+" il giudizio sulle obbligazioni garantite "conditional pass-through" di Unicredit. L'outlook sui bond in questione è "stabile". La clausola "conditional pass-through" prevede una diversa modalità di rimborso dell'obbligazione in caso di default dell'emittente.
Male anche IntesaSanpaolo (-2,24%) e il Banco Popolare (-1,73%).

Tra gli energetici Eni ha perso l’1,2%.
A pesare sul Cane a sei zampe il forte calo della produzione in Libia e la possibile azione sul rating, ipotizzata da alcune agenzie di stampa, da parte di Standard & Poor's. In Libia, a seguito degli attacchi al terminale petrolifero di El Sider, la produzione è crollata a circa 350mila barili di petrolio equivalente al giorno. Solo un paio di mesi fa quel livello era pari a 900mila barili al giorno. Ma Eni paga anche le notizie rilanciate dalle agenzie secondo cui gli analisti di Standard & Poor's avrebbero messo sotto osservazione il rating con implicazioni negative.
Secondo il Sole24Ore di domenica il gruppo potrebbe non cedere tutta la sua partecipazione in Saipem (-0,33%).
Per la controllata potrebbe non esserci nessun aumento di capitale imminente. Di più se ne saprà probabilmente il prossimo 16 febbraio, giorno in cui Saipem presenterà i conti 2014 e il budget 2015.
In calo dell’1,07% Enel Green Power. La società ha annunciato il perfezionamento di alcuni impianti fotovoltaici in Cile.

In flessione dello 0,22% Telecom Italia.
Anatel, l'autorità brasiliana delle telecomunicazioni, ha approvato la scissione di Telco, la holding che controlla il gruppo telefonico. L'operazione è condizionata all'uscita di Telefonica dal capitale della società entro 18 mesi. Per questo periodo i diritti di voto del gruppo iberico saranno congelati. Con l'operazione Telefonica avrà il 14,8% di Telecom, Generali circa il 4% mentre IntesaSanpaolo e Mediobanca l'1,6% a testa.
L'Anatel ha poi approvato, in modo condizionato, l'acquisto di GVT da parte di Telefonica.
Molto bene Tiscali, salita del 14,98%. Il gruppo sardo ha raggiunto l’accordo con i creditori senior volto alla ristrutturazione e riscadenziamento del proprio debito senior e ammontante a un totale di circa 140 milioni di euro. Contestualmente, è stato sottoscritto con Société Générale un accordo relativo a un’operazione di Stand-by Equity Facility, che prevede la sottoscrizione di un aumento di capitale di Tiscali da effettuarsi in più tranche, con esclusione del diritto di opzione. L'operazione sarà eseguita entro il 23 dicembre 2015, per massime 1.000.000.000 di azioni ordinarie. Inoltre, Tiscali ha accettato l’offerta pervenuta da un primario fondo immobiliare italiano relativamente alla cessione del contratto di Sale&Lease Back avente oggetto la sede aziendale di Cagliari Sa Illetta.

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