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Bene i Bot, incerta la Borsa

Nonostante il successo dell'asta dei Bot semestrali, piazzati con il rendimenti minimo da quando siamo nell'euro, Piazza Affari ha chiuso incerta. In calo Fiat e Banco Popolare. Bene Saipem

di Mauro Introzzi 26 apr 2013 ore 17:47
Giornata fiacca per Piazza Affari, che ha chiuso le contrattazioni in calo al pari delle principali piazze del Vecchio Continente. A nulla è servito, se non a limitare le flessioni, il buon esito dell’asta dei Bot di questa mattina. Il rendimento lordo di aggiudicazione degli 8 miliardi di euro collocati è stato pari allo 0,503%, in fortissimo calo rispetto allo 0,831% dell’asta del Bot semestrale dello scorso mese. Si tratta del rendimento più basso dall'introduzione dell'euro. Dipenderà da una ritrovata forza e stabilità della nostra economia o dal denaro giapponese, stampato dalla Bank of Japan per combattere la deflazione, che ha inondato il mercato in queste settimane?
Tra i singoli titoli giù Fiat e il Banco Popolare, mentre Saipem si è mossa in controtendenza grazie a una promozione. In positivo anche Monte dei Paschi di Siena.

Alla campana di fine contrattazioni il FTSEMib è sceso dello 0,51% a 16.565 punti,
mentre il FTSE Italia All Share ha registrato una flessione dello 0,46% a 17.568 punti. In positivo, invece il FTSE Italia Mid Cap (+0,12%) e il FTSE Italia Star (+0,87%). Nella seduta odierna il controvalore degli scambi è sceso a 1,62 miliardi di euro, dagli 1,78 miliardi di euro di ieri. Su 312 titoli trattati, 129 hanno terminato la giornata con un rialzo, mentre le performance negative sono state 167. Invariate le restanti 16 azioni.

QUOTAZIONI TITOLI DEL FTSE MIB

Tra i singoli titoli giù Fiat (-2,25% a 4,694 euro).
Le agenzie di stampa indicava stamattina che il giudice del Delaware chiamato a risolvere il contenzioso tra il Lingotto e il fondo Veba, socio di minoranza di Chrysler, sul valore dell'opzione di acquisto di un 3,3% di Chrysler, si sarebbe espresso in via preliminare, e informalmente, a favore di quest'ultimo. In realtà questa potrebbe trattarsi di un’interpretazione sbagliata di quanto successo ieri. Fonti del Lingotto hanno infatti indicato a SoldiOnline.it che “il giudice del Delaware, nell’udienza svoltasi ieri, non si è espresso né in via preliminare né informalmente a favore del Veba. Non ci sono state sentenze. E’ stata una normalissima udienza in cui il giudice, per stimolare le parti sui quattro temi trattati, ha fatto equamente, in circa due ore e mezza di discussione, commenti positivi o negativi a entrambi le parti”.

Tra i bancari spicca la flessione di Banco Popolare (-3,66% a 1,079 euro),
che ha ripreso fiato dopo una quindicina di sedute di corsa, in cui il gruppo ha guadagnato più di 20 punti percentuali. In rosso anche Ubi Banca (-1,85%).
Bene Monte dei Paschi di Siena (+0,74% a 0,2034). In un’intervista al Sole24Ore il suo amministratore delegato Fabrizio Viola ha indicato che la ricapitalizzazione della banca avverrà nel 2014 e non prima che venga eliminato il tetto del 4% per i diritti di voto. Nel frattempo dovrà arrivare anche l'ok dalla Commissione Europea al piano industriale, ma Bruxelles sembra a buon punto e il via libera potrebbe arrivare prima dell'estate. Il manager ha poi parlato di una ritrovata "solidità patrimoniale" dell'istituto e di un "rilancio operativo" in atto e indicato infine che i vertici vogliono evitare la nazionalizzazione dell'istituto, anche se non sarebbe un problema avere lo Stato come socio di minoranza.
In rialzo anche Unicredit (+0,36%).

Tra le utility in difficoltà A2A (-2,34% a 0,5645 euro).
Goldman Sachs ha ridotto il rating a "sell" (vendere) dal precedente "neutrale" in scia alla performance positiva registrata dal titolo nelle ultime sedute. La banca d'affari ha anche rivisto il target price a 0,57 euro dai precedenti 0,5 euro.

Tra gli energetici spicca invece la controtendenza di Saipem (+2,64% a 21,39 euro)
che gode della promozione piena da parte degli analisti di Morgan Stanley. Il nuovo giudizio, "overweight" (sovrappesare) rivede al rialzo il precedente "equalweight" (neutrale). Alzato, da 25 a 30 euro, anche il target price (LEGGI: Le raccomandazioni a Piazza Affari del 26 aprile).

In rosso Mediaset (-1,8% a 1,88 euro). Il Biscione ha fatto sapere ieri, dopo una notizia de La Repubblica che indicava il contrario, che non ha alcuna intenzione di cedere Mediaset Premium.

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