Bond argentini: un’analisi dell’offerta di scambio
di La redazione di Soldionline 21 gen 2005 ore 11:45![]() |
Iniziamo descrivendo la situazione degli obbligazionisti che aderiranno all'offerta in termini dei loro principali diritti: chi aderisce perde il diritto di intraprendere vie legali nei confronti dello Stato Argentino; chi aderisce non perde il diritto di intraprendere vie legali nei confronti dell'istituto che gli ha venduto i Bond argentini; chi aderisce non perde il diritto di partecipare a successive eventuali offerte di scambio che dovessero essere proposte entro dicembre 2014 dal Governo Argentino ai possessori di vecchie obbligazioni argentine (nel caso che entro il 2014 ci dovesse essere un'offerta più vantaggiosa quindi, anche chi ha aderito a questa offerta potrebbe parteciparvi).

Tutti i nuovi titoli cominciano a fruttare interessi dalla data del 31 dicembre 2003 (quindi un anno fa). I titoli Quasi-Par e Discount però per i primi 10 anni non pagano gli interessi ma li 'capitalizzano' per poi pagarli nel 2013 (per 10 anni quindi l'obbligazionista non vede entrare in cassa nulla); i titoli Par invece pagano fin da subito le basse cedole di partenza.
I possessori di vecchie obbligazioni argentine che aderiranno all'offerta, potranno scegliere quali dei nuovi titoli ricevere (con dei limiti massimi per le obbligazioni Par e Quasi-Par) e se riceverli denominati in Peso o nella valuta del Bond originario (limitatamente ai titoli Par e Discount).
Data la complessità dei titoli, la loro lunga scadenza e il fatto che non è al momento possibile quantificare esattamente i rendimenti che il mercato giudicherà adeguati per i nuovi titoli argentini, è del tutto impensabile fare oggi una valutazione puntuale sull'eventuale convenienza di un nuovo titolo rispetto ad un altro.
In generale possiamo comunque dire che in funzione dei criteri di valutazione più o meno favorevoli, il valore delle tre tipologie di titoli si equivale abbastanza e dovrebbe consentire un recupero tra il 28% e il 33% dell'investimento iniziale.
Cerchiamo comunque di orientare l'eventuale scelta in base a criteri generali comunque validi a prescindere dalle ipotesi di valutazione: Titoli in Peso o in Valuta originaria del Bond: decidere di farsi consegnare titoli denominati in Peso argentini e non in Euro significa ovviamente avere una maggiore fiducia nella capacità di ripresa dell'economia argentina. Se continueranno gli attuali elevati tassi di crescita infatti è probabile che il Peso si rivaluti contro le maggiori valute mondiali, viceversa si potrebbe svalutare significativamente. Titoli Par, Quasi-Par o Discount: i titoli Discount presentano rischi di oscillazione di prezzo complessivamente minori rispetto agli altri due, sono quindi in teoria da preferire se non si è del tutto positivi sulle possibilità di recupero dell'Argentina.
Cerchiamo di identificare quale potrebbe essere la scelta più logica di nuovi titoli (per coloro i quali decideranno di accettare l'offerta di scambio), in base alle opinioni sulla possibilità di recupero dell'economia argentina (qualche indicazione a questo riguardo è fornita nell'articolo successivo): forte pessimismo: non ha senso aderire all'offerta di scambio, è invece più logico approfittare dell'attuale situazione di notevole liquidità sul mercato secondario per vendere i vecchi titoli (i valori oscillano tra 29 e 33). Moderato pessimismo - incertezza: richiedere titoli Discount in Euro (è la scelta complessivamente meno rischiosa). Moderato ottimismo: richiedere titoli Par in Euro Forte ottimismo: richiedere titoli in Peso argentini.
L'adesione va completata entro il 25 febbraio (salvo proroghe), con condizioni preferenziali per chi aderirà entro il 4 febbraio.
I risultati saranno resi noti il 18 marzo e lo scambio dei titoli avverrà il 1 aprile.
I documenti da compilare sono abbastanza complessi; anche questo potrebbe essere un elemento da considerare nel decidere se aderire, non aderire o vendere i vecchi titoli sul mercato.
Segnaliamo infine che il rischio potenziale per chi non aderirà, è quello che una significativa adesione all'offerta di scambio possa ridurre la liquidità del mercato secondario sui vecchi titoli argentini, rendendone difficile la vendita.
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